CAPITOLO 12 - ANITA

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Dopo la laurea conseguita alla UCSF e relativo dottorato in genetica, Cris insieme a sua moglie Enea, svolgeva una vita particolarmente tranquilla. Lavorava come docente e ricercatore nella stessa università in cui aveva studiato. Si era specializzato nella genetica umana e nel tempo aveva ricevuto ampi riconoscimenti accademici, tanto che ormai a 45 anni era largamente riconosciuto come uno dei massimi esperti mondiali sull'argomento.

Sua moglie Enea invece, da anni lavorava nel settore della sicurezza informatica, anche lei era particolarmente conosciuta nel suo ambiente e a volte collaborava anche con agenzie governative.

Vivevano in una splendida casa nel quartiere di Bolinas, seguendo così il sogno di Cris di vivere praticamente sul mare. Si erano potuti permettere una tale abitazione grazie al ricavato avuto dalla vendita dell'azienda agricola dei genitori, ormai ritirati in pensione e dediti ai viaggi all'estero.

A seguito del caos determinato dall'arrivo dei visitatori alieni, l'università aveva sospeso le attività e Cris si recava nei suoi laboratori per dedicarsi alle sue ricerche genetiche in quasi completa solitudine, infatti diversi suoi collaboratori e ricercatori avevano preferito evitare di recarsi nei laboratori e restare in attesa che la situazione si evolvesse. Enea al contrario era decisamente molto più impegnata di prima in quanto la sua azienda aveva avuto incarico dal Ministero della Difesa di sorvegliare e mettere ancora di più al sicuro le informazioni sensibili per la sicurezza nazionale, ed era quindi assente da casa per non meno di dodici ore al giorno.

Una mattina agli inizi di settembre, mentre Cris era intento a fare una fugace colazione in una delle mense del Campus praticamente deserte e servite solo dai distributori automatici, venne avvicinato da un'avvenente ragazza. Era bruna con lunghi capelli lisci e una frangetta alla Cleopatra. Indossava una elegante camicetta bianca, aperta il giusto, e dei pantaloni raffinati color cammello. Sorridente, con una moderna borsa porta documenti in pelle rossa, si avvicinò a Cris.

"Dottor Cristopher Callaghan?"

"Si... sono io. Chi mi cerca?"

"Molto incantata! Sono Anita, redattrice della rivista scientifica europea Euroscientist"

"Piacere mio. Cosa la porta a San Francisco?"

"Lei. Sono stata insignita di redigere un articolo sul suo lavoro e seguirla per qualche giorno nelle sue attività, se me lo consente."

"Beh... non ne sapevo nulla, in genere la segreteria universitaria si occupa di informarmi su queste cose e concordare le modalità e le tempistiche..."

"Capisco, sono costernata, qualcosa nella comunicazione deve essere andata storta, sa con questa situazione ondivaga è comprensibile."

"Si... è probabile che sia andata così. Purtroppo al momento come può immaginare le attività sono sospese e non saprei come esserle utile sinceramente..."

"Non si preoccupi dottor Callaghan, sono certa che avrà molto da raccontarmi, i suoi studi sono molto importanti."

"La ringrazio, mi lusinga, però sinceramente non credo che al momento ci siano molte persone interessate al mio lavoro data la situazione attuale... credo ci siano cose più importanti al momento, non pensa?"

"Dottor Callaghan non sminuisca il suo operato, e in ogni caso siamo certi che la situazione si evolverà presto nel migliore dei modi. La prego mi consenta di svolgere questa relazione, vengo da molto lontano..."

"Beh se la mette così... dopotutto molti dei miei impegni sono saltati, per cui d'accordo, mi segua intanto."

"Benissimo! Le rendo grazie!"

"Da dove viene esattamente?"

"Provengo da Manchester."

Cris aveva notato la parlata singolare della ragazza, tramite parole inusuali e l'accento un po' strano ma non sapeva dire se fosse l'accento di Manchester o meno. In ogni caso gli sembrava una ragazza apposto, magari un pò fuori dagli schemi ma questo non era certamente un problema per lui, dato che aveva a che fare quotidianamente con i giovani della facoltà che certo non erano tutti dei damerini.

E venne il giornoKde žijí příběhy. Začni objevovat