Soli come a Bologna

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Selene

passai la prima settimana di pausa ad allenarmi tutti i giorni per l'ultimo GP della stagione, avevo ancora una piccola possibilità di vincere il mio primo Campionato e non avrei lasciato nulla distrarmi dal cercare di raggiungere il mio obbiettivo. Max aveva più probabilità di me, ma questo non mi impediva di dare tutta me stessa e provarci. Ero appena uscita dalla doccia quando presi il telefono e trovai cinque chiamate perse e trenta messaggi da parte di Lewis. Cosa stava succedendo? Lessi velocemente gli ultimi tre "Sel rispondimi per favore" "E' importante" "Non aprire nessun social!" cosa diavolo voleva dire?! che stava succedendo? Decisi di chiamarlo sperando mi desse delle spiegazioni più chiare, il telefono squillò solamente due volte prima che potessi sentire la sua voce "Sel! Ma dove eri sparita? possibile che non hai aperto un social per un intera settimana?!" dovetti allontanare il telefono dall' orecchio per non diventare sorda "Lewis ma che succede?" non riuscivo a capire di cosa stesse parlando, ma non aveva torto, non avevo toccato il telefono tutta la settimana, ero rimasta fuori dal mondo. Senza attendere la sua risposta aprii Instagram e i miei occhi si spalancarono quando vidi l' articolo che mi trovai davanti. Oh no. Era una foto di me e Charles, la sera dell' after-party. Quella che non riuscivo a togliermi dalla testa. "I due piloti Charles Leclerc e Selene Ferrara sono stati avvistati insieme fuori da un locale. Saranno rivali anche fuori dalla pista o ci stanno nascondendo qualcosa?" Lewis capì il mio silenzio "L' hai letto vero?" era assurdo. Lo ammettevo mi piaceva creare zizzania durante le interviste e far ribollire il pentolone di gossip. Ma solo fino a che rimaneva nel contesto della pista. Questo era troppo, specialmente per il momento in cui eravamo stati visti. Dovevo aspettarmelo, non c' era da negarlo, e se prima volevo dimenticare quella notte e tornare in pista come se nulla fosse successo, ora sapevo che sarebbe stato impossibile "Sel!" Mi richiamò "Si l' ho visto Lew...questo è assurdo" lo sentii sospirare "Bhe Sel dovevi anche aspettartelo. Se già prima erano insistenti non voglio immaginare ora...Secondo te Charles come l' ha presa?" aveva ragione, dovevo aspettarmelo. Alla fine me l' ero anche un pò creata da sola questa situazione. MA quella notte ero troppo fuori di me per pensare lucidamente. "Non lo so Lew, non credo bene." sbuffai "Sai cosa? parlassero, non mi importa. L' unica cosa che voglio è concentrarmi sulla mia carriera. Ho ancora una possibilità di vincere e non voglio sprecarla per degli stupidi gossip. Parlassero quanto vogliono" Stavo cercando di convincere un pò anche me stessa. Non mi era mai importato delle notizie o dei pettegolezzi. Ma stavolta qualcosa mi turbava. "Questa è la lo spirito little one! Lascia perdere questi articoli e soprattutto lascia perdere Charles. Non penso che farà qualcosa al riguardo, ma in caso dovesse farlo non dargli corda ok?" Sapevo che Charles non avrebbe fatto nulla, odiava questo genere di notizie ma non avrebbe aperto bocca. Almeno non con i reporter, e speravo non l' avrebbe fatto neanche con me. Che non avrebbe dato peso a quello che era successo e l'avrebbe fatto scivolare del dimenticatoio di una sbornia.

