CAPITOLO 17 - IL GENE NASCOSTO

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Quando aveva bisogno di riflettere e fare ordine nei suoi pensieri, Cris si recava al cimitero dove riposava lo zio Yuri. Era un luogo che lo riappacificava con sé stesso e anche se non vi si recava spesso, quelle poche volte che lo faceva erano intense e al ritorno aveva sempre la sensazione che le cose che lo tormentavano avessero finalmente preso un ordine corretto e che tendessero verso una soluzione. 

La sua ricerca non stava dando frutti, era ormai fermo da tempo sempre sugli stessi risultati, i quali non producevano alcun dato utile. Nello specifico la sua ricerca attuale verteva su una probabile malattia mentale molto rara. Nel mondo si erano palesati pochi casi, otto per la precisione, ma molto significativi. In sostanza, persone che potremmo definire normali, avevano improvvisamente cambiato atteggiamento, diventando fortemente aggressive, al punto tale da fare del male alle persone a loro vicine, parenti e amici compresi. Si erano verificati casi di aggressione e tentato omicidio, senza apparente motivazione. Questo repentino cambio mentale che aveva trasformato alcuni individui da miti a violenti, non era riconducibile a cause esterne come ad esempio un virus. 

Pertanto, ci si interrogava se vi fosse un gene specifico, il quale normalmente sopito, ma che a causa di una mutazione diventasse predominante tanto da cambiare completamente la personalità degli individui coinvolti. Cris aveva ricevuto da tutto il mondo i campioni di DNA delle persone affette da questa patologia sconosciuta. Si trattava di persone molto eterogenee, apparentemente non vi era alcun elemento in comune tra di esse, erano infatti persone di età e genere diverse, di etnie diverse e di estrazione sociale diversa. Nulla le poneva in comune. Le approfondite analisi effettuate da Cris, non avevano però posto in evidenza nessuna caratteristica genetica comune, che potesse far pensare che fosse la causa o il mezzo di tale tragico cambiamento di personalità.

Essere ad un punto morto lo frustrava, in quanto aveva a disposizione tutti i mezzi e gli apparati migliori, e non giungere a un seppur minimo risultato lo faceva deprimere enormemente. Sapeva che doveva esserci una causa scientifica e biologica ma sembrava essere ben nascosta, come se fosse ovunque ma allo stesso tempo in nessun posto specifico. I medici che avevano seguito localmente i casi liquidarono la questione come problemi psichici, e le persone in questione erano state rinchiuse in strutture di cura psichiatrica.

Appena giunse davanti la tomba di Yuri Vaslov, non potè fare a meno di notare che qualche erbaccia era cresciuta più del dovuto, il servizio cimiteriale era, come tutto, ridotto al minimo data la situazione attuale, probabilmente fondi e uomini erano stati tagliati a causa della crisi in atto dovuta all'isteria generale.

Si mise quindi d'impegno per ripulire la tomba dalle erbe troppo cresciute, andando così a liberare la lapide riportandola completamente in vista.

La lapide era come di consueto di un bianco candido. Il clima secco e caldo della California evitava che su di esse si manifestasse il muschio, facendole sembrare praticamente appena installate. Quando terminò l'operazione di pulizia si concentrò sulla tomba.

"Ciao zio Yuri, spero te la passi bene lassù... lo so era un po' che non tornavo a trovarti... presumo che tu sappia quanto siamo stati presi negli ultimi tempi. Chissà se ti sarebbe piaciuto vivere questa situazione... hai cercato di comunicare invano con civiltà aliene... avevi previsto che il metodo non avrebbe funzionato come così è stato... e alla fine... sono loro ad essere venuti da noi e, ironia della sorte, nemmeno in questo caso si sta comunicando con loro... forse non era solo un problema di distanze..."

Era il tardo pomeriggio degli inizi di ottobre e il Sole autunnale illuminava tutto l'intorno di una tenue luce tendente all'arancio. Cris decise di sedersi sul prato di fronte la tomba, mettendosi a gambe incrociate maneggiando un filo d'erba appena raccolto.

"Sai zio... credo di sentirmi come te quando capisti che l'intero lavoro del SETI era inutile e non portava a risultati concreti. Sono ad un punto morto della mia ricerca... non so se andare avanti o terminarla dichiarando di non avere idea di come proseguire. Per la mia carriera sarebbe uno smacco... ma sinceramente davvero non so cosa fare... dammi un consiglio... dopotutto se sono quello che sono lo devo a te lo sai..."

Provava sempre molta nostalgia quando si recava a far visita allo zio, gli mancavano tantissimo quelle lunghe chiacchierate in cui disquisivano dei temi più vari ma quasi sempre a sfondo scientifico o filosofico. Doveva molto a Yuri, non solo per aver amplificato la sua sete di conoscenza, ma anche per come lo aveva educato a pensare, a porsi delle domande e soprattutto a cercare sempre di superare i limiti. Ed era proprio questa attitudine che adesso lo deprimeva. Aveva trovato un muro, un limite, e non riusciva a superarlo, e cosa più grave, stava pensando di desistere. Cosa gli avrebbe detto lo zio Yuri se fosse stato ancora in vita? Certamente lo avrebbe ammonito. Ma i dati parlavano chiaro, si trovava in un vicolo cieco, e non sapeva come uscirne.

Il Sole scese rapidamente, così come fa in autunno, e Cris sempre più afflitto, decise di tornare a casa dove l'aspettava la sua adorata Enea. Questa volta, tornando dal cimitero, non aveva quella sensazione che le cose si sarebbero sistemate.

E venne il giornoWhere stories live. Discover now