Capitolo 41 - Liam

38 10 1
                                    

La notte è stata turbolenta, un vortice di nome Emily domina i miei pensieri costantemente

Rất tiếc! Hình ảnh này không tuân theo hướng dẫn nội dung. Để tiếp tục đăng tải, vui lòng xóa hoặc tải lên một hình ảnh khác.

La notte è stata turbolenta, un vortice di nome Emily domina i miei pensieri costantemente. Non riesco a smettere di pensare a lei, ai suoi occhi scintillanti e alla chimica pazzesca che ho sentito ieri in piscina. Starle vicino e non toccarla diventa ogni giorno più difficile.

Mi sono alzato presto, anche oggi. Sento il bisogno di correre, di fare ordine nei miei sentimenti.
Indosso la mia tuta e le mie scarpe da corsa e scendo di sotto.

Scorgo papà in veranda già sveglio a leggere un libro.

«Papà, è presto. Perché non sei rimasto a letto? Hai bisogno di dormire di più e riposarti».
«Liam, ho 55 anni. Dormire più di 4, barra 5 ore a notte è un'utopia per me», risponde, sollevando lo sguardo dal libro.
«E poi i dolori non mi danno tregua. Tu piuttosto, perché sei già sveglio?»
«Corro ogni mattina presto, almeno per un'ora», affermo cercando di imitare la sua serenità.
«Beata gioventù», commenta.
«Con questa terapia, non riesco a fare più di 20 passi tutti insieme».
«Mi dispiace che stai soffrendo molto. Come sta andando la chemioterapia?» domando preoccupato.
«I dolori sono forti, ma gli antidolorifici mi aiutano a tenerli a bada. Sembra che le terapie abbiano bloccato l'avanzare del cancro, ma probabilmente dovrò operarmi», spiega papà con un viso triste.

«Hai bisogno di qualcosa?» insisto.
«Ho solo bisogno di saperti felice», dice fissandomi con occhi che nascondono preoccupazione. «Liam, sei felice? Mi sembri pensieroso».

«Abbiamo passato dei giorni strani, io ed Emily. Il suo ex ragazzo si è rifatto vivo. La rivuole. E poi sono in ansia anche per te».
«Non devi preoccuparti per me» dice con fermezza.

Ma come faccio a non preoccuparmi? Ora che stiamo ricostruendo il nostro rapporto, potrei perderlo di nuovo, per sempre.

«Mi piace Emily. È bellissima, ma allo stesso tempo umile. Ed è solare. Mi ricorda tua mamma» mentre lo dice continua a tenere lo sguardo rivolto al suo libro.

«Lei è il mio raggio di sole! Quando mi sorride, tutti i brutti pensieri svaniscono» ammetto.
Poi, alzando lo sguardo, papà mi domanda a bruciapelo: «Da quanto sei innamorato di lei?»

I suoi occhi sono scrutatori, e improvvisamente mi sento come un libro aperto, le pagine esposte alla sua indagante curiosità. Non ho mai parlato con nessuno di quello che provo per Emily, a parte Serena, ovviamente. Ma ora, di fronte a mio padre, mi sento costretto a scavare dentro di me e a trasformare in parole i sentimenti e ho tenuto nascosti dentro di me.

Decido di rispondergli con sincerità.
«Ho sentito di amarla dal primo istante. Ero in metropolitana e improvvisamente me la ritrovo fra le braccia. Dei ragazzi l'avevano spinta e si è aggrappata a me per non cadere. È stato come se il tempo è lo spazio avessero intrecciato i nostri destini. Dà quel momento, Emily è diventata qualcosa di più di una semplice collega o vicina di casa» mi sorprendo a sorridere mentre ripenso a quel momento in cui la mia visione dell'amore è cambiata completamente.

Papà riflette sulle mie parole, e poi chiede: «Pensavo che vi foste conosciuti perché siete vicini di casa».
«Quello è stato dopo. Prima ci siamo rivisti a scuola», rispondo, cercando di spiegare il percorso che ci ha portato fino a qui.

«Che c'entra la scuola?» insiste papà.
«Dopo l'incontro in metro, ci siamo rivisti a scuola. Emily è una mia collega. Insegna matematica nel mio stesso istituto», spiego, cercando di mettere ordine nei ricordi.

Papà annuisce, come se stesse collegando tutti i punti. «Quindi, ricapitoliamo un attimo... vi siete incontrati in metropolitana e ti sei innamorato a prima vista. Poi hai scoperto che è una collega e vicina di casa. E ora siete solo amici, giusto?»

La sua domanda mi fa rabbrividire, perché purtroppo, allo stato attuale, siamo solo amici. Ma le emozioni che provo vanno ben oltre l'amicizia.
«Hai mai pensato di dirle quello che provi?» chiede papà, porgendomi una tazza di tè caldo.
«Molte volte», ammetto, rifiutando con un gesto della mano il tè.
«E se lei non mi vuole? Ripete in continuazione che l'amore non è una cosa per lei. Che lei e l'amore viaggiano su binari diversi. Non so cosa fare. A volte, ho la sensazione che inizi a provare qualcosa di più, ma poi ripete che siamo solo amici, e mi smonto completamente».

Papà poggia la sua mano sulla mia spalla, un gesto semplice ma carico di significato. È come se dicesse: sono qui per te, tutto andrà bene, vedrai.

«Perché ha paura dell'amore, secondo te?» chiede, cercando di capire le ragioni dietro le mie parole.
«Un'esperienza passata, molto negativa», rispondo. «Il suo ragazzo l'ha tradita perché lei...»

«Lei cosa?» incalza papà, desideroso di conoscere ogni dettaglio.
«È una cosa privata di Emily, forse non è il caso di parlarne» gli confido mentre il suo sguardo si fa più intenso.

«Sono un uomo adulto, pensi che non sia capace di capire? Forse il tuo vecchio potrebbe darti qualche buon consiglio», suggerisce.
«D'accordo la verità è che Emily vuole arrivare vergine al matrimonio».
«E cosa c'è di strano in questo? Anche tua madre era vergine quando l'ho sposata. Non ha mai permesso che la toccassi prima del matrimonio. Ai miei tempi, non c'era niente di strano in questo, e il fatto che lei la pensi così al giorno d'oggi la rende ancora più speciale».

Cerco di metabolizzare le parole di mio padre. Emily è davvero speciale e non solo perché i suoi occhi brillano come stelle e il suo sorriso è solare. È unica per il suo modo di essere.

«Per questo lei e il suo ragazzo si sono lasciati?»
«Diciamo che il suo ex ragazzo le faceva pesare questa scelta. L'ha tradita e l'ha accusata di averlo fatto solo perché lei voleva aspettare. Ora si è convinta che nessun uomo possa accettare questa sua decisione».

Papà mi guarda con occhi saggi. «Questo ragazzo non l'amava davvero, per questo l'ha tradita. Tu puoi accettare questa scelta? sei capace di aspettare, rispettarla e compiere un passo importante come il matrimonio?»

«Si!» rispondo senza esitazione.

«Allora devi dirle quello che provi», sentenzia papà.
Mi alzo in fretta dalla sedia. «Scusa, papà... devo correre. Ho bisogno di pensare e schiarirmi le idee».
«Va bene», risponde lui.
«Io resterò ancora un po' qui a leggere. Ci vediamo dopo».

Da qui a qui, moltiplicato all'infinitoNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