17. Sei sempre bellissima

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Capitolo 17: "Sei sempre bellissima"

Mi sveglio di soprassalto, sentendo un fracasso fuori dalla porta. Qualcuno sta bussando con insistenza, battendo forte il pugno chiuso sul legno chiaro.
Federico dorme al mio fianco, noncurante del casino che si sta scatendando.
Mi fermo ad osservarlo, bellissimo come sempre, con il ciuffo sparso un po' ovunque e a torso nudo.

«Chloe. Chloe sei sveglia?» riconosco la voce di Sofia e mi maledico.

«Merda» impreco sottovoce.
Scuoto Federico, cercando di svegliarlo.
Lo sento lamentarsi, ma di aprire gli occhi non ne vuole proprio sapere.

«Chloe? Chloe faremo tardi» continua a chiamarmi Sofia.
Sbuffo e decido di lasciar perdere Federico, almeno per adesso.
«Sofia, sono sveglia, non mi è suonata la sveglia» dico, alzandomi di scatto dal letto. Indosso la felpa, recuperata dal pavimento e nascondo i vestiti di Federico sotto il letto.

Raggiungo la porta e faccio scattare la serratura aprendola.

«Alla buon ora. Andiamo a fare colazione prima di partire?» chiede la rossa, cercando di entrare in camera.
«Non sono pronta. Perché non ti avvii? Ti raggiungo» la mia voce mi tradisce, esce estremamente ansiosa.
Sofia assottiglia lo sguardo a due fessure e mi scruta da capo a piedi.
«Mi nascondi qualcosa?» tenta, continuando a guardarmi.
«No. Perché dovrei? Dai mi preparo e arrivo» dico di nuovo, chiudendo la porta.

Chiudo gli occhi, trattenendo il respiro per un attimo.

«Tanto verrò a sapere cosa mi nascondi» le sento dire oltre la porta chiusa. E finalmente il silenzio, preceduto dal rumore dei suoi passi.

Questa volta lo ammazzo! Penso, dirigendomi a passo spedito verso il letto.

«Svegliati. Muoviti» quasi urlo, afferrando un cuscino e colpendo ripetutamente Federico.
Si lamenta nuovamente e finalmente apre gli occhi.
«Ma buongiorno anche a te raggio di sole» dice, tirandosi a sedere.
«Raggio di sole un corno. Ti sei addormentato qui. Per poco Sofia non ci scopriva» impreco, guardandolo male.
«Ops, in ogni caso se non ci ha visti, ci avrà comunque sentiti stanotte» dice, tornando a giocare a fare il playboy. Non gli si addice per niente.
Trattengo il respiro e sento le guance avvampare.
«Sei uno stronzo e ora fuori dal mio letto» gli prendo un braccio e cerco di tirarlo giù, ma chi voglio prendere in giro? Io una piccoletta esile che cerca di spostarlo anche minimamente.
Alla fine, dopo un lungo sforzo, mi ritrovo io di nuovo a letto, gli è bastato tirarmi leggermente verso di lui e io sono caduta come una fogliolina spazzata dal vento.

I nostri visi sono vicinissimi, i suoi occhi incastrati nei miei e il suo sorriso vittorioso a poca distanza da me.
«Come siamo nervosette stamattina» sussurra, alzandosi con la schiena e dandomi un bacio sulle labbra.
«É colpa tua. Ora trova un modo per uscire senza farti vedere» mi tiro a sedere, mettendomi comoda ai piedi del letto e incrociando le braccia sotto il petto.
«Va bene, va bene, prima però togliamo quel broncio, perché non ti dona minimamente» si alza dal letto, mi raggiunge e mi prende di peso, facendomi incrociare le gambe intorno alla sua vita.
Mi bacia con insistenza, poggiando di proposito le mani sul mio sedere.
«Ok. Broncio sparito, ora però sparisci anche tu, prima che cambio idea» dico, allontandomi per poterlo guardare gli occhi.
Mi mette delicatamente giù, restando a guardarmi ancora per un po'.
«Che c'è?» chiedo ingenuamente, sperando che il rossore sulle guance non sia così acceso.
«Sei bellissima stamattina» dice lui, inclinando la testa di lato e sorridendomi.
Io mi mordicchio il labbro, in un disperato tentativo di non arrossire come un'adolescente.
«Solo stamattina?» chiedo con la voce sottile.
«Sei sempre bellissima» mi sussurra, avvicinandosi di nuovo a me e baciandomi con insistenza.
«Ci vediamo a colazione allora» un altro sorriso, una carezza delicata sulla guancia e lo vedo rivestirsi velocemente.
Io, comodamente seduta sul letto, osservo ogni suo movimento, desiderando di poter passare altro tempo insieme a lui.
Desiderando che quel maledetto pullman si possa rompere, impedendendoci di ritornare a Torino.
Desiderando che il tempo possa fermarsi eternamente e permetterci di restare insieme senza andare incontro alle conseguenze.
Quanto può essere sbagliato quello che desidero?
Vorrei solamente stare con lui, da sola, senza pensare che a Torino ci sono altre persone ad aspettarci. Perché infondo vorrei che nessuno dei due fosse mai entrato a far parte delle nostre vite.

L'intervista • Come tutto è cambiato || F.CWhere stories live. Discover now