Don't warry baby (Pov Esther/Ethan)

494 21 1
                                    

Esther

Sento la porta della camera chiudersi, ed alzo la testa verso Ethan.
«Mi hai fatta preoccupare da morire» gli dico, e torno a piangere sul suo petto. E' nudo, tutto, zio Jacob e Carlisle non hanno fatto in tempo a rivestirlo prima che mi insediassi nella sua stanza. E poi le bende lo coprivano in gran parte, anche se ora non ci sono quasi più.
«Sei stata qui tutto il tempo?» mi chiede, accarezzandomi la testa. Prende in mano ciocche dei miei capelli, le accarezza, le sistema dietro le mie orecchie.
«Sì. Non volevo lasciarti solo. E non permettevo a nessuno di prendere il mio posto»
«Sarai stanchissima» mi dice, con voce leggera.
Lo fisso per qualche istante. Devo avere gli occhi gonfi, sono tre giorni che piango, e ancora le lacrime trovano un modo per uscire. Scuoto la testa. Non voglio che mi mandi via proprio adesso che è tornato. Non riuscirei a dormire comunque, separata da lui.
Sorride.
«Vieni qui» mi dice, indicandomi il lato libero del suo letto. Non è una buona idea. L'ultima volta che mi sono sdraiata lì, abbiamo litigato.
«Terry, dai! Voglio solo tenerti stretta. Non riusciresti a riposarti in un altro modo».
Mi alzo in piedi, asciugo le lacrime con un fazzoletto di carta che prendo dal pacchetto sul comodino, faccio il giro del letto e mi sdraio accanto a lui, con gli occhi nei suoi.
Quanto sono belli i suoi occhi. Marroni, caldi, così diversi da quelli di tutta la tribù, eppure così giusti su di lui. Mi perdo a guardarli, come non ho potuto fare quando dormiva. Allungo una mano e gli accarezzo i capelli, le guance. Con il pollice gli accarezzo le labbra. Lui le dischiude e morde leggermente il mio polpastrello. Un brivido caldo percorre la mia spina dorsale. Improvvisamente si gira su un fianco, allunga le braccia verso di me e mi porta a stretto contatto con lui.
Posa le sue labbra sulle mie e il suo sapore, inconfondibile, si mischia al mio. Sento la sua lingua bussare sulle mie labbra prima e sui miei denti poi, entrambi gli accordano il permesso di entrare, e, quando finalmente è dentro la mia bocca, accarezza il mio palato, giocando con la mia lingua, rotola sulla schiena e mi trascina su di sé.
Mi stacco da lui. Sorpresa in parte dalla sua mossa, in parte da quello che sento distintamente crescere sotto le lenzuola e premermi contro una gamba.
Ethan arrossisce. Io distolgo lo sguardo dai suoi occhi, ma non muovo un solo muscolo per cambiare la mia posizione. Il sapere che mi vuole - perché ora è chiaro che mi voglia, anche se non si sa per quale motivo non ha ancora cercato di fare l'amore con me - è rassicurante. Le mie compagne di scuola mi hanno parlato delle loro prime volte e delle "potenzialità" dei loro ragazzi. Io ho sempre aspettato che Ethan si facesse avanti, presa nella mia visione totalmente romantica della cosa immaginavo la mia camere illuminata da mille candele profumate di vaniglia.
Ma adesso ... adesso che so che Ethan mi ama e mi desidera ... beh, adesso andrebbe bene anche qui, nella sua stanza, con la sola luce della luna a illuminarci, seppur debolmente, perché nascosta dalle nuvole, con l'unico odore della mia - e della sua - eccitazione a riempire l'aria.
«Esther ... Voglio fare l'amore con te» mi dice, titubante, adorabile. Nonostante il verbo che ha usato, il suo modo e tempo che indicano che vuole che sia qui e adesso, sta chiedendo il permesso. E so che lo sta facendo solo perché sono io, e che gli costa un grande sforzo, dato il sangue da alpha che ha ampiamente dimostrato di possedere, quando mi ha costretta a mettermi in salvo.
