Capitolo 26

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Io ed Eve avevamo preso una A al compito di scienze, nonché quello che riguardava il power point sui pianeti

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Io ed Eve avevamo preso una A al compito di scienze, nonché quello che riguardava il power point sui pianeti.

La professoressa era entusiasta di come Eve mi avesse aiutato a concentrarmi, peccato che non sapeva in che modo mi aveva aiutato.

Ma tutto sommato la professoressa non aveva capito nulla e anzi aveva assegnato ad Eve il compito di essere la mia tutor. Per tutto l'anno scolastico lei mi avrebbe aiutato a studiare e non mi potevo opporre, questo l'aveva sottolineato la professoressa Evans.

Ancora una volta lei non si era resa conto che non mi sarei opposto in alcun modo, anzi mi aveva dato una scusa in più per scavalcare quella finestra lasciata appositamente aperta per me.

Eve negava, diceva che serviva per cambiare l'aria viziata della stanza, ma erano tutte balle. La sirenetta aspettava solo di avermi dentro camera sua, nel suo letto, sopra di lei.

La campanella che segnava la fine dell'ora e quindi il termine della lezione mi fece scaltrire dai miei pensieri e per giunta mi ricordava che ancora erano solo le nove di mattina e la giornata era lunga.

Uscii dalla classe seguito a ruota dai miei amici, tutti e tre assonnati per via delle ore piccole che ieri avevamo fatto al North Side.

Tra una canna e l'altra e una canzone di troppo si erano fatte le tre del mattino. Ci eravamo anche concessi di girovagare per la città senza una meta precisa - non che a Springdale si potesse andare chissà dove, ma la musica in sottofondo ci faceva sentire in uno di quei film strano in cui gli amici si godono la loro adolescenza con tranquillità e spensieratezza -.

Peccato che la nostra non era una giovinezza serena, anzi ci eravamo ritrovati all'interno di uno scandalo. Dovevamo vivere quegli anni come se fossero i più belli, ma avevamo deciso di osare un po' troppo. Sentirci grandi ed entrare in giri sbagliati, per poi salvarsi il culo nel modo più sbagliato che c'era.

Diciott'anni compiuti e come regalo ritrovarsi agli arresti domiciliari. Non era una cosa di tutti i giorni, non era una cosa che succedeva a tutti.

Magari questo avrebbe aiutato la nostra crescita personale, oppure non avevamo ancora capito un cazzo, ma una cosa era certa: non avremmo fatto gli stessi sbagli di un tempo.

Nel corridoio di scuola c'era il silenzio tombale. Mi guardai intorno notando che ogni studente di quella scuola aveva gli occhi fissi solo su una persona.

Seguii la traiettoria dello sguardo di tutti fin quando i miei occhi non si soffermavano sul punto tanto osservato.

Forse quella che non avrei mai pensato di vedere, non dopo quella notte.

Laila Howard stava attraversando il corridoio della scuola con in mano i suoi libri di scuola e la testa china sul pavimento.

Era diversa da come me l'avevo vista l'ultima volta.
Non aveva più le punte dei suoi capelli castano chiari colorate di rosa. Non era più una delle cheerleader più brave della squadra di Destiny. Non aveva più le generose forme che madre natura le aveva regalato.

PROHIBITEDWhere stories live. Discover now