Capitolo 14

41.7K 1.6K 2.4K
                                    

Il mio cuore batteva un ritmo che non credevo potesse essere normale

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

Il mio cuore batteva un ritmo che non credevo potesse essere normale. Non l'avevo mai sentito andare a questa velocità, se non quando mi avevano detto che mia mamma mi aveva definitivamente lasciata.

Erano le nove di sera e io stavo aspettando che Ryan si connettesse alla videochiamata.

Avevo passata l'intera giornata con lo stomaco in subbuglio. Non ero neanche riuscita a seguire le lezioni del lunedì mattina, nè ascoltare la conversazione delle mie amiche in mensa, e non avevo partecipato agli allenamenti delle cheerleader anche perché la caviglia mi faceva ancora male.

Avevo visto Jared in corridoio, in aula, in mensa, in palestra ma non ci eravamo rivolti neanche una parola. Ogni tanto i nostri sguardi si scontravano, ma poi entrambi facevano finta di nulla.

Sapevo però che voleva una risposta a quella domanda. Prima o poi sarebbe venuta a riscuoterla.

Sullo schermo del mio computer finalmente apparve il viso di Ryan. I capelli corti, segno che aveva tagliato i capelli da poco, gli occhi celesti un po' spaventati e il naso sottile.

«Ehi, mi vedi e mi senti?» mi chiese aggiustando telecamera del suo computer.

«Si, ti vedo e ti sento forte e chiaro.» accennai un sorriso freddo e mi sfregai le mani sudaticce nelle cosce. Stavo morendo di ansia.

«Perfetto.» sorrise e mi scrutò per qualche secondo. Odiavo quando lo faceva, mi sentivo osservata e non mi piaceva. «Scusami se ho ritardato, ma gli allenamenti sono finiti tardi e di conseguenza ho mangiato più tardi.» mi spiegò anche lui evidentemente nervoso.

Sapeva bene che non dovevo dirgli nulla di buono.

«Si, immaginavo infatti è anche uno dei motivi per cui non ti ho fatto venire fin qui. Non volevo che perdessi i tuoi allenamenti, anche perché so che siete totalmente concentrati sul campionato.» gli dissi invece io.

Tra noi due c'era freddo, parlavamo come se fossimo dei robot. Nonostante i sentimenti fossero finiti, era dura dare addio a questa cosa che c'era tra noi.

«Allora, cosa devi dirmi, amore?» quando pronunciò quella parole mi sentii quasi male. Perché doveva rendere così tutto complicato, non aveva capito che era una brutta notizia? Cazzo...

«Ryan, voglio essere sincera con te, non voglio fare giri di parole e farti stare in ansia, non ne ho bisogno. Purtroppo ho capito che i sentimenti verso di te sono scemati, non provo più nulla e non è nemmeno colpa tua e non c'entra niente neanche la distanza. So che c'eravamo fatti una promessa prima di partire, ma purtroppo mantenerla significa prenderti in giro e io non posso prenderti in giro. Ti voglio bene e sei una bella persona, quello che c'è stato tra di noi...» non riuscii a finire il mio discorso perché Ryan, con la testa china sulla scrivania e le mani sulle tempie, prese a parlare.

«Ti ho tradito.» sputò fuori il boccone amaro e io sbarrai gli occhi.

«Cosa? Non credo di aver capito bene...» chiusi gli occhi in preda al disgusto. Fai che non ha detto quello che penso abbia detto...

PROHIBITEDWhere stories live. Discover now