Daddy issues

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Selene

"CONTATTO! CONTATTO TRA LA FERRARI NUMERO 16 E LA RED BULL NUMERO 15" MA che cazzo di problemi aveva?!Non poteva sorpassare in quel punto e lo sapeva benissimo. Cercai disperatamente di far ripartire la macchina.Inutile.Ero fuori, avevo perso la mia ultima possibilità di vincere il campionato, ed era tutta colpa sua. Cazzo. Era un idiota, ma che diavolo aveva intenzione di fare?! Scesi dalla vettura e mi  avventai su di lui. "MA che cazzo di problemi hai? Ti sembra normale fare un sorpasso del genere? Ma che diamine hai nel cervello?" ero furiosa, sentivo le lacrime pizzicarmi gli occhi. Non potevo crederci, ero stata buttata fuori neanche a metà della gara. LUI mi aveva buttata fuori, e non avrei creduto nemmeno per un secondo che non l' aveva fatto di proposito. quando non ricevetti una risposta sentii il sangue ribollirmi nelle vene,la rabbia stava prendendo il sopravvento sul mio autocontrollo. Gli diedi una spinta e lui vacilló ma non reagì. Non mi importava se c' erano le videocamere, non mi importava di nulla. Aveva rovinato tutto. Aveva distrutto la mia possibilità. Aveva vinto.  il naso  mi bruciava per le lacrime che stavo trattenendo, poi le lascia cadere. Nessuno le avrebbe viste finché tenevo la visiera abbassata. Presi un respiro profondo e mi allontanai da lui. Non avevo intenzione di stargli vicino un solo secondo in più. Aveva avuto quello che voleva, mi aveva distrutta. Non aveva aperto bocca e la cosa mi sorprese. Mi aspettavo che mi rinfacciasse che era stata colpa mia o chi sa che altro. E invece non lo fece. Restò in silenzio a subire e, onestamente, la cosa non mi dispiaceva, era strano, ma l' ultima cosa che volevo ora era sentire la sua voce e le sue stupide accuse.

Dissi agli Stuard di non chiamare la macchina per venirmi a recuperare e che sarei andata a piedi fino ai box, avevo bisogni di stare da sola. Mentre percorrevo la pista al contrario le lacrime continuavano a scendermi sul viso, lacrime di rabbia, tristezza, frustrazione. A ogni vettura che mi passava a fianco il mio corpo tremava. Avrei potuto vincere, dimostrare che potevo farcela, che valevo qualcosa, e invece ero qui, a girovagare nel nulla  piangendomi adosso. Non volevo tornare ai box e vedere gli sguardi di tutti, di sentirgli dire che non era colpa mia, che potevo vincere l'anno prossimo e  tutte le altre frasi che avrebbero dovuto rassicurarmi ma   invece mi facevano  solo sentire  peggio. Non volevo  vedere o senire lui. Sapevo già  lo sguardo di delusione che aveva sul suo volto, avevo fallito e me l'avrebbe rinfacciato, puntava su di me e lo avevo deluso.

Quando raggiunsi i box le mie intuizioni si fecero reali. I meccanici mi dicevano che era tutto ok, che non era stata colpa mia, che quel sorpasso era irregolare e che avrei vinto l'anno successivo. Cercarono di rassicurarmi ma la mia pelle bruciava al suo sguardo, ai suoi  occhi frustrati e  furenti puntati su di me. Se per tutti non era colpa mia, per lui lo era e il mio carattere forte e strafottente non poteva nulla contro colui che mi aveva fatto diventare così, lui che mi aveva portato fin qui. Colui che mi aveva cresciuta.
"Ti sei fatta buttare fuori in quel modo? Pensavo fossi una pilota migliore. Potevi vincere e hai buttato tutto all'aria. Non ho cresciuto una pilota del genere!. Dopo tre anni mi aspettavo riuscissi a vincere, a concludere qualcosa nella tua vita." I sensi di colpa mi risalirono fino allo stomaco provocandomi la nausea "Non è colpa mia lui.." trasalii quando mi interruppe. Era inutile che provassi a giustificarmi. "Non mi interessa cosa ha fatto! Se avessi chiuso quella curva in maniera migliore questo non sarebbe successo. Ho faticato tanto per farti arrivare qui e tu continui a buttare tutto all' aria!" La rabbia nella sua vice mi fece ghiacciare.  L'aria mi si blocco in gola, faticavo a respirare, il mio corpo tremava. Avevo bisogno di andar via. Di silenzio. Costringevo le lacrime a restare dov'erano, piangere avrebbe solo peggiorato la situazione. Aveva ragione. Avevo deluso tutti, forse aveva ragione anche Charles. Non meritavo di essere qui. Lo stomaco mi si contorse mentre il panico mi assaliva. Non riuscivo più  a sopportarlo. Corsi via, incurante delle voci  che mi richiamavano o delle telecamere che circondavano i box. Corsi più  veloce  che potevo finché  non fui sola, nel nulla e nel silenzio più  totale. E crollai. Crollai disperatamente lasciando fuori tutto quello che mi ero tenuta dentro fino ad ora. La gola incendiata per il respiro accelerato, la testa  pesante che girava, la nausea che mi prendeva a cazzotti lo stomaco. Ero impotente a me stessa. Vittima delle mie emozioni. Volevo svanire e sentire solo il silenzio ma la mia testa continuava a bombardarmi di parole, voci, immagini. Desideravo farlo smettere, cessare il  caos che mi stava distruggendo. Fermare tutto, anche solo per un secondo, e cessare di esistere. Solo per un secondo.

"Go ahead and cry, little girl
Nobody does it like you do
I know how much it matters to you
I know that you got daddy issues
And if you were my little girl
I'd do whatever I could do
I'd run away and hide with you
I know that you got daddy issues"

cascare nei tuoi occhi - Charles LeclercWhere stories live. Discover now