Apocalypse

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 Charles


La tenni stretta a me, come se ne dipendesse la mia vita, come se niente più importasse se non il suo corpo minuto avvolto dalle mie braccia. Il suo fiato caldo mi colpì il collo, facendomi sospirare "Mi dispiace" sussurrò,con voce tremante per il pianto. Quando i suoi occhi si posarono sui miei tutto si fermò, esistevamo solo noi, il lieve suono dei nostri respiri mescolati, i corpi a stretto contatto e le nostre labbra a un centimetro di distanza; al minimo movimento avrebbero potuto toccarsi e dare inizio all' apocalisse.

Riuscii a leggere la paura e l' incertezza nei suoi occhi, era terrorizzata, ma al contempo sapevo che, come me, stava fremendo dalla voglia di distruggere le nostre barriere. Eravamo arrivati al punto di non ritorno, la nave si stava schiantando sulla scogliera ed era troppo tardi per gettare l' ancora. Eravamo come il Titanic: testardi, convinti che niente avrebbe potuto scalfirci, e poi c' eravamo imbattuti in questo immenso iceberg e,ora, ci stavamo lentamente spezzando sprofondando in un freddo abisso che ci avrebbe sgretolato, giorno dopo giorno, fino a far rimanere solo polvere.

Le spostai una ciocca di capelli dietro l' orecchio, con la mano tremante, per poi poggiarla sul lato del suo viso, accarezzandole la guancia. Selene abbassò lo sguardo, distogliendolo dal mio. Non potevo accettarlo, non ora, avevo bisogno di guardarla negl' occhi, avevo disperatamente  bisogno di capirla. Le sollevai il mento, cercando di ripristinare il contatto visivo, ma lei continuava a guardare in basso, negandomeli. "Guardami Sel, ti prego" lo sussurrai, supplichevole, ne avevo bisogno, non l' avrei lasciata scappare di nuovo. 

Dopo qualche momento di esitazione mi concesse il suo sguardo e io cascai nei suoi occhi che, da mare in tempesta, si stavano trasformando in un acqua calma, ancora scossa da qualche onda d' incertezza, ma che mi permetteva di nuotarci dentro ed esplorarlo. Volevo andarci fino in fondo, fino alla parte più nascosta dell' abisso più profondo.

In quei pochi secondi, che sembrarono infiniti, in cui i loro occhi si legarono, si dissero più parole di quelle che avessero mai detto in tutti quegli anni. Si trovarono e ricucirono solo attraverso essi, come se tutto il resto non esistesse più, le loro ferite, il loto passato, la loro rivalità. Niente, se non loro due che si ricucivano a vicenda. Si sarebbero feriti miliardi di volte perché erano entrambi terrorizzati dall' idea di amare, di aprirsi e lasciarsi amare ma, il loro distruggersi, era il miglior modo per guarirsi. 

Il suo naso si scontrò col mio e le nostre labbra erano pericolosamente vicine. Non potevo più trattenermi o pensare al futuro, a ciò che questo battito d' ali avrebbe provocato, avevo bisogno di lei. le presi il volto con entrambi le mani e l' attirai a me, unendo le nostre labbra. Il calore che mi invase il corpo a quel contatto mi fece sentire, per la prima volto dopo ormai troppo tempo, vivo. 

Fu come se le loro anime si fossero risvegliate, da un sonno di dolore, trovando l' antidoto per curarsi e alleggerirsi. Erano destinate a questo.

Le nostre bocche continuavano a cercarsi, affamate di scoprire di più,  mentre la nostre mani si attorcigliavano nei nostri capelli attirandoci a vicenda. Non m' importava di staccarmi per riprendere fiato, avrei potuto vivere solo delle sue labbra ora.

Era una bacio casto, nessuno dei due voleva spingersi oltre e rischiare di rovinare tutto, volevo godermelo, stamparlo nella memoria e imprimerlo sulla pelle. Le sue labbra mi scaricavano delle scosse elettriche per tutto il corpo che, arrivando al cuore, lo fecero battere come mai prima. Ci sprofondai in quel bacio, desiderando con tutto me stesso, di rimanerci e dimenticare il mondo reale.

Mi sentii sprofondare quando si staccò da me, pervaso da un senso di vuoto. I nostri respiri erano affannati e pesanti, nessuno dei due aveva il coraggio di riaprire gli occhi e affrontare la realtà, non ancora. Non volevo finisse, volevo tenerla stretta ame ancora per un po'. Solo un altro minuto, mi sarebbe bastato. Ma, quando riaprii gli occhi, le mie speranze crollarono, le lacrime e la paura nei suoi occhi mi devastarono; non poteva farmi questo,non di nuovo.Non potevo reggere a vederla scappare un' altra volta. Cercai di trattenerla con tutto me stesso, non poteva andarsene e sparire, non poteva continuare a lasciarmi così. 

"mi dispiace" sospirò alzandosi e correndo via "Selene, ti prego! Fermati" mi alzai  velocemente per correrle dietro, ma un giramento di testa lancinante mi colpì, costringendomi dov' ero. Era scappata, di nuovo. No, non gliel' avrei permesso, non l' avrei fatta scivolar via da me così facilmente. Mi costrinsi ad alzarmi, respirando profondamente per  ignorare il dolore pulsante e  mi appoggiai al lavandino, cercando di recuperare equilibrio; ma  la vista iniziò ad offuscarsi  e la testa diventò sempre più pesante Poi il buio.

"Your lips, my lips
Apocalypse"

cascare nei tuoi occhi - Charles LeclercWhere stories live. Discover now