Parlai un altro po' con Lewis della prossima, e ultima, gara e poi decisi di andare a fare un giro per rilassare la mente e il corpo alla fatica a cui mi ero sottoposta quest'ultima settimana. Bologna era fredda, essendo ormai in pieno inverno, ma non mi dispiace. Riusciva sempre a risultarmi calda e accogliente. In giro non c'era molta gente il che era positivo perché avevo meno possibilità di incontrare i fan, non che la cosa mi dispiacesse, ma non ero dell'umore giusto e non volevo essere scortese. Camminai in silenzio per i portici guardandomi intorno e fermandomi di tanto in tanto ad osservare qualche vetrina finché non raggiunsi il mio bar di fiducia. Quando mi sono trasferita a Bologna ero praticamente sola e andavo spesso in giro per conoscere meglio la città e cercare di prendere confidenza con i luoghi e le persone, poi un giorno mi sono imbattuta in questo piccolo bar, quasi nascosto dal resto del borgo, e me me sono completamente innamorata. Era piccolo ma ospitale. Mi faceva sentire a casa, così come le persone che ci lavoravano. Spinsi la porta di ingresso e il calore mischiato all'odore della cioccolata calda mi riscaldò anche il cuore. Sorrisi alla barista che ormai conoscevo molto bene e aspettai che finissi di servire un cliente prima di approcciarla. "Hey rossa ti sono mancata?" Per via dei GP ero spesso via ed erano rare le occasione in cui stavo a casa per un periodo un po' più lungo del solito e decidevo di uscire. Preferivo restare a casa ad allenarmi, ma oggi ne avevo bisogno. " Selene. Finalmente hai deciso di elogiarci con la tua presenza" mi prese in giro Sofia. Effettivamente non mi facevo vedere in giro molto spesso e questo lo rendeva un evento raro, su cui la mia amica non poteva fare a meno di far battute. "Ti sono mancata vedo" risi leggermente sedendomi al bancone di fronte a lei. "Per niente." Le rivolsi una smorfia "sempre molto simpatica vedo" "ovvio. Avevi dubbi?" Scrollò le spalle passandosi una mano nei capelli stile diva e la cosa mi fece ridere. Iniziò a preparami il mio cappuccino al cioccolato ancor prima che glielo chiedessi, ormai conosceva bene i miei gusti. "Cos'è successo con Charles?" Mi chiese dandomi le spalle. Un po' mi aspettavo me lo chiedesse ma non credevo iniziasse l' argomento così dal nulla. "Niente" risposi secca ma, seppur fosse di spalle, sapevo benissimo l' espressione che aveva sul volto; l'espressione di 'ma chi vuoi prendere per il culo?' "Se certo. E io sono Putin" il sarcasmo faceva parte di questa ragazza. "Sel lo sai che esistono delle cose chiamate social vero? Le notizie girano non è colpa mia se tu vivi su Marte" lo sapevo benissimo. L' avevo letta almeno tre volte quella notizia da quella mattina, cercando di capire se avessero scritto altro o se la cosa si fosse spinta oltre la solita "ship" che tutti tanto tanto desideravano. "Lo so Sof, l'ho letta anche io. Ma non è successo niente davvero...Abbiamo avuto una delle nostre solite discussioni, come sempre." Non era falso, ma non era neanche del tutto vero. Sì,era stata una delle nostre numerose discussioni. Ma non so per quale motivo mi avesse colpita più delle altre. Non ero stata spudorata e arrogante nei suoi confronti come mio solito. Mi ero quasi sentita quasi fragile.
Lei si voltò porgendomi la tazza e dal suo sguardo capii che non credeva a una parola di quello che le stavo dicendo "Mhm..a me non sembrava una delle vostre solite litigate. Ti ha letteralmente trascinata fuori dal locale e ,conoscendoti, eri probabilmente ubriaca marcia per farti portare in giro così. Quindi. Dimmi la storia completa,cos'è successo?" Sospirai. Odiavo il fatto che mi conoscesse così bene e sapevo non avrebbe mollato la presa finché non le avessi raccontato tutta la storia. "Ok...dopo la gara ho fatto un intervista e-"
"Si lo so l'ho vista. Hai leggermente esagerato. Come l'ha presa?" avevo esagerato? Probabile "non bene...è venuto a cercarmi, mi ha preso in disparte e ha detto che ero una 'troia viziata' che non sa cosa voglia dire soffrire o lottare per qualcosa nella propria vita e che probabilmente sono dove sono perché mi sono infilata nel letto di qualcuno" La sua espressione scioccata mi fece sorridere leggermente "Che grandissimo figlio di-" si fermò ricordandosi che era sul posto di lavoro e c' era altra gente nel bar. "Lo so" continuai "E questo mi ha leggermente...destabilizzata ecco. E all'after-party ho bevuto tanto e...ho perso il controllo. Ho iniziato ad urlargli contro, mi ha trascinato fuori dal locale e...niente. Abbiamo discusso, mi ha detto che sono imbarazzante e alla ricerca di attenzioni. Gli ho dato ragione e me ne sono andata" cercai di spiegare la situazione al meglio possibile ,cercando di tralasciare tutte le emozioni che mi avevano inondata durante quella giornata. Non ero ancora pronta ad esprimerle, non riuscivo neanche a capirle. Si passò una mano sulla tempia cercando di non urlarmi contro e attirare l'attenzione "non se sei più scema tu o figlio di puttana lui" dire che avesse ragione su entrambi era dire poco. "Certo che quel ragazzo non ce la fa col cervello. MA chi cazzo si crede di essere? Mi verrebbe voglia di tirarlo sotto con la sua stessa macchina a quella testa di cazzo" sempre molto fine devo dire. "Anche a me Sof. Non riesco a sopportarlo" Ero consapevole che al ritorno dalla pausa sarei stata sommersa dai giornalisti, ma ne io ne Charles avremmo aperto bocca sull' argomento. Nonostante tutte le domande e notizie che c' erano sempre state su questa fantomatica "ship" non ne avevamo mai voluto parlare, e oltre tutto lui aveva anche una relazione, ma questo non sembrava fermare i media che, al contrario, stavano mettendo il dito nella piaga anche in quella, dicendo fosse in crisi. Questa gente vive di quella degli altri.Ultimamente la cosa stava diventando pesante perché, nonostante sapevano già le risposte che avrebbero ricevuto, continuavano a fare sempre le stesse domande e tirar fuori le ennesime 'notizie accappia ascoltatori'. "Sai che, appena tornerete, vi ricopriranno di domande su sta roba?" annuii. Lo sapevo, e avrei fatto di tutto per evitare l' argomento. "Sì lo so, e non ne ho la minima voglia. Per quanto mi piaccia il dramma e provocare Charles, non ho voglia di parlare di questo. Gli dirò che avevamo semplicemente avuto una discussione sulla gara, e se mi chiederanno altro fatti loro. Al massimo li stendo con la mia monoposto" scherzai, cercando di alleggerire la tensione che provavo per l' argomento, e la mia amica rise, probabilmente d' accordo con me.