Tutto quello che vorrei è chiuso in una parola. Una sola sillaba, due lettere. Che non riescono ad uscire dalle mie labbra. Perché seppure lo voglia anch'io, lui è appena guarito da profonde ferite ed è appena scampato alla morte. E' scosso e spaventato, sebbene non lo ammetterà mai. E poi siamo a casa di suo padre. E quindi questi non sono né il luogo, né il momento adatti a una cosa così importante.
Mi sporgo sulle sue labbra, vi poso un bacio e rotolo giù dal suo torace, finendo con le spalle dritte sul suo braccio destro. Mi stringe forte a sé.
«E' un no, vero?» mi chiede, per la prima volta supplichevole. Mi metto su un fianco e mi appoggio su un gomito, che finisce nell'angolo tra il braccio di Ethan attorno alle mie spalle e il suo torace. Poggio l'altro mio braccio sul suo petto, per stringerlo.
Sollevo lo sguardo, e incontro i suoi occhi. Dentro c'è un'infinita tristezza. Non crederà mica che ...
«Ethan, ti desidero anch'io» le parole mi sfuggono dalle labbra prima che il mio cervello abbia la possibilità di riafferrarle. Il desiderio di rassicurarlo è stato più forte di ogni altra cosa. E la luce che compare nei suoi occhi è la giusta ricompensa alle mie parole.
«Farei l'amore con te anche su uno scomodo pezzo di legno in mezzo alla tempesta, ma non lo farò stasera» il suo sguardo si spegne di nuovo. So che lo sto uccidendo, in questo modo. Ma devo fargli capire che non è con la paura di perdere la possibilità di avermi - lo conosco troppo bene per non sapere che altrimenti non affretterebbe così tanto le cose, dopo il litigio della settimana scorsa - che dobbiamo affrontare la nostra prima volta. Insieme e in assoluto.
«Perché?» gli sfugge dalle labbra. Se queste suppliche le avesse fatte in un altro momento - ma che sto dicendo? In un altro momento non avrebbe dovuto farle.
«Perché hai scelto proprio stanotte per fare l'amore con me?» so che odia quando non gli rispondo, e anzi, replico domandando a mia volta, e non sto cercando di farlo arrabbiare o chissà che altro. Voglio solo che capisca che non è un capriccio, il mio no, ma che sto cercando semplicemente di fargli un favore. So che non lo vuole realmente. A dispetto di tutto ... non vuole che accada in questo modo. Voglio dire ... il bracciale, il tatuaggio ... Ethan è un romantico fino in fondo, anche se non vuole darlo a vedere. E razionalmente non sceglierebbe questo momento, per fare l'amore con me per la prima volta.
Torno a rivolgere la mia attenzione al mio meraviglioso ragazzo, che continua a fissarmi contrariato.
«Lo voglio perché lo voglio. Che domande sono?» mi risponde, finalmente, mettendo il broncio. E' da mangiare di baci quando fa così! Mi sollevo leggermente e poso le mie labbra sulle sue, solo per mordergli dolcemente il labbro inferiore, quello che ha sporto in fuori.
«Potrei risponderti la stessa cosa. Non voglio perché non voglio» gli dico, sorridendogli, per fargli capire che sto scherzando.
«Ma hai detto che mi desideri, Esther!» mi rimprovera. Lo adoro, quando fa così, e non capita spesso che si perda nei suoi desideri. Farei l'amore con lui solo per dargli quello che vuole. Se fosse realmente questo, quello che vuole.
«E anche tu mi desideri ... o almeno così sembrerebbe - scendo con la mano lungo il suo torace, rimanendo al di fuori delle lenzuola, fino a sfiorare la protuberanza subito al di sotto del suo addome, tra le sue gambe. L'espressione di piacere e sofferenza che fa mi strappano un piccolo sorriso trionfante - ma sai perfettamente che è solo la paura di perdermi che ti spinge a chiedermi di farlo qui e adesso, Ethan!»
