45.

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"Piacere, sono il padre di Alex."

Resto sconvolta dalle sue parole.

Mi sento sbiancare e inizio a tremare.

"C-cosa v-vuole da m-me?" Chiedo balbettando.

"Semplicemente parlare." Risponde lui scrutandomi con i suoi occhioni azzurri.

Sono identici a quelli del figlio.

"Allora, tu e Alex state insieme?" Mi chiede.

Annuisco debolmente, sperando che Alex e Jackson tornino presto.

"Non mi piaci ragazzina, sai?" Dice l'uomo con tono duro.

"Come?" Chiedo scioccata.

"Non meriti mio figlio. Lui merita di meglio, e non una sgualdrina come te." Dice guardandomi con disprezzo.

"Ma come si permette!" urlo stringendo i pugni.

"Cris ma cosa succ.."

Alex si blocca con i bicchieri in mano mentre Jackson compare affianco a lui.

"CHE CAZZO CI FAI QUI? ALLONTANATI SUBITO DA LEI." urla Alex lasciando cadere i bicchieri per terra e tirando il padre per la camicia.

"Stavamo parlando." Risponde l'uomo scrollandosi bruscamente Alex di dosso.

"Ci rivedremo ragazzina, non finisce qui." Mi dice e scompare tra la folla.

Resto con fiato sospeso finché Alex non mi afferra il polso e mi trascina fuori di lì, seguiti da Jackson.

"Cosa ti ha detto?" Mi chiede una volta fuori.

Guardo insicura Jackson e lui capisce il perché del mio sguardo.

"Va bene, io vado. Ci vediamo." Dice Jackson e, salendo sulla sua moto, parte a tutta velocità.

"Parla." Mi dice Alex con tono duro.

"Mi ha detto che non ti merito. E che tu non meriti una sgualdrina come me." Dico guardando verso il basso mentre gli occhi iniziano a pungere.

"Vieni." Mi dice freddamente e lo seguo nel taxi.

Guardo fuori dal finestrino, mentre le lacrime scivolano senza sosta sul mio viso.

Dopo questo incontro, ho ancora più paura del padre di Alex.

Paura che possa separarci, che possa ferirci.

Alex sembra davvero arrabbiato, non mi rivolge neppure la parola, nonostante si sia accorto che sto piangendo.

Una volta arrivati, Alex paga il tassista e scendiamo.

Cammino a passo svelto dentro l'hotel, mentre lui apre la porta della nostra stanza violentemente.

Mi lascio scappare un singhiozzo mentre prendo il pigiama, e Alex se ne accorge.

Si dirige verso di me e mi abbraccia.

Uno di quegli abbracci nel quale vorresti sprofondare, sparire, e non riemergere più.

Uno di quegli abbracci forti, bisognosi, che arrivano all'improvviso.

Uno di quegli abbracci che curano ogni ferita, che riempiono ogni vuoto che hai.

Mi stringe forte tra la sue braccia, così forte da soffocarmi.

Potrebbe anche schiacciarmi le costole, ma aggiusterebbe tutto il resto.

"Scusa, non volevo comportarmi così." Mi sussurra ad un orecchio.

Together?Together.Where stories live. Discover now