Chiacchierai con Sofia un' altro pò, cercando di dimenticare l' argomento, e tornai a casa. Ero stanca per la settimana di duro allenamento, così mi misi comoda e mi guardai una serie. Avevo bisogno di una giornata off, domani avrei cominciato a prepararmi di nuovo per la gara. Avevo ancora una possibilità e non avrei permesso a niente e nessuno di portarmela via. Avevamo già vinto il campionato costruttori, ma quello piloti non era ancora chiuso.

Il martedì seguente presi il volo per Abu Dhabi. Ero pronta, avevo delle buone sensazioni. Avevo passato tutta la pausa ad allenarmi e studiare la pista e la macchina. Avevo cercato di capire al meglio come e dove sorpassare e come ottenere la Pole Position sabato. Mi sentivo fiduciosa e non avrei lasciato a uno stupido articolo di rovinare tutto. Il tragitto lo passai ripassando i miei appunti mentre ascoltavo della musica, tendevo a stare per le mie durante i viaggi tra un gran premio e l' altro e il mio compagno di squadra faceva lo stesso. Nonostante fossimo nella stessa squadra non aveva sviluppato un grande rapporto come avevo fatto son Lewis o con Lando, ma sicuramente non era come quello con Charles. Appena il suo nome piombò nella mia mente sentii lo stomaco contorcersi. Non volevo pensare a lui, a qulla sera, alle sue parole, ma per qualche ragione non volevano lasciarmi andare. Aveva smosso qualcosa dentro di me, e nonostante cercassi con tutte le mie forze di negarlo, lo sapevo. Sapeva che mi aveva colpito in qualche modo, che era riuscito nel suo intento. Stava riuscendo nel suo stupido giochetto e io glielo stavo permettendo.

"Tanto anche in mezzo alle persone
Ci si sente spesso soli come a Bologna"

cascare nei tuoi occhi - Charles LeclercWhere stories live. Discover now