I will be right here waiting for you (Pov Esther)

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Esther

«Tesoro, cos'hai?» chiede la mamma, avvicinandosi a me da dietro. Ho un udito molto più sviluppato da quando mi sono trasformata, e l'avevo sentita arrivare da un po', ma ho preferito fare finta di niente. Quando posso, preferisco far finta di essere normale. Fisso il paesaggio fuori dalla finestra della mia camera per qualche altro secondo, prima di sospirare e voltarmi verso di lei.
«Domani Ethan parte» le dico, e giù un altro sospiro. Questi due mesi con lui sono stati meravigliosi. Ethan è dolce, sensibile e premuroso. Ma ho come la sensazione che non si sia mai lasciato del tutto andare, con me.
«So che Jake e Nessie hanno organizzato una festa di addio per stasera - la guardo spalancando gli occhi. Non possono averlo fatto, non per stasera. E' la nostra ultima giornata insieme - Non te l'avevano detto?»
Scuoto la testa, mentre cerco di ricacciare indietro le lacrime che vogliono uscire dagli angoli dei miei occhi.
«Esther, mi dispiace ... mi hanno detto che Seth lo sapeva e che li stava aiutando ad organizzare ed ho dato per scontato che lo sapessi già anche tu» mi dice, avvicinandosi per abbracciarmi. La lascio fare. Rimango ferma, inerme. Gli unici abbracci che vorrei in questo momento sono quelli di Ethan, e invece mi devo accontentare di quelli di mia madre.
«Mamma, scusami - mormoro, mentre la allontano da me - Devo almeno scegliere cosa indossare stasera, visto che ho poco tempo per farlo»
E' palesemente una scusa per rimanere da sola, ma devo riprendermi prima che arrivi Ethan.

