Attack (Ethan)

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Ethan

Felice. Come non mi capitava di essere ... no, sto dicendo una bugia. Sono sempre felice quando sono vicino alla mia Esther. Ma adesso lo sono in maniera particolare. Perché, finalmente, lei sa tutto. Sa quanto la amo e quanto l'ho sempre amata. Sa del tatuaggio e ha il bracciale. Sa che non posso volontariamente allontanarmi da lei, non se lei vuole me al suo fianco. E ha promesso che cercherà di essere meno gelosa.
E' con questo pensiero che entro in casa, con il sorriso sulle labbra, e abbraccio la piccola July. La mia sorellina sempre sorridente, che mi stringe il collo con le sue braccine paffute. E' mentre penso a quello che è appena successo che vengo travolto dai miei fratelli-terremoto, che si attaccano alle mie gambe appesantendomi di due zavorre che trascino sul pavimento fino alla cucina, dove so che troverò Nessie intenta a preparare la cena, sono le sei e un quarto, anche se papà non si vede ancora in giro.
Rimango sulla soglia, attendendo che si volti verso di me e, quando lo fa, vedo le sue labbra stirarsi in un sorriso, prima che dalla sua bocca esca una risata.
«Ti hanno catturato?» chiede, mentre ancora ride, indicando i suoi tre piccoli mostri. Rido anche io, e i cuccioli con noi.
«Qual è il gioco di questa settimana?» le chiedo, mentre afferro una mela dal cesto sul bancone per evitare di muovermi ulteriormente. Non voglio che i piccoli si facciano male.
«Questo credo sia nuovo - mi risponde seria - sei mancato loro. Molto»
«Sì, ci sei mancato, e non permetteremo che tu te ne vada via!» aggiunge Jason, con una vocina arrabbiata. Mi chino su di lui, per prenderlo in braccio, facendo in modo che July finisca su un lato. Joseph si rialza e va da Nessie, che gli spolvera i pantaloni e la maglietta e lo prende in braccio a sua volta.
«Mi siete mancati anche voi - fisso intenzionalmente Joey, in modo che capisca che anche lui è compreso in quel "voi" - tutti e tre. Ma devo andare all'università. E domenica tornerò a Seattle» meglio mettere le cose in chiaro fin da subito, perché non facciano scenate domenica.
«Posso venire con te?» mi chiede July. So che è quella alla quale sono mancato di più, e mi pesa risponderle come sto per fare.
«No, Juliet, non puoi. Devi restare qui a controllare che Jay e Joey non combinino troppi danni. Altrimenti come farebbero la mamma e il papà?»
«Ha ragione Ethan, July. Come faccio a controllare questi due senza il tuo aiuto?»
Lei ride, una risata dolce e sincera.
Io e Nessie approfittiamo dello stesso istante per posare i bambini a terra e loro fuggono via, ricominciando a giocare.
«Grazie, Ethan» mi dice Renesmee, avvicinandosi per salutarmi.
«Di niente, sorellina - le rispondo, abbracciandola brevemente - Sai dov'è papà?»
«E' venerdì pomeriggio, dove vuoi che sia? Sarà ancora giù all'officina!»
«Allora vado, devo dirgli due cosette! Ci vediamo a cena!»
«Non fate tardi!» mi grida dietro, ma non le rispondo. Sono già fuori dalla porta di casa. Salto in auto - non l'ho ancora neanche scaricata - e mi avvio verso l'officina. Non vedo l'ora di dare la notizia a papà!
Parcheggio di fronte all'officina - da quando hanno sistemato la rimessa, lo spazio prima occupato dalle auto in riparazione è destinato a questo uso - ma non faccio in tempo ascendere dalla macchina, che già vengo catturato dall'esuberanza dello zio Embry.
«Ethan! Tuo padre mi ha parlato di questo gioiellino! - dice, dando una pacca sul cofano dell'auto - E' davvero forte come dice?»
Passo i successivi dieci minuti ad illustrargli tutte le caratteristiche della Touareg, soffermandomi sulle potenzialità del motore e sulle particolarità dei cerchi che mi hanno fatto montare.
«Fantastica! Prima o poi mi farai fare un giretto» dice, lasciandomi finalmente libero di entrare. Trovo papà, Seth e zia Leah che chiacchierano. Hanno delle facce tese, ma con tutto il rumore che c'è in questo posto non riesco a capire molto di quello che dicono. Da quando papà ha preso a lavorare Tim e Adam, due ragazzi della riserva, questo posto non è più l'oasi di pace che lui e zio Embry avevano creato.
«Papà!» urlo, dirigendomi verso di lui. Sono veramente felice di vederlo. A dire la verità oggi ci vuole veramente poco per farmi contento.
«Com'è andata?» mi chiede, quando gli arrivo di fronte. Faccio un sorriso immenso, prima di rispondergli.
«Benissimo! Terry ha capito subito anche il significato di questo, quando l'ha avuto!» mentre parlo, sollevo la manica sinistra della mia t-shirt.
«Hai ... hai dato il bracciale ad Esther?» mi chiede Seth, con un'espressione di sorpresa stampata sul volto.
«Anche tu l'hai dato a mia sorella quando sei partito per l'università, e avevamo a malapena due anni!» non so cosa mi spinga a rispondergli così male. Ed è assurdo che lo faccia in un giorno in cui sono così bendisposto.
