«Ariel, Ariel, Ariel...ti hanno detto che nuotare in acque infestate da squali non è saggio?»
Eve Lawrence è una ragazza di diciotto anni con un carattere forte e dinamico, capelli rosso fuoco e degli occhi verde smeraldo. Ha tutto quello che vorreb...
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PRIMA PARTE:
«Uno, due, tre... libera!» esclamò un dottore cercando di rianimare il cuore di Eve. Il corpicino della mia ragazza sobbalzò in aria per la scossa forte.
«Di nuovo!» sbraitò l'uomo con i capelli brizzolati. «Uno, due, tre... libera!» i battiti sembrarono rispondere bene agli impulsi.
«Dai, Eve, ce la puoi fare.» sussurrai costringendo me stesso a non piangere.
«Libera!» ripeté per la terza volta il dottore. Si fermò quando sentì il cuoricino debole di Eve tornare a battere in modo regolare.
«Ce l'ha fatta.» sussurrò quest'ultimo con un sorriso.
Tirai un sospiro di sollievo e feci irruzione nella stanza, fregandomene degli avvertimenti delle infermiere che mi invitavano ad uscire.
«Dobbiamo controllarle i parametri, signore.» mi disse un'infermiera con i capelli lunghi fino al sedere.
«Fate pure, ma io non me ne vado.»
«Deve, la signorina deve avere bisogno di riposarsi.»
«Più riposata di così, si muore e io non la voglio disturbare. Voglio solo restare qui a guardarla, sono il suo ragazzo.» ribattei fulminandola con lo sguardo.
L'infermiera alzò gli occhi al cielo e mi lasciò stare cominciando a visitare Eve con lo stetoscopio che poggiò sul petto a destra.
Un'altra le cambiava l'acqua fisiologica e un altro ancora le iniettava qualcosa delle vene.
Era stabile, per fortuna, il suo cuore adesso batteva in modo regolare.
Vince era fuori dalla porta che abbracciava Renesmee. Entrambi erano distrutti dal dolore, piangevano e tremavano dalla paura.
Io cercavo di essere forte e quando gli infermieri andarono via, trascinai la sedia della stanza fino al letto di Eve e restai lì a tenerle la mano per tutto il tempo.
Le baciavo le nocche ormai bagnate dalle mie lacrime.
È tutta colpa mia, se l'avessi tenuta a distanza tutto questo non sarebbe mai successo. Adesso lei non si trovava in un letto d'ospedale a dover lottare tra la vita e la morte.
Restai lì per tutta la notte. Dormendo su una sedia scomoda di plastica e senza lasciare la sua esile mano.
Convinsi Renesmee e Vince a tornare a casa per una doccia calda e delle lenzuola pulite, acconsentirono, ma solo dopo aver insistito per quasi mezz'ora.
