XXII

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Luglio 2015

Ho promesso a Luke che avrei organizzato tutto io per il matrimonio, "mi fido di te. E poi non ho tempo per aiutarti" m'aveva detto.
Allora sto facendo tutto io; location, cibo, abito, bomboniere, inviti e da non dimenticare la fatidica e chilometrica lista degli invitati.

122 persone, di cui 30 miei e i restanti di Luke, che ha tanto insistito ad invitare anche tutti i suoi cugini e i rispettivi figli e mogli.

E a me già viene l'ansia. Chi ha il coraggio di camminare con i tacchi e un vestito con strascico davanti a tutte quelle persone e cercare di scacciare la paura di non cadere?

Già m'immagino la figuraccia che farò mentre sono incantata a guardare mio figlio che gioca per terra.

"Marco no" strillo non appena lo vedo infilare le dita dentro una presa. "Marco!"

Lui si ferma subito, appoggia il culo imbottito dal pannolino per terra e si gira verso di me, guardandomi con i suoi occhioni blu.
"Ma-mamma" dice ridendo. "Mamma."

Spalanco la bocca nel sentire il mio bambino dire la sua prima parola. Avevo cercato in tutti i modi di fargli dire "mamma" ma l'unico risultato che ottenni fu solo qualche versetto e invece, ora, quando meno me lo aspetto, lo vedo chiamarmi con la sua vocina dolce.

Mi inginocchio davanti a lui e lo guardo da vicino, avvicinando la testa alla sua, "oh Dio, l'hai detto. Hai detto mamma" esclamo euforica.
"Mamma" ripete e io sorrido come non mai.

Prendo Marco in braccio e corro subito davanti al computer già acceso. Devo chiamare Luke, voglio condividere la mia felicità con qualcuno e con chi se non con Luke?

Riconosco la sua voce nonostante ci siano altre persone intente a parlare, "è successo qualcosa?"
"Sì" dico emozionata prendendo le mani di Marco nelle mie. "L'ha detto, ha detto mamma! Ha detto mamma!"
Luke ride avvicinandosi alla webcam, ci guarda e appoggia i gomiti sulle ginocchia, "sentiamo!"

Affianco il viso a quello di mio figlio, incitandolo di ripetere quello che aveva appena imparato, ma niente, come al solito quando gli chiedo le cose non le fa mai.

Sbuffo sistemandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, "giuro che l'ha detto."
"Ti credo solo perché sei tu."
"Mamma" dice ancora Marco.
"L'hai sentito? L'hai sentito, Luke! Ha detto mamma!"

Luke ride ancora con gli occhi serrati, mostrando i denti, e due fossette compaiono sulle sue guance.
Lo guardo imbambolata, rapita dalla sua risata, dalla sua espressione divertita e mi sembro quasi una di quelle ragazzine che corrono dietro ai 5 Seconds Of Summer, quelle con la scritta "I like the lead singer" sulla maglietta tutta scollata.

"Mi manchi" dici smorzando l'atmosfera. "Ci manchi tanto."
Luke diventa subito serio, smette di ridere, "anche voi, non vedo l'ora di riabbracciarvi."

Faccio un mezzo sorriso, cercando di pensare a tutto tranne al fatto che mi viene da piangere. Inspiro una quantità d'aria enorme, sperando che riesca a scacciare le lacrime, ma non ce la faccio.

Mi cade una lacrima dall'occhio e mi asciugo subito col dorso della mano mentre Marco stava prendendo possesso del mio computer, schiacciando tasti a caso con le mani.

"Bea" mormora Luke. "Stai piangendo?"
"No."
"Non piangere, ti prego" risponde sfregandosi il viso.
"Basta, basta, non piango più."

Luke ci saluta, deve andare perché ha una signign di lì a poco e non può aspettare di più. C'è un uomone dietro che continua a schiacciargli la mano sulla spalla e allora se ne va.

Mi molla sempre nel bel mezzo delle conversazioni, mi abbandona davanti al computer che non ho mai il coraggio di spegnere per paura che mi richiami.

Sotto il cielo d'ottobre, l.hWhere stories live. Discover now