Epilogo (Pov Jacob)

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Jacob
«Nonno!»
David mi viene incontro correndo. È vestito come un ometto, sua madre deve aver faticato molto per mettergli quel completo.
«Posso stare qui con te? La mamma dice che devo essere bravo!»
«Certo cucciolo! E sì, devi stare buono buono, perché oggi è un giorno importante.»
«Lo zio Ethan sposa la zia Esther?»
«Lo zio Ethan sposa la zia Esther» ripeto, mentre lo afferro da sotto le ascelle e me lo metto a cavalcioni sul collo.
Sembrano passati secoli da quel giorno in cui Ethan è tornato da Port Angeles con qualcosa in più dei pezzi di ricambio. Era come se all'improvviso il mondo avesse ripreso a girare per il verso giusto e, in effetti, credo sia andata proprio così, anche se non avendo mai avuto l'imprinting non posso dirlo per certo.
Ovviamente non sono stati tre anni di rose e fiori, con Esther a Los Angeles per finire l'università e Ethan qui a lavorare, ma entrambi hanno imparato a farsi condizionare meno dagli altri e dalle loro paure. E anche a parlare di più tra di loro.
Dopo un anno che erano tornati insieme, Ethan ha deciso di comprare una casa. Quella di famiglia iniziava ad andargli stretta. Magari aveva anche ragione... i suoi fratelli stanno crescendo e diventano ogni giorno più curiosi ed impiccioni.
Jay e Joey sono due ometti, ormai, e qualche volta vengono in officina a darmi una mano. Sono felice che non si appassionino soltanto ai costosi giocattoli che i vampiri portano a casa dai loro lunghi viaggi.
I vampiri... Ethan se la prenderà da matti quando scoprirà che ho invitato sua madre e i Cullen al matrimonio, ma confido nel fatto che farà l'arrabbiato solo per partito preso. Il fatto che Bella sarà qui in uno dei giorni più importanti della sua vita lo farà felice, anche se non lo ammetterà mai. E comunque mi hanno promesso che rimarranno giusto per il tempo della cerimonia e non si impicceranno troppo.
Il giardino comincia ad essere affollato. Ness accompagna tutti gli invitati ai loro posti senza battere ciglio. Forse dovrei aiutarla, ma stare con questo curiosone mi piace troppo.
«Dave, hai visto il vestito della zia Esther?»
«No, la mamma mi ha mandato da te!»
«Sono sicuro che sarà bellissima.»
«La zia è sempre bella, nonno» ribatte lui.
È innamorato di Esther dal primo momento che l'ha vista. Ethan era persino un po' geloso!
E, a proposito di Ethan, ora che lo vedo trepidante sull'altare in attesa della sposa ed incrocio il suo sguardo che vaga nervoso sugli invitati, in compagnia dei suoi tre testimoni di nozze Seth, Nahuel e Matt - ho voglia di stringerlo forte per l'ultima volta in cui sarà solo mio figlio.
Tra qualche ora sarà anche un marito. E tra un paio di mesi un padre.
Sì, un padre. Quando ce l'hanno annunciato, lui ed Esther erano il ritratto della felicità. I miei ragazzi a fare le cose con calma non ci pensano proprio.
«Curiosone, che ne dici se andiamo a salutare lo zio Ethan?» propongo a David, che guarda il mondo dall'alto delle mie spalle.
«Sìììììììììììììììì!» è la sua risposta e quasi mi trapana un timpano, con quello scampanellio.
«Zio! Zio!» urla, mentre ci avviciniamo ad Ethan. Mi batte i talloni sulle spalle perché vada più veloce, così lo faccio scendere e lascio che corra da mio figlio.
«Ehi, Dave!» lo saluta Ethan, dandogli il "cinque". «Dove hai lasciato la mamma?»
«Con la zia Esther» risponde, poi si fa serio e guarda corrucciato Ethan. «Ma se tu la sposi oggi, poi io da grande non la posso sposare?»
«Direi di no, cucciolo. Ma sono sicuro che quando sarà il momento troverai una bellissima moglie tutta per te.»
«Ma io voglio la zia!»
