Capitolo 21 (Daphne)

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Eravamo allo Stagno, mano nella mano, mi stava facendo ridere ma non so dire per cosa.

C'erano mille fiori intorno a noi e il sole splendeva in alto. Liam acceleró il passo e io anche per stargli dietro. Le nostre dita erano unite e le braccia tese perché lontani, troppo lontani tra di noi.

Io volevo avvicinarmi ma lui continuava a velocizzare il passo. Continuava a ridere.
Stava andando troppo avanti. Correva troppo velocemente.

"Liam aspettami" dissi.

O almeno pensavo di aver detto. Perché sembrava non sentirmi.

Correva.

Correva.

Correva.

La luce del sole mi offuscava.
Non riuscivo più a stargli dietro.
Le nostre mani si divisero.
Era come se una parte del mio cuore si stava staccando. E faceva male.

"Liam
Liam
Liam".

"Liam" mi svegliai di soprassalto con il cuore a mille e respiravo troppo veloce.

Dovevo calmarmi era solo un brutto sogno. Con la mano al petto sentivo il cuore rallentare man mano.

Mi guardai attorno e per un momento scordai dove mi trovassi.
Poi le immagini di ieri sera e ieri notte mi tornarono alla mente. E finalmente il cuore tornó a battere normalmente.

La luce del sole stava iniziando a filtrare, doveva essere prestissimo.
Allungai la mano a fianco a me ma trovai solo le lenzuola fredde. Ma dov'era finito?

"Liam? Sei in bagno? Ho fatto un sogno orribile".

Non mi rispose.

Mi misi seduta e presi il telefono. Erano le 6:23 del mattino.
Mi alzai dal letto e rendendomi conto che non indossavo niente mi portai il lenzuolo con me. Pensavo che fossero cose che si facessero solo nei film e invece..

"Liam ci sei?".

Bussai alla porta del bagno ma era socchiusa. Dentro non c'era nessuno. Mi spostai nella zona del divano ma era vuota anche quella. Il cuore riprese a battere più velocemente di prima. Andai davanti il balcone ma era vuoto lo stesso. Il sole stava albeggiando sulla città. Sembrava deserta a quest'ora, e mi sentivo sola anche io.
Bussarono alla porta e io corsi subito ad aprire.

"Mi dici dove sei stato ero in pensi.." era una cameriera con un carrello. Immagino con la colazione.

"Buongiorno servizio in camera" disse sorridendo.

Ero come paralizzata.

"Mi.. Mi dispiace ma non ho ordinato niente".

"Oddio che sbadata era la camera 24. Mi scusi tanto sono desolata di averla svegliata" era quasi in preda al panico.

"Non si preoccupi.. Ero già sveglia. Salve" non le diedi il tempo di rispondere e chiusi la porta.

Facevano il servizio in camera quindi era possibile che fosse andato a prendere la colazione fuori? Decisi di chiamarlo.

"Bip bip bip".

Strano.
Non ha proprio suonato come se fosse spento.
Riprovo.

"Bip bip bip".

Stavo iniziando ad agitarmi seriamente. Tornando in camera qualcosa mi risaltó agli occhi. Sul tavolino tra il divano e il caminetto c'era un foglio. Lo presi per vedere se mi avesse lasciato un biglietto con qualche spiegazione.
Ma non era un semplice biglietto. Era una specie di lettera. Il cuore mi si fermò nel petto. Avevo un senso di nausea e panico nel petto. Non c'era niente di positivo in tutto questo.

Cara Daphne,
Questa notte con te è stata magica, la notte migliore della mia vita e non la dimenticherò mai. Non dimenticherò mai come mi guardi con quegli occhi meravigliosi, il mio posto preferito al mondo. Non dimenticherò mai l'effetto del tuo tocco sulla mia pelle.
Non dimenticherò mai la sensazione profonda di benessere ed euforia quando mi hai detto che mi ami.
Sei la persona più preziosa per me su questa terra. Colei a cui vorrei donare tutto il mondo oltre a me stesso, perché in realtà già mi possiedi. Il mio corpo la mia mente e il mio cuore sono tuoi e lo saranno per sempre. Questo non lo scordare mai.
Ora non posso spiegarti i motivi, ma devo lasciarti andare. Non cercarmi perché non mi troverai. Ma ti prometto che un giorno sarò io a cercare te. E quando ti troverò spero che ci sarà ancora un posto per me nel tuo cuore. Perché nel mio ci sarai sempre e solo tu mia dolce piccola strega.
Ti amo.
Per sempre tuo.
Liam.

Io non capisco.

Cos'è una lettera d'addio? Sta scherzando? Se questo è uno stupido scherzo giuro che lo ammazzo.

Mi vesto in fretta e furia e lascio la camera d'albergo, la stessa dove ho passato la migliore notte della mia vita e il risveglio peggiore. Continua a non rispondere al telefono e i messaggi non gli arrivano. Sono furiosa.

Prendo un Uber per tornare a casa ma prima decido di passare per casa sua.
Mi apre la signora Reed in vestaglia con la tazza di caffè in mano.

"Buongiorno signora Reed scusi il disturbo, so che è molto presto ma, saprebbe dirmi dove è andato Liam?".

Mi guardò un po stupita. Quasi le facessi pena.

"Oh tesoro.. Liam è partito per lavoro, non te lo ha detto?" non so quante volte il mio cuore si fermó quella mattina.

"Oh.. Si. Si certo. Scusi di nuovo" sembrava volesse fermarmi a restare ma fece un cenno e io tornai nell'uber che mi stava aspettando.

Liam se ne era andato. Per lavoro? Ma perché non dirmi niente.
Perché mi ha tenuto tutto nascosto.
Io.. Io.. Piansi.

Piansi fino a casa e continuai a piangere nel mio letto dove mi addormentai qualche ora più tardi e rifeci di nuovo lo stesso sogno.

Middle Summer - L'estate In Cui Cambiò Tutto Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora