Capitolo 39

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Con questo aggiornamento a distanza
di un giorno mi sono fatta perdonare?🌝

Con questo aggiornamento a distanza di un giorno mi sono fatta perdonare?🌝

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Erano le tre di notte e io non avevo chiuso occhio per tutto il tempo. Mi giravo e mi rigiravo più volte sul mio letto senza mai smettere di piangere e pensare.

Le lacrime ormai erano diventate un tutt'uno con la mie guance e il mio cuscino così bagnato da essere zuppo.

In più, la pioggia dirompente che batteva contro la finestra rispecchiava alla perfezione il mio umore.

Mi sedetti nel letto accendendo l'abat-jour posizionata sul mio comodino e mi sfregai la mano sul viso in modo frenetico.

Avevo lasciato la finestra aperta, come abitudine, sapevo che Jared non l'avrebbe scavalcata ma almeno al mio risveglio avrei visto la sua sperando di trovarlo lì a fissare la mia.

Mi sporsi a guardare e la luce della sua camera era accesa. Neanche lui, come me, riusciva a chiudere occhio.

Mi chiedevo da tutto il giorno come avesse potuto implorarmi di lasciarlo, come avesse potuto pensare di preferire la mia totale assenza che la mia mezza presenza?

E il fatto che lui avesse deciso per conto suo, senza neanche prendere in considerazione il mio punto di vista, mi faceva andare ancora di più in bestia.

Mi alzai dal letto prendendo a camminare velocemente da un angolo all'altro.

Stavo male, senza di lui io stavo male, non era passato neanche un giorno completo che io mi sentivo mancare l'aria.

Mi sedetti sul cornicione della finestra con ancora le lacrime che scendevano e poggiando la testa al muro, guardai la finestra di Jared con nostalgia.

Speravo che affacciasse.
Speravo che mi vedesse e che si pentisse di tutto. Speravo che mi inviasse un messaggio pregandomi di tornare.

Ma non lo avrebbe fatto, era troppo testardo.

Aveva lottato così tanto per me per poi fare cosa? Lasciarmi così quando il primo ostacolo ci stava per raggiungere?

Gli ostacoli si superavano insieme, mano nella mano, non si scappava via. Andavano affrontati, noi avevamo ancora tanto tempo da passare insieme anche se sarebbe stato difficile, ma doveva essere così. Dovevamo stare insieme.

Era sempre stato lui a tornare da me, quando litigavano era lui che bussava per primo alla mia porta.

Adesso l'avrei fatto io.

Mi alzai dal cornicione velocemente, mi misi addosso le prime cose calde che vidi nell'armadio - visto che fuori non smetteva di diluviare neanche un attimo - e scesi le scale il più lentamente possibile per non fare rumore.

Se mio padre mi avesse sentito, mi avrebbe messo  in punizione e questo era l'ultimo nei miei pensieri.

Prima di uscire dalla porta, alzai il cappuccio sulla testa e sgattaiolai fuori come se fossi un ladro.

PROHIBITEDWhere stories live. Discover now