«La zia è mia da un sacco di tempo prima che tu nascessi, nanerottolo!»
A guardare come litiga con David, mi viene da pensare a quando Ethan e Sarah erano due soldi di cacio - rompiscatole - di tre anni.
Erano perfetti. E continuano ad esserlo.
«Posso abbracciare lo sposo?» chiedo e Seth si avvicina a noi per liberarci di suo figlio.
«Cucciolotto, andiamo a cercare la mamma?» gli chiede mentre allunga la mano verso quella di David e aspetta che lui la afferri.
Li sto ancora guardando allontanarsi, quando Ethan mi fa una domanda che mi coglie alla sprovvista.
«Papà... com'è essere sposati?»
«È... Se sei sicuro di quello che stai facendo e della persona con cui lo stai facendo è l'avventura più bella in cui tu possa imbarcarti. È ovvio che ci saranno giorni in cui litigherete e non ti sembrerà tanto bello, ma se saprete venirvi incontro le cose andranno bene. E sono sicuro che sarete felici» mi fermo un attimo, inspiro profondamente e riconosco il profumo della persona che si sta avvicinando. «Beh, ovviamente preparati a ingoiare il tuo orgoglio e a una bella dose di "tu hai ragione e io torto", perché se aspetti che sia lei a chiedere scusa passerai un sacco di notti sul divano.»
«E io che pensavo che per una volta ti stessi comportando da padre serio! Ethan, non starlo a sentire, sarete felici. Ne sono più che certa. Adesso te lo porto via, prima che le cose che dice ti facciano decidere di fuggire!»
Ethan ride, sembra quasi che si stia rilassando, mentre Ness mi prende per mano, mi trascina al mio posto e mi trasmette un'immagine di Esther pronta ad affrontare la passeggiata verso l'altare al braccio di Sam.
Il matrimonio di Ethan e Esther è molto più "alla buona" di quello che ho avuto io. Ovvio, i Cullen non ci si sono messi di mezzo, ma credo che sia più giusto così. In fondo avrei voluto anche io una cosa intima, con la sola famiglia... e pensare che noi già di famiglia siamo abbastanza.
La banda musicale del liceo - l'unico complesso che Ethan mi abbia permesso di contattare - inizia a suonare la marcia nuziale. Le damigelle precedono la sposa, che cammina lentamente al braccio di suo padre.
Ha un vestito arancione, in barba alle tradizioni. È il colore che Ethan le preferisce addosso. Il pancione fa bella mostra di sé. È una sposa meravigliosa, ed è l'immagine stessa della gioia. Ha un sorriso contagioso, mentre avanza verso Ethan.
Nel posare la mano di Esther sul braccio di Ethan, Sam gli sussurra le ormai solite raccomandazioni-minacce. Lui sorride alla sua quasi moglie, ignorandolo.
Quil dà il benvenuto a tutti i presenti, quando la musica finisce. È il primo matrimonio che celebra, da quando ha accettato di sostituire suo nonno come cerimoniere della tribù. Claire è quasi più emozionata di lui e la piccola Lucy, seduta sulle ginocchia della sua mamma, è ipnotizzata dalla voce del suo papà.
«Judy.»
Il mugolio sommesso alle mie spalle, pronunciato nel momento esatto in cui Judy si avvicina all'altare con le fedi, mi fa capire che mio nipote non ha ancora chiarito con lei. Il fatto è che da bravo - cretino - figlio di Paul, invece di dire a Judy che gli piace, Zack si è messo con la sua migliore amica. Ovvio che lei abbia smesso di parlargli, dato che, a quanto ho capito, anche a Judy piace Zack.
Durante lo scambio delle promesse stringo la mano di Nessie. Sono passati quattordici anni ormai, ma è come se fosse ieri, e le mie promesse valgono ancora.
«Ti amo» sussurro a mia moglie, mentre la stringo a me con un braccio.
David viene fuori da dietro le gambe di suo padre per guardarmi storto. Devo capire chi gli ha messo in testa che tutte le donne della famiglia sono di sua proprietà.

