CAPITOLO 14 - INCONTRO RAVVICINATO

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Erano da poco passate le 23 di una calda serata di fine settembre e il Generale Charles Grey era a casa cercando di sfuggire dai pensieri quotidiani dovuti alla situazione in corso. L'isteria globale, gli avvistamenti e in ultimo l'oscuro oggetto apparso da poco sulla Luna, rendevano le giornate del Generale particolarmente intense e difficili. Mai aveva vissuto una situazione di tale pressione, il periodo delle missioni militari all'estero a cui aveva partecipato ora gli sembravano come vacanze scolastiche per adolescenti a confronto di questa.

Al solito provava a distrarsi guardando la TV, in genere guardava programmi sportivi che riproponevano repliche di incontri di football avvenuti in settimana. Purtroppo le attività sportive agonistiche vennero tutte sospese in attesa che la situazione si evolvesse e pertanto i canali sportivi non facevano altro che rimandare in onda vecchie partite di repertorio. Come di consueto sua moglie Emily si accovacciava di fianco a lui sul divano, per fargli compagnia, anche se sistematicamente cadeva in un sonno profondo. Le due figlie invece si rifugiavano quasi sempre ognuna nella propria stanza, in genere per studiare, almeno quella era la versione ufficiale, ma adesso che le attività scolastiche erano anch'esse sospese, certamente si dilettavano a passare il tempo con gli amici sui social network.

Mentre sonnecchiava guardando i giocatori della Washington Football Team, che una volta era chiamata Washington Redskins ma a causa del politicamente corretto, temendo di risultare una squadra razzista, cambiarono nome in quello attuale, senza che questo però migliorasse la qualità di gioco, come spesso osservava il Generale in occasione di conversazioni tra uomini, sentì improvvisamente bussare letteralmente alla porta in modo sommesso.

Al momento pensò di aver immaginato tali suoni, si chiese infatti chi busserebbe mai alla porta? Chiunque avrebbe usato il campanello. E inoltre a quell'ora era improbabile pensò. Tutti i suoi collaboratori, in caso di necessità, lo avrebbero contattato al telefono diretto sempre attivo, prima di precipitarsi a casa sua.

Nuovamente però sentì bussare alla porta. Decise quindi di alzarsi, cercando di non svegliare la moglie. Si mosse con molta attenzione evitando movimenti bruschi o rumori e si diresse verso la porta attraversando il salotto, non prima però di aver preso la sua Beretta compatta Px4 Storm dal cassetto della sua scrivania nel suo studio al piano terra.

Quando aprì la porta si trovò di fronte un'avvenente ragazza dai capelli scuri e lisci e con una frangetta perfettamente tagliata. Indossava una sorta di tailleur bianco panna e sotto di esso una candida camicetta elegante bianchissima, mentre nella mano sinistra teneva una borsa porta documenti di cuoio scuro.

"Generale Charles Grey?"

Il Generale sorpreso da quella visione e diffidente come di consueto rimase impassibile con lo sguardo torvo ed indagatore sulla ragazza senza proferire risposta.

"Beh immagino di si, dopotutto questa è la sua dimora. Piacere di incontrarla."

"Non so cosa voglia ma sappia che questo non è né il luogo né l'ora adatta per parlare con me. C'è un coprifuoco e lei lo sta violando lo sa? Per un'intervista si rivolga all'ufficio comunicazione del Ministero della Difesa."

Così dicendo il Generale fece per chiudere la porta ma la ragazza si sporse in avanti e con fermezza mantenne la porta aperta usando una sola mano.

"Generale, non sono una giornalista, è meglio che mi faccia varcare la porta, la prego è importante."

"Signorina, mi sta forse minacciando? Non è mia abitudine ricevere sconosciuti in casa e men che meno senza preavviso nel cuore della notte! Non insista!"

"Generale, mi faccia entrare, deve farmi entrare!"

"Devo? Ma come si permette? Ma lei chi è? Se ne vada le ho detto!" - il tono del Generale iniziava ad alterarsi, era spazientito e quella persona davanti a lui era particolarmente risoluta e ostinata, i suoi occhi stranamente luminosi anche se erano scuri lo fissavano senza esitazione fin da quando aveva aperto la porta senza abbassare lo sguardo neanche un momento.

E venne il giornoWhere stories live. Discover now