«Ma - » questa sua breve esitazione mi fa scattare.
«Non è la stessa cosa, Seth? Esther è il mio imprinting, come Sarah è il tuo. Vuoi dire che il mio vale meno?» stringo i pugni e gli occhi, e inizio a tremare. Non rischiavo di perdere il controllo in questo modo da quando avevo dodici anni. Non so cosa mi stia capitando proprio oggi.
«No. Sono imprinting entrambi. Allo stesso modo» conclude, tranquillamente, continuando ad osservarmi. Prendo un respiro e cerco di calmarmi.
«Seth, perché non vai a preparare il borsone? Dovrai viaggiare tutta la notte, prima ti metterai in cammino e meglio sarà» papà mi viene in aiuto, e non so se lo faccia perché è mio padre oppure perché è il nostro alpha e non vuole vederci l'uno contro l'altro.
«Vado! Ci vediamo domenica notte!» risponde Seth.
«Meglio per te che sia lunedì mattina!» gli dice papà, minaccioso. Ma, prima che Seth sia fuori dalla porta, gli sfugge un sorriso.
«Ethan, cos'hai?» mi chiede, mentre ancora seguo Seth con lo sguardo.
«Sono felice, le cose non potrebbero andare meglio» gli rispondo, voltandomi verso di lui con un sorriso.
«Ethan, sono tuo padre» dice, ma so che le sue parole significano "non cercare di fregarmi, non sono scemo".
«Oh ... va bene! Non so che mi stia succedendo. Seth mi innervosisce, così come mi innervosisce stare in mezzo a quelli del branco, quando mi trattano come un ragazzino. Mi viene voglia di dimostrare loro - »
«Che sei cresciuto e che non sei uno qualsiasi. E' il tuo sangue di alpha che si fa sentire, Ethan. Un giorno avrai voglia di sfidarmi. Era una cosa che aspettavo da tempo, figliolo»
«Vuoi dire che sapevi che sarebbe successo?»
«Sì, Ethan, o almeno lo ipotizzavo. E' istintivo per un lupo che ha il sangue di alpha cercare di affermarsi sugli altri. E Seth ti dà fastidio perché pensi che stia usurpando il tuo ruolo. O quantomeno lo pensa il tuo lupo» aggiunge, precedendo la mia replica.
«E perché sta succedendo ora?» gli chiedo, sinceramente preoccupato.
«Vuoi dire perché ora e non prima? O perché ora e non tra qualche tempo? - annuisco, e lui continua - Questo non lo so, Ethan. Non posso saperlo. Però puoi provare a parlare con il tuo lupo»
«E come?»
«Non ne ho la più pallida idea. Però so a chi puoi chiedere consiglio»
«A chi?»
«Nonno Billy» mi risponde, sicuro.
«Ma se dici sempre che il nonno -»
«Lo so cosa dico sempre, Ethan - taglia corto, interrompendomi - Ma probabilmente può esserti più d'aiuto di quanto non possa fare io. E' sempre stato più in contatto di me con gli spiriti»
«Devo andare da lui ora?»
«Non ora. Quando ne sentirai il bisogno. Se c'è una cosa che ho imparato in tutti questi anni è che tutto ciò che riguarda le nostre leggende non va d'accordo con le cose imposte, ma solo con il cuore»
«Grazie, papà»
«Di niente, Ethan»
«Toglimi una curiosità - gli chiedo, dopo aver meditato per un po' - Secondo te anche Sarah ...»
«Potrebbe, ma la gestirà molto meglio di te»
«Cioè?»
«Ethan, tu e tua sorella non potreste essere più diversi, pur essendo gemelli. E non parlo di differenze fisiche. Tanto lei è spigliata quanto tu seri introverso. Tanto lei è impulsiva quanto tu sei riflessivo. E tanto lei agisce dietro le quinte quanto tu riesci a primeggiare anche non volendolo. Sarebbe un'ottima beta. La tua ottima beta. Ma non vorrebbe mai niente di più»
«Perché ne sei così sicuro?»
«Perché sono vostro padre. Vi ho osservati in questi diciannove anni. Ho visto te diventare sempre più il portavoce e lei occuparsi dei dietro le quinte. Prendi il discorso del diploma. L'ha scritto lei, ci ha passato la notte, eppure non ha voluto, neanche una volta, che si attribuisse solo a lei»
«Già ...» mi lascia meditare per qualche secondo, mentre si allontana da me per parlare con lo zio Embry.
Papà ha pienamente ragione. L'ha sempre avuto, fin da quando, appena trasformato, insisteva per portarmi con sé alle riunioni con lo zio Sam prima e con Seth poi. Ha sempre saputo che sarebbe successo ... o quantomeno lo immaginava.
E ha sicuramente ragione anche su Sarah. A lei non interessa primeggiare. O almeno non le interessa farlo su di me. E' sempre al mio fianco, e lo sarà in ogni circostanza, ma non tenterà mai di strapparmi il ruolo di maschio alpha. Quello che io, a sentire lui, farò con papà.
«Ethan, andiamo?» chiede papà, distogliendomi dalle mie riflessioni.
«Dove?»
«Che ne dici di passare a prendere i piccoli ed andare alla spiaggia, mentre Ness finisce di preparare la cena?» chiede, sorridendo. Annuisco.
Ho bisogno di distrarmi un po', dopo tutte queste rivelazioni, e i cuccioli sono la migliore fonte di distrazione in circolazione.

Broken Hearts - Loging ForWhere stories live. Discover now