A concludere il migliore dei matrimoni a cui abbia partecipato negli ultimi dieci anni è un bel ricevimento sulla spiaggia in perfetto stile "branco".
È a metà della serata, quando i nostri figli sono spariti già non si sa dove con i loro cugini e amici, che Nessie mi prende per mano e mi trascina nel bosco.
Ci allontaniamo un bel po', fino a che la musica sulla spiaggia non diventa che un leggero sottofondo anche per le nostre orecchie. Poi ci fermiamo. Ness rimane in silenzio.
«Ness, che -»
«Shhhhh» mi dice mentre posa un dito sulle mie labbra «Ascolta.»

Thump. Thump. Thump. Thump.

Thu-thump. Thu-thump. Thu-thump. Thu-thump.

«Vuoi dire che...»
Annuisce. «Sarai di nuovo papà.»
La prendo tra le braccia e le faccio fare una giravolta.
«Ti ho già detto che sei la moglie migliore che avrei potuto mai desiderare?»
«Non recentemente» ride.
«Ti amo» le dico con gli occhi nei suoi.
«Ti amo anch'io.»

***

Judith

«Terry, sei felice?»
«Sì. Come in quel disegno che mi hai regalato tanto tempo fa. Ce l'ho ancora, lo sai?»
Io e mia sorella siamo sedute su un tronco vicino al falò. Con quel pancione si stanca subito e comunque a me non piace troppo stare in mezzo alla gente. Specie se in mezzo alla gente ci sta lui.
«E tu? Sei felice? Hai ricominciato a parlare con Zack?»
«Con quell'idiota non parlerò mai più!»
«Lo dici ogni volta che litigate» mi ammonisce con una risata.
«Sì, ma stavolta...»
«È diverso? E perché?»
«Perché si è messo con Mel. E non parlerò più neanche con lei, dato che...»
«Melody sapeva che ti piace Zack e ci si è messa lo stesso? Judy, devi imparare a sceglierle meglio, le amiche.»
«Cavoli, Zack è proprio il figlio di suo padre. Un idiota totale in fatto di donne.»
Ethan interrompe le nostre confidenze e si siede di fianco a mia sorella. Sua moglie. Accarezza il pancione e dà un bacio ad Esther. Sono così felice che si siano ritrovati e che stavolta le cose stiano andando bene!
«Hai parlato con tuo cugino?» gli chiede Esther.
«Sì, e penso che un sedicenne più imbranato di lui non l'ho ancora incontrato.»
«Che vuoi dire?»
«Che dovresti parlargli» mi risponde.
«Vuoi liberarti di me?»
«Ovvio. Sono sposato da tre ore e non sono riuscito ancora a passare dieci minuti di fila da solo con mia moglie e mia figlia.»
«Potrebbe essere anche un maschietto, visto che non l'hai voluto sapere!» lo prende in giro sua moglie.
«Così c'è più gusto... e poi sono sicuro che sarà una femminuccia. Una bellissima femminuccia, con le tue ciglia lunghe, il tuo sorriso e le tue labbra morbide... e mi farà impazzire quando sarà grande!»
Iniziano a sbaciucchiarsi, senza considerarmi più.
«Sì, ok. Io vado a cercare Zack.»

***

«Come mai tutto solo?» chiedo a Zack, quando lo trovo seduto su uno scoglio completamente isolato dalla spiaggia.
«E tu perché vieni a cercarmi? Mi parli di nuovo?»
«Ciao.»
Mi giro e mi avvio verso il falò.
«Scusami.»
Mi fermo. «Non ho sentito bene, puoi ripetere?»
«Scusami. Per come mi sono comportato poco fa e per quello che ho fatto la settimana scorsa.»
«Perché, che hai fatto? Per quanto mi riguarda sei libero di stare con tutte le ragazze che vuoi.»
Ah, l'orgoglio, brutta bestia.
«Ho lasciato Mel.»
«E perché l'avresti fatto?» torno a guardarlo solo in questo momento.
«Perché non è lei la ragazza che mi piace. Tony mi aveva detto che -»
«Tony? E da quando il tuo amico capisce qualcosa di ragazze?»
«Beh, è stato fidanzato con... non è importante adesso. Comunque mi aveva detto che per capire se la ragazza che mi piace era interessata a me dovevo farla ingelosire.»
«Ah. E ci sei riuscito?»
«Non lo so. Ha smesso di parlarmi.»
«E chi sarebbe questa scema che ha smesso di parlarti invece di prenderti a sberle?»
«Non la conosci?»
«Non mi pare.»
«Ne sei proprio sicura?» mi dice, mentre mi prende per mano.
«Non conosco nessuna così stupida.»
Mi stringe in un abbraccio soffocante.
«Mi sei mancata, scema orgogliosa.»
«E questa sarebbe una dichiarazione d'amore? Puoi fare di meglio.»
«Quando te la meriterai, scema.»
«Di nuovo? Potrei offendermi.»
«Potresti. Ma non lo farai. E sai perché?»
«No, dimmelo tu, saputello.»
«Perché ti voglio bene.»
Gli stringo le braccia forte intorno al torace.
«Ti voglio bene anch'io.»

Broken Hearts - Loging ForTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang