Capitolo 3

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Lorenzo era presente nella stanza quando il respiro di Maria iniziò a diventare più affannato. Pochi istanti dopo, il monitor cardiaco iniziò a suonare un allarme acuto. Lorenzo chiamò subito gli infermieri e prese la mano di Maria. "Ti prego, non mollare", disse con voce commossa.

La decisione di portarla in terapia intensiva fu presa in fretta e furia, e Lorenzo si ritrovò con il cuore in tumulto.

In tarda mattinata fu sorpreso dai suoi colleghi di lavoro che vennero a trovarlo in ospedale. Si sedettero intorno al suo letto e cominciarono a ricordare i viaggi insieme, a raccontare aneddoti e a scherzare, cercando di farlo sorridere. "Ti ricordi quando siamo andati a Zurigo e abbiamo mangiato quella deliziosa fondue bourguignonne?" chiese Roberto, uno dei colleghi di Lorenzo. "E quella volta a Basilea, quando ci siamo persi e abbiamo dovuto chiedere aiuto alla polizia?" aggiunse Luca ridendo.

Lorenzo sorrise, ma poi il sorriso svanì dal suo volto. "Mi mancano così tanto quei tempi", disse con un sospiro. "Mi manca il mio lavoro, mi manca viaggiare, mi manca la mia vita prima di questo incidente."

Più tardi quella sera, Lorenzo e Sara parteciparono a un concerto di musica classica nella hall del Policlinico Gemelli. La sala era molto ampia, con pareti di marmo e soffitti alti decorati con affreschi. C'erano file di sedili in velluto rosso e un grande palcoscenico dove l'orchestra si esibiva. Lorenzo rimase incantato dalla bellezza della sala e si sentì per un momento lontano dalla sua situazione attuale.

L'orchestra cominciò a suonare e Lorenzo si abbandonò alla musica, dimenticando per un momento le condizioni critiche di Maria, la sua sedia a rotelle e il dolore che lo accompagnava. Il suono dei violini, delle flauti e dei pianoforti riempì la sala, creando un'atmosfera magica e coinvolgente. Lorenzo e Sara rimasero seduti, ascoltando ogni nota, immersi in un mondo di armonia e bellezza.

Il giorno seguente, Lorenzo e Sara fecero colazione al bar del policlinico e poi passeggiarono fino alla libreria del Gemelli. Lorenzo decise di acquistare "La scala a chiocciola e altre poesie" di William Butler Yeats mentre Sara optò per il romanzo "La Mia Migliore Amica" di Elena Ferrante. Uscirono poi dall'ospedale e trascorsero un po' di tempo a chiacchierare, condividendo pensieri ed emozioni.

Sara notò che Lorenzo sembrava un po' preoccupato e gli chiese cosa gli stesse succedendo.

"Beh, sai Sara, ho ancora in mente il concerto di quella sera alla hall del Gemelli. Ricordo che quel giorno Maria era stata portata in terapia intensiva e io ho cercato di non pensarci troppo per non rovinare la serata, ma la verità è che quella cosa mi ha turbato parecchio."

Sara lo guardò con affetto e gli prese la mano.

"Capisco come ti senti Lorenzo, ma non puoi fare nulla per Maria al momento. Dobbiamo solo aspettare e sperare che guarisca presto. Nel frattempo, possiamo solo cercare di distrarci un po' e fare le cose che ci piacciono. Come ad esempio leggere il libro che hai comprato o andare a fare una passeggiata insieme."

Lorenzo sorrise leggermente, sentendosi un po' meglio.

"Hai ragione, Sara. E ora, che ne dici di goderci un po' di sole?"

Sara annuì con un sorriso. Anche se c'era un po' di preoccupazione nell'aria, per un attimo si sentirono leggeri e liberi, come se tutto il resto non importasse.

Rientrati nelle proprie stanze, Lorenzo trascorse del tempo a parlare con i suoi nuovi compagni di stanza, cercando di conoscere meglio le loro storie e di capire come stavano. Il ragazzo di vent'anni si chiamava Marco ed era stato ricoverato dopo una caduta in bicicletta durante una gara. Aveva subito un grave trauma cranico e i medici erano preoccupati per le conseguenze che potrebbe avere sulle sue funzioni cerebrali. La ragazza di diciannove anni invece si chiamava Federica ed era stata colpita da un aneurisma cerebrale. Era stata portata in ospedale d'urgenza per un'operazione al cervello e, sebbene fosse stata un successo, era ancora in una fase di ripresa. Infine c'era Giorgio, l'uomo di trent'anni che aveva subito un ictus. Giorgio stava meglio rispetto agli altri due, ma era comunque in cura per riprendersi completamente dalla sua condizione.

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