Abbassa gli occhi sul lenzuolo che lo copre solo in parte. Poi sospira.
«Avere una ragazza intelligente è una condanna» sentenzia.
«Ethan, so che l'avere rischiato la vita deve averti sconvolto, ma non mi perderai tanto presto, lo sai che ti amo e che resterò con te per moltissimo tempo ancora. Tutto quello che vorrai, e se ti dico di no adesso è perché so che è così. Che avremo tutto il tempo per fare le cose con calma - sistemandomi meglio al suo fianco, sfioro involontariamente la sporgenza sotto il lenzuolo - beh, non eccessivamente. Ti amo da impazzire»
Rimaniamo in silenzio abbracciati per un po'. So che sta pensando a cosa rispondermi, e devo dire che se non lo facesse affatto non mi importerebbe, ma credo che importi a lui, e mi mordo le labbra per non suggerirgli qualcosa che va contro la sua volontà.
«Terry, quando mi sono svegliato e ti ho vista ... ti ho sentita piangere su di me, ho capito che non posso fare a meno di te. Che ho bisogno di te. Che sei l'aria che respiro, l'acqua che mi disseta e il sole che riscalda la mia pelle anche quando fuori piove. Che ti voglio come e più di ogni altra cosa al mondo, e che non rischierò mai più di raggiungere gli spiriti senza prima averti fatta mia. Senza prima averti avuta almeno una volta. Perciò, sì, è stata la fottutissima paura di perderti, a spingermi a chiedertelo proprio stanotte. Ma ti desidero da sempre, e vorrei che i miei desideri si realizzassero»
Un singhiozzo sfugge dalle mie labbra, nell'istante in cui Ethan finisce di parlare, e il suo pollice che mi accarezza la guancia mi fa rendere conto che sto piangendo. Le sue parole mi hanno commossa. E', in un certo senso, la dichiarazione che desidero da sempre da lui. Una dichiarazione d'amore, desiderio e possesso.
Mi accorgo di non avergli dato una risposta, se non le lacrime, e mi precipito sulle sue labbra in un bacio che sa di urgenza, di amore, di desiderio ... e di lacrime.
Le mie lacrime, di commozione, le sue lacrime, che posso attribuire al sollievo che la confessione di quelle paure gli ha dato. Mi separo dalle sue labbra per asciugargli le guance, poi lo guardo negli occhi.
Sorride.
«Ecco, ora penserai che sono un debole» mormora, riferendosi al fatto che l'ho visto piangere.
«Potrò pensare tante cose di te, Ethan, e con i nostri caratteri finiremo per litigare tante di quelle volte che la metà delle cose delle quali ti accuserò sarà insensata. Ma mai potrei dirti che sei un debole, amore mio, e mai potrò farlo riferendomi alle tue lacrime. Perché la paura di morire in combattimento riflette solo la tua intelligenza, e quella la amo da sempre»
Le mie labbra sono di nuovo sulle sue, e le mie mani tra i suoi capelli. Il mio seno schiacciato sul suo ampio torace, le sue mani scivolano leggere sulla mia schiena, raggiungono le mie natiche e mi trattengono in questa posizione.
Le nostre labbra si cercano, si scontrano si aprono, si separano, si cercano ancora. I nostri denti mordono, stuzzicano, esplorano. Le nostre lingue accarezzano, si intrecciano, giocano, assaggiano. Mi accorgo che l'urgenza del nostro bacio ci ha spinti nella posizione inversa, con me sotto di lui, soltanto quando sento un suo ginocchio premere tra le mie , alla ricerca di una posizione più comoda per baciarmi. Ora sono le mie mani ad accarezzargli la schiena, a saggiare la consistenza dei suoi muscoli, il calore della sua pelle, dal collo verso il basso e ritorno, spingendosi sempre più giù, sempre più giù, fino a -
Mi irrigidisco, e subito Ethan si stacca da me.
Mi fissa intensamente, rimanendo fermo, poi inizia ad accarezzarmi una guancia con il pollice, ripetutamente.
