CAPITOLO 25

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Sono passati esattamente 10 giorni dalla litigata avvenuta con Adam, ci siamo sentiti? No, gli ho scritto io? No e lui mi ha scritto? Assolutamente no.

Dopo ciò che io e mia zia abbiamo scoperto ci siamo messe a fare delle ricerche per quanto riguarda il padre di Ethan e Samantha, ma abbiamo trovato ben poco.

Oggi devo vedermi con le ragazze qui a casa mia per parlare di questa cosa.

Sono le 15, e ho finito di pranzare circa una mezzoretta fa.

Sto per andare a farvi una doccia quando sento il campanello di casa suonare.

Mi affretto ad aprire la porta, dove ci trovo tutte le mie amiche

<<Sbaglio o siete venute con molto anticipo?>>

<<Beh sì, ma volevamo sapere non riuscivamo più ad aspettare!>> mi dice laia, sorrido di fronte a tutta questa loro curiosità e le faccio entrare subito dopo.

<<Ok beh il racconto è molto lungo, perciò, aprite bene le orecchie>>

Annuiscono tutte quante così dopo aver rilasciato un sospiro inizio il racconto.

<<Quando sono entrata per la prima volta al Valencia College, la segretaria mi aveva fin da subito avvertito che la preside Dea volesse vedermi nel suo ufficio; perciò, aspettai nella sala d’attesa mentre ammiravo i quadri d’arte che aveva in esposizione, fin quando non sentì una presenza al mio fianco non mi voltai però perché lei iniziò a parlare fin da subito. Mi chiese se sapessi qualcosa riguardo l’arte ma nello specifico riguardo quei quadri e io gli dissi tutto. Dopodiché entrammo nel suo ufficio e mi fece accomodare, si presentò ecc. Mi chiese di che origini fossi, e io subito dopo lo chiesi a lei, e lei mi disse di essere coreana. Non ci diedi peso e gli feci i complimenti perché era anzi è una bellissima donna. Ma poi qualcosa fin da subito dopo cambiò.>>

Le ragazze mi ascoltavano con un’attenzione disarmante

<<Qualche mese fa circa, venni richiamata dalla segretaria mi disse di dover andare dalla preside, e io così feci. Quando entrai ci vidi un ragazzo nuovo mai visto in vita mia. Si presentò e mi disse di chiamarsi Ethan Hill, la preside mi spiegò che aveva bisogno di un tutor ma anche che le missioni per portare ogni mese un pittore differente alle nostre mostre d’arte dovevo iniziarle a fare con lui. Non capivo perché avesse deciso di allontanare me e Adam che eravamo meglio, lavoravamo con trasporto ma lei non volle sentire ma. Quando scrissi ad Adam per dirgli che volevo parlargli l’ho visto entrare in caffetteria con un sorriso a 32 denti ma, non era rivolto a me>>

Le ragazze sbarrano gli occhi

<<Che cazzo dici...>> annui di fronte alle parole di Alexia

<<Quel sorriso era rivolto ad un’altra ragazza Samantha Hill, la sorella di Ethan mi sentì mancare la terra da sotto i piedi, e fatalità in quel momento si sedette davanti a me Ethan con un cappuccino, ho visto Adam lanciargli un’occhiata di fuoco ma col tutto che Ethan mi parlava io non riuscivo a stare in quella caffetteria così presi di corsa la mia roba e sono uscita, ho sentito Adam richiamarmi ma non mi sono né voltata né fermata. Solo che lui mi aveva seguito mi ha chiesto cosa fosse successo e in breve gli ho raccontato tutto.>>

<<E? …>> domandano tutte insieme

<<Dieci giorni fa, dopo che tornai a casa con Adam abbiamo litigato. Ma non una di quelle stupide litigate, stavolta una più pesante>>

Ripresi fiato per poi continuare

<<Entrai in casa e sono scoppiata a piangere, e non mi ero neppure accorta di aver davanti mia zia, mi ha chiesto cosa avessi e gli ho raccontato tutto. Ma dopo un po' ho visto la sua faccia cambiare, gli ho chiesto cosa fosse successo e lei mi chiese una cosa strana. Mi chiese di che origini fosse la preside e i ragazzi e indovinate un po'? Sono tutti quanti di origine coreana.>>

My LoveWhere stories live. Discover now