Cap 2 | Non uscirai più la fuori!

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Non assomigliava per niente a come quando era ad Hogwarts. Di quella ragazza innocente che aveva costantemente il naso dentro un libro erano scomparse tutte le tracce. Era temprata dalla battaglia: lo erano tutti. La guerra colpiva ognuno in modo diverso, ma Hermione si sentiva notevolmente diversa. Adesso era un soldato. Niente di più, niente di meno.

Si sdraiò sulla schiena, facendo roteare la bacchetta tra le dita mentre fissava la neve che cadeva. Trasformò alcuni fiocchi di neve in piccoli uccelli e ne trasformò altri in vibranti cambiamenti di rosa o viola con un colpo della bacchetta.

Adorava questo giardino. Amava sedermi qui da sola, inalando il profumo delle diverse piante e fiori che crescevano qui. C'era qualcosa di familiare nel guardare i fiori sbocciare e aprirsi, scoprendo le loro anime al sole sopra le loro teste. Quel giardino era per lei un santuario: un luogo che dava la promessa di una nuova vita.

Ora non più però. Tutte le piante erano morte, li da anni non cresceva nulla. Un'altra cosa che la guerra aveva portato via.

"Sapevo che ti avrei trovata qui fuori," disse Harry mentre la porta del giardino si aprì cigolando.

Hermione non parlò, concentrò invece la sua magia nel raccogliere i fiocchi di neve che cadevano per trasformarli in un orso.
Osservò l'orso delle nevi ruggire silenziosamente nell'aria, espandendo il suo corpo a ogni fiocco di neve che lo colpiva.

"Ho portato una coperta," disse Harry piano, rompendo il silenzio scomodo che si era allungato tra loro. "E le sigarette."

Gli occhi di Hermione finalmente incontrarono i suoi.

Harry si sedette accanto a lei con un sorrisetto. Gettò su di loro una coperta sottile sulle gambe e le porse una sigaretta già accesa. "Ho pensato che potesse attirare la tua attenzione."

Hermione rise e posò la bottiglia di gin. Prese la sigaretta da Harry e inspirò profondamente, sentendo la nicotina bruciarle meravigliosamente i polmoni mentre scendeva. Era passato troppo tempo dall'ultima volta che lo aveva fatto. "Come hai fatto a procurartele?" chiese, mentre l'espirazione la avvolgeva nel fumo. "Pensavo che le fabbriche avessero smesso di produrle dopo le evacuazioni?"

"Lo hanno fatto, ma io sono il Prescelto," scherzò Harry strizzando l'occhio. "Ho le mie conoscenze. Ricordi?"

"Ovviamente." Hermione non poté fare a meno di sorridere. "Che stupido da parte mia dimenticarlo."

Una volta era così facile stare con Harry. Erano in grado di parlare di qualsiasi cosa, di tutto.
C'è stato un tempo in cui non c'era un argomento troppo sciocco o troppo personale, o un problema troppo grande. Erano in grado di risolvere qualsiasi cosa insieme.

Non sapeva come parlargli in quei giorni. Non sapeva di cosa parlargli, o come riempire i silenzi scomodi che sembravano sempre allungarsi tra loro.

"Ci sei andata vicina oggi," disse finalmente Harry, con una voce dolce che ruppe subito la tensione.

"L'ho fatto."

"Ron è terrorizzato dal fatto che tu non ritornerai la prossima volta che andrai in missione." Bevve un lungo sorso di gin, con il viso corrugato dal disgusto mentre deglutiva. "Vuole che Kingsley ti metta al bando. Almeno per qualche settimana."

Gli occhi di Hermione scattarono verso Harry. Tra le sue sopracciglia si formò una ruga profonda. "Non sei serio?"

Harry annuì.

"È... è ridicolo! E' completamente fuori questione!" La rabbia le attraversò il corpo, colorandole le vene come acido. "Non può dire sul serio! Se pensa che mi siederò qui mentre tutti gli altri..."

Secrets and Masks | By Emerald_Slytherin.Where stories live. Discover now