«Ehi, cucciola, cos'hai? Ho fatto qualcosa di sbagliato?» mi chiede, preoccupato. Lo guardo smarrita, non ha fatto assolutamente nulla di sbagliato. Ero talmente presa da quel bacio che, se le mie mani non fossero arrivate fino al suo fondoschiena nudo, probabilmente saremmo arrivati molto oltre. Ma davvero mi sarebbe dispiaciuto? Davvero sarebbe stato sbagliato?
«Sei ... nudo» gli dico, abbassando lo sguardo e cercando di nascondere il viso contro il suo braccio. Lui sorride - non perché possa vederlo, in questa posizione, ma l'aria si riscalda, quando sorride.
«E' solo questo?» mi chiede, mentre continua ad accarezzarmi la guancia con il pollice.
«Ethan, lo sai che non è solo questo - gli rispondo, voltandomi verso di lui, e sospiro - se continuiamo così finiremo per fare l'amore anche se abbiamo deciso che stasera non va bene!»
«Ti dispiacerebbe davvero tanto se accadesse? In fondo abbiamo stabilito che ci desideriamo, no? E che ci amiamo lo sappiamo da tempo, ormai. Quindi stanotte non sarebbe poi così sbagliata. E' vero, mi sono trattenuto, fin troppo, cercando il momento e la situazione migliore, cercando di capire se tu mi volessi o se invece ero solo io a volerti e ti avrei spinta in una situazione imbarazzante. Non volevo che ti sentissi costretta. Non volevo farlo con te proprio prima di partire, perche non volevo darti l'impressione che me ne stessi andando proprio dopo aver ottenuto quello che desideravo. Ma sono stato un coglione, e ora me ne rendo conto. Cercare il momento e il luogo perfetto non è che una follia. Non esistono. Esistiamo solo noi, la forza con cui ci amiamo e il desiderio con cui si cercano i nostri corpi. Fare l'amore, per noi, non sarà mai sbagliato, Terry. Perché ci amiamo, e tanto basta. Il fatto che l'abbia capito solo ora ... solo per la paura di non poterti più avere ... beh, te l'ho già detto che sono un coglione, no?» sorride, aspettando una risposta. La mia risposta.
«Ethan ... io ...» non so cosa rispondergli perché ha pienamente ragione. E' un coglione, un adorabile coglione. E dopo che mi ha detto cose del genere, come posso non lasciare andare il mio corpo, rilassarmi, prendere tutto quello che verrà da questa notte, senza dare peso al perché abbia scelto proprio questa, tra tante?
Lo fisso. Leggo l'attesa nei suoi occhi quando sollevo il viso contro il suo. Gli accarezzo le labbra con la lingua, continuando a tenere lo sguardo incatenato al suo, dove trovo sorpresa prima, poi comprensione ... e infine passione.
Prende a baciarmi con foga, molto più violentemente di prima. E' come se volesse penetrarmi con la lingua - togliamo pure il "come se" - il ritmo che ha preso è incalzante, e mi piace. Sento i brividi concentrarsi nel mio stomaco, e una caldo tremendo tra le gambe. E' un caldo che mi fa sciogliere, mi sento ... bagnata ... e l'odore della mia eccitazione sale fino al mio naso, e sicuramente anche fino a quello di Ethan.
Le sue mani si infilano sotto la vecchia maglia di Renesmee, che mi ha prestato quando sono entrata in casa sua dopo la trasformazione. La solleva, e si stacca da me solo per sfilarmela, poi le sue labbra ritornano sulle mie. Le sue mani si appropriano dei miei seni, li accarezzano partendo dall'esterno, delicatamente, mentre con un dito disegna circonferenze immaginarie prima di raggiungere il capezzolo, ormai ipersensibile, che si tende fino a fare male, quando le sue dita lo sfiorano. Mi sfugge un gemito, ed Ethan ne approfitta per staccarsi dalla mia bocca. Semina baci sul collo, scendendo sulla linea centrale. Morde le prominenze delle mie clavicole e raggiunge il seno, dove gioca con i capezzoli come prima giocava con la mia lingua. Li accarezza, li sfida, si succhia.
E mentre si diverte a farmi impazzire in questo modo, le sue mani si infilano nell'elastico dei pantaloncini di cotone che dovevano appartenere a un vecchio pigiama di Sarah. Me li fa scivolare lungo le gambe, seguendo il loro movimento verso il basso con il suo corpo. Semina una scia di saliva al suo passaggio, soffia su di essa generando brividi in tutto il mio corpo. La lingua forma delle spirali attorno al mio ombelico, avvicinandosi sempre di più ad esso. La leggera pressione al suo interno mi fa inarcare la schiena, e non è ancora niente, perché lui approfitta del mio movimento per afferrare le mie cosce da sotto ed aprirmi leggermente le gambe, facendomele piegare verso l'alto. Mi guarda con una fame negli occhi, che so non essere di cibo, mentre le accarezza.
Sono nuda di fronte a lui, completamente, per la prima volta.
«Esther ... sei ... bellissima»
Sorrido, mentre lui torna con le mani prima e con il resto del corpo poi, verso il mio viso.
«Sei sicura? - mi chiede - Non credo che sarei in grado di fermarmi, più tardi»
«Se lo volessi, ci riusciresti. Ma sono sicura. Ti amo, Ethan»
Nei suoi occhi si forma una gioia selvaggia, una gioia che lo fa rituffare sulle mie labbra con la stessa foga di prima. Quando si separa da me, mi dedica uno sguardo dolce, il suo sguardo. Si allunga verso il comodino, e prende un contenitore argentato. Dopo averlo aperto, armeggia un po' con il suo membro, e arrossisco, capendo di cosa si tratta.
Stupida, stupida Terry. Ti sembra il momento di arrossire? Dico a me stessa.
Ethan solleva lenzuola e coperte e le tira fino in fondo al letto. Si sistema di nuovo sopra di me, facendo attenzione a porre le nostre parti intime in contatto. La punta del suo membro sfrega e spinge contro uno dei miei punti sensibili, e mi fa sospirare in risposta alle piacevoli scosse che mi percorrono. Dopo qualche minuto di questa tortura, cerca la mia apertura e vi entra. Piano, poco alla volta, come se stesse cercando qualcosa. Entra e torna indietro, per entrare un po' di più, in risposta ai miei sospiri. Entra e torna indietro. Fino a che non trova un ostacolo. Quando lo colpisce, rabbrividisco.
«Terry ... non voglio farti del male» mi dice, con voce colpevole.
«Credo ... credo sia ... una sorta di rito di passaggio, per una ragazza» gli rispondo, con un sorriso, per farlo sentire meno in colpa.
E' spaventato, forse è giusto che lo sia, ma sono davvero sicura che non sia con nessun altro che voglio affrontare la mia prima volta. Allungo una mano sul suo viso e gli faccio una carezza. Lui mi bacia il palmo della mano, stringe l'altra nella sua ed entra con forza, rompendo la mia barriera.
La mia verginità.
Chiudo gli occhi, e mi sfugge una lacrima, insieme a un gemito spezzato. Ethan è immobile, in attesa di un segnale di via libera da parte mia. Ha un pollice sulla mia guancia, e le labbra sulle mie in un bacio leggero, ma è immobile.
«E' ... è tutto a posto?» mi chiede dolcemente. Sono ancora rigida, e lui non azzarda il movimento di un solo muscolo. Ha il terrore di potermi fare male.
«Brucia un pochino. Ma passerà» dico, minimizzando il tutto, mentre allungo il collo per posare di nuovo le labbra sulle sue. E' un bacio dolce, almeno all'inizio, ma si approfondisce sempre di più. Siamo occhi negli occhi, mentre il mio corpo si rilassa e Ethan ricomincia a muoversi dentro di me.
Lentamente, torna a ripetere il movimento di prima. Dentro e fuori. Dentro e fuori. Un nuovo gemito sfugge dalle mie labbra, e di nuovo lui si ferma.
