CAPITOLO 8 - E VENNE IL GIORNO

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Quando Anne Hatt notò qualcosa che colse la sua attenzione guardando dall'oblò rivolto verso l'infinito della ISS, era il 29 luglio ed erano passati poco più di due mesi dal sequestro della Voyager 1. Era la sola in attività in quel momento sulla stazione spaziale, i suoi quattro colleghi erano infatti a riposo nella loro fase notturna. 

Era impegnata a registrare alcuni dati dell'esperimento che stava portando avanti sul comportamento di alcuni batteri. Si trattava di una delle missioni che era chiamata a compiere a bordo della ISS. Era il suo terzo soggiorno nello Spazio, complessivamente aveva passato già oltre 180 giorni di permanenza considerando anche le sue precedenti missioni. L'emozione di essere parte dell'equipaggio era sempre la stessa, ma ricordava il suo primo lancio come quello maggiormente emozionante. Anche la sua famiglia, in occasione di questo terzo volo, era molto più rilassata, ma l'apprensione era comunque tanta. I suoi figli erano ovviamente molto orgogliosi di lei, avere una mamma astronauta è certamente una cosa straordinaria. 

Suo marito, ingegnere della NASA, la invidiava non poco, non per il fatto che fosse lei l'eroina della casa, ma perché grazie alle sue missioni Anne aveva negli occhi e nella mente le immagini straordinarie della Terra che solo lo Spazio ti può regalare. Aveva studiato sodo, fin dai primi anni alla NASA Academy. Nell'aeronautica aveva imparato a pilotare aerei militari e si era fatta le ossa nella gestione dello stress partecipando anche a missioni di guerra. La preparazione militare era fondamentale per i viaggi spaziali. Dover gestire situazioni critiche richiedeva preparazione e sangue freddo. Difficilmente un accademico possiede tali caratteristiche. E anche in quell'occasione specifica, conservò il sangue freddo, anche perché in realtà non aveva compreso bene cosa intravide.

Nel breve momento che la sua attenzione si posò su quella porzione di cielo stellato aveva visto come un momentaneo lampo, come se uno specchio avesse riflesso per un attimo la luce del Sole. In ogni caso l'enorme distanza non le consentiva di capire la natura dell'oggetto. Si disse che era troppo distante per essere un satellite. Dopotutto, orbitando oltre 15 volte al giorno intorno alla Terra, di satelliti ne vedevano spesso ed erano ormai consueti. Purtroppo a causa della velocità orbitale della ISS, che è di oltre 27.000 km/h, l'oggetto spari velocemente dalla visuale concessa dall'oblò. Decise quindi di visionare meglio l'oggetto al prossimo passaggio, aveva quindi circa 90 minuti per attivare e orientare il telescopio di bordo.

Era da poco terminato il crepuscolo sulle colline nei pressi di Fuzhou, città sulla costa est della Cina, quando Xuan Wei attivò il suo nuovo telescopio amatoriale Celestron da 28 centimetri di diametro. Aveva sempre avuto la passione dell'astronomia fin da bambino, e ora che aveva oltre 40 anni si poteva permettere di acquistare telescopi amatoriali di alta qualità. Questo in particolare era il migliore che avesse mai avuto. Ne aveva avuto già altri tre in precedenza, ma con questo sentiva che finalmente avrebbe potuto vedere tutto quello che desiderava. La sua casa fortunatamente era distante dalla città e intorno non aveva granché, se non colline ed alberi. Acquistò quella casa isolata proprio per dar sfogo alla sua passione nelle limpide notti estive. La moglie lo assecondava di buon grado, sempre meglio dei mariti delle sue amiche che invece avevano hobby poco edificanti, almeno per quello che se ne sapeva in giro. Far tardi la notte bevendo nei locali dove signorine in cerca di compagnia erano la consuetudine, non rientrava fortunatamente nelle abitudini di suo marito Xuan. Durante il giorno Xuan lavorava per una compagnia che distribuiva ricambi di auto europee, e si dava sempre un gran da fare sia al lavoro che in casa. Era quello che si direbbe una brava persona.

Quella sera era intenzionato ad ammirare i dettagli dei crateri lunari e fotografarli. Successivamente, dopo aver preso la mano con il nuovo telescopio, si sarebbe dedicato a Saturno e a qualche Galassia, come Andromeda nella medesima costellazione dedicata alla principessa.

E venne il giornoOnde as histórias ganham vida. Descobre agora