«Esther, forse ... forse è il caso ... che ci fermiamo» mi dice, con una voce roca che non gli ho mai sentito.
«Sì ... se vuoi che non ti rivolga mai più la parola! Adesso baciami e zitto, scemo»
«Ma ... ti ho fatto male» insiste.
Non posso convincerlo del fatto che non mi abbia fatto male con le parole. Devo dimostrarglielo con i fatti.
Spingo il bacino contro il suo, imitando il movimento che aveva intrapreso prima, e mi strappo un altro mugolio. Ethan, in risposta, cerca di allontanarsi da me. Lo imprigiono stringendogli le gambe attorno alle cosce - non che servirebbe a qualcosa se esercitasse un po' di forza in più, visto che è più forte di me - e lo guardo negli occhi.
«Terry -»
«Te l'ho detto che sei uno scemo. Certi mugolii sono di dolore, e altri di piacere. E dopo quello di prima, gli altri sono stati tutti di piacere!» lo informo.
Di nuovo la luce selvaggia si impossessa dei suoi occhi, mentre ricomincia a spingere, sempre più velocemente, rispondendo alle richieste del mio bacino, che fa dei movimenti complementari ai suoi.
Il movimento diventa sempre più rapido, mi fa inarcare la schiena e aggrappare alle sue scapole, stringendo con le unghie. Lui risponde aumentando il ritmo delle spinte, assieme alla loro forza.
Il mio corpo è percorso da onde calde che partono dal nostro legame ed arrivano in periferia. Sono piacevoli. Intense. Mi fanno gemere. Ethan adesso sorride leggermente ai miei mugolii. E' un sorriso soddisfatto, è consapevole del fatto che io stia provando piacere per merito suo.
I nostri corpi vengono all'improvviso scossi da contrazioni fortissime, contemporaneamente. E lui si accascia su di me. Mi stringe. Mi bacia.
Esce da me. Il suo allontanamento mi svuota. In senso letterale e figurato.
Sento il materasso alzarsi, muoversi come in risposta a una diminuzione di peso, e poi riabbassarsi. Allargo le braccia, ed Ethan vi trova spazio. Mi stringe. Mi bacia ancora una volta.
«Come stai?» mi chiede, premuroso, mentre i suoi occhi sono fissi nei miei, alla ricerca di qualche rimorso, forse.
«Ethan, smettila di preoccuparti - sospiro, sollevando una mano sul suo viso a fargli una carezza - Sono felice. Soddisfatta. E ti amo»
«Ti amo anch'io. Ma non volevo farti male»
«Ne dobbiamo davvero riparlare, Ethan?»
«No, se non vuoi»
«Non voglio. Perché davvero non era niente. Niente in confronto a quello che ho provato dopo»
«Per essere la prima volta non siamo andati male, no?» mi chiede, con un sorriso furbetto. Sono felice di vedere che si stia rilassando, finalmente, e rispondo rimanendo al gioco.
«Cerchi voti, per caso?»
«L'intenzione era più o meno quella!» mi dà un bacio sulla fronte e mi sorride. La sua espressione mi fa scoppiare a ridere.
«Che c'è, di tanto divertente?» mi dice, con un tono che non lascia presagire niente di buono, è quello di quando -
Ecco, le sue mani sui miei fianchi a farmi il solletico. Mi fa contorcere, e mi spinge ancora sotto di lui. Quando realizziamo le nostre reciproche posizioni, si ferma, e mi guarda a lungo negli occhi.
Mi bacia teneramente, lentamente, poi rotola sulla schiena verso un lato del letto, tirandomi verso di sé e stringendomi al suo petto. Intreccio le gambe alle sue, mentre inizio a disegnare figure astratte sulla sua pancia.
Respiriamo in maniera sincrona, e stiamo in silenzio. Non abbiamo bisogno di parlare. Anche se ... ho una domanda che mi gironzola in testa da un po'.
«Ethan, da quanto ci pensavi?»

Broken Hearts - Loging ForNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