***************

Quando Ethan arriva, mi stupisco di vederlo con in braccio Juliet. Ok, quella bambina è adorabile, ma è l'ultima giornata che possiamo passare insieme e lui si porta dietro la sorellina di un anno? Tanto vale che io porti Judith con noi! Vedo July posargli una manina sulla guancia per riportare la sua attenzione su di lei, visto che, da quando ho iniziato a scendere le scale, Ethan non ha mai distolto lo sguardo da me, e la mia irritazione cresce a livelli stratosferici. Perfetto! Adesso sono anche gelosa di sua sorella.
Ethan si avvicina per darmi un bacio sulle labbra - niente di troppo spinto, comunque, siamo in casa mia e c'è sua sorella a guardarci - poi mi sorride. Uno di quei sorrisi che ti fanno sciogliere. Uno di quei sorrisi che usa quando si sente in colpa. Uno di quei sorrisi che ti incantano, e che ti fanno perdonare qualsiasi cosa stia per dire o per fare. Uno di quei sorrisi che in questo momento odio, perché so che qualsiasi cosa uscirà da quella bocca a me andrà bene, perché l'ha detta con quel sorriso.
«Ti dispiace se viene anche July con noi? Oggi è entrata in camera mia tutta triste e mi sarei sentito veramente un cane a lasciarla a casa»
Quella bambina deve avere un futuro come attrice, perché ora, tra le braccia di Ethan - dove dovrei essere io - non mi sembra così triste.
Comunque scuoto la testa, come a dargli la mia approvazione, perché sono sicura che dalle mie labbra uscirebbe con un tono così entusiasta - notare il sarcasmo - che finiremmo per litigare per l'ennesima volta.
Ethan è fantastico, ma è anche un testardo. Ed io non sono da meno.
«Può venire anche Judith?» gli chiedo, vedendo la testa di mia sorella spuntare dalla porta della cucina. In fondo, almeno così avrò qualcuno con cui stare, mentre lui si dedica a Juliet.
«S-sì» dice, tentennando un po'. Ok, ho capito che da quando Judith si è tolta il gesso è una piaga per l'umanità, dato che insiste per sapere cose delle quali io sono a conoscenza solo da un paio di mesi, e che per tenerla lontana dalla foresta ci vuole una buona dose di impegno, ma potrebbe mostrarmi un po' più di entusiasmo. In fondo io ho accettato che portasse la sua di sorella!
Faccio finta di niente e mi giro verso Judy.
«Judith vatti a cambiare, vieni con noi!» le dico, con un tono fintamente allegro, del quale spero che Ethan non si accorga. Lei fa un gran sorriso e corre in camera sua.
Mia mamma sceglie proprio questo momento per entrare nel soggiorno. Saluta Ethan con un bacio sulla guancia, poi si rivolge a July. Quella bimba è una star. E crescerà viziata da morire, se tutti continuano a trattarla come una principessina. Anche se, a dirla tutta, probabilmente queste attenzioni se le godrà per non più di un anno ancora, visti i ritmi con cui figliano zio Jake e Nessie.
«July! Piccolina della zia, vieni un po' con me?» le chiede mia madre, tendendole le braccia. Lei si volta per un attimo verso Ethan, che le sorride, poi si butta verso le braccia di mia madre. Nessuno resiste alla dolcezza della mia mamma. Perché non le somiglio un po' di più? Tutti questi problemi con lui non esisterebbero se io fossi un po' più come lei e un po' meno come papà.
Mamma si volta verso di me, dopo aver preso Juliet in braccio, e mi fa l'occhiolino. Capisco allora che quella di prendere Juliet è solo una scusa per dare un po' di tempo a me e ad Ethan per restare da soli.
Non appena mia madre scompare nella camera di Judith - un po' per aiutarla a vestirsi, e un po' per trovare qualcosa da far fare a July - mi accorgo, dall'occhiata di Ethan, che il mio umore gli è chiaro come il sole.
«Se non ti andava potevi anche dirlo» mi dice infatti.
«E come facevo a dirti di no ... Hai fatto quel sorriso» gli rispondo, acida. Non ho voglia di litigare, ma ogni volta va a finire così. Lui che fa qualcosa che non mi va bene, e io che faccio finta che mi vada bene semplicemente perché ho paura che si stanchi di me. Anche con tutta quella storia dell'imprinting di mezzo.
«Quale sorriso?» dice, e appena finisce di parlare si forma di nuovo quel sorriso.
«Guardati allo specchio in questo momento e lo saprai» sbotto, andandomi a sedere sul divano e accendendo la tv.
«Non hai voglia di uscire?» mi chiede, di nuovo dolce, sedendosi di fianco a me. Mi mette una mano sulla spalla e mi attira a sé.
Lo allontano bruscamente e spengo la tv.
«Io avevo voglia di stare con te. Da sola. E' l'ultimo giorno che possiamo passare insieme, Ethan!»
«Esther, è anche l'ultimo giorno che posso passare insieme alla mia famiglia. E poi non mi sembra che non abbia passato con te tutto il tempo che potevo, in questi due mesi.» Benissimo. Sono riuscita a far alterare anche lui. Mister Sono-La-Calma-Fatta-Persona si sta arrabbiando.
Stiamo in silenzio per qualche istante, fissando la televisione spenta.
«Scusami» mi dice dopo un po'. Mi volto verso di lui e vedo che mi sta sorridendo dolcemente, così allungo una mano a coprire la sua, sul suo ginocchio.
«No, hai ragione - gli dico - E' solo che non riesco a pensare che da domani non ti avrò qui a rompere tutti i giorni»
Mi avvicino di più a lui, portando le nostre ginocchia a contatto.
«Tornerò tutte le settimane, vedrai che non farai neanche in tempo a dire che ti manco che già sarò qui» mi risponde, accarezzandomi una guancia con il dorso della mano.
Non so cosa rispondergli. Non posso certo dirgli che mi manca già adesso, ed è ancora qui. Mamma rientra in soggiorno con Judith e Juliet e mi solleva dall'imbarazzo di replicare.
«Eccoci qui pronte!» dice, porgendo July a Ethan. Lui scambia un sorriso complice con la sorellina e subito lei si volta verso di me e mi dà un bacio sulla guancia. Questo proprio non me l'aspettavo.
«Dove andiamo?» chiede Judith saltellando, con una piccola borsa a tracolla che contiene chissà cosa e che fa su e giù al suo fianco.
«Alla spiaggia va bene?» chiede Ethan, rivolgendosi a me e alle nostre sorelle. Mamma, alle sue spalle, scuote impercettibilmente la testa, e capisco che è alla spiaggia che stanno organizzando la festa, e che non possiamo andarci. Ma prima che io abbia l'occasione di dire qualsiasi cosa, la piccola July parla.
«No» dice. Chiaro e tondo. E con una voce scampanellante che ormai ho imparato a riconoscere come eredità dei vampiri.
Ethan la guarda fisso. Deve essere stupito quanto me. Di solito Juliet non parla, se non di fronte a lui e in rarissime occasioni.
«No, Ethan, alla spiaggia no. Ci sono le nuvole» gli dice, quando capisce che sta continuando a fissarla perché non crede alle sue orecchie.
Ethan scoppia a ridere. In effetti la scusa delle nuvole è poco credibile.
«July, tutte le volte in cui andiamo alla spiaggia ci sono le nuvole, perché oggi dovrebbe essere diverso?» le chiede, ma lei non risponde. Ha detto quello che doveva dire e ora non parla più.
Come al solito, è mamma a venirci in soccorso.
«Ethan, è chiaro che la piccola non ha voglia di andare alla spiaggia. Che ne diresti di fare qualche commissione per me? Terry e Judy hanno bisogno dei libri per la scuola, e non ho tempo di arrivare a Port Angeles a prenderli. Le accompagneresti tu?»
Port Angeles. Un'ora all'andata e un'ora al ritorno, più dei giri per le librerie del centro. Direi che mia mamma ci ha sistemato tutto il pomeriggio. Anche perché Ethan non le dirà mai di no.
«Certo, non c'è problema, zia Emily. Per voi va bene?» chiede, rivolgendosi più a me che a loro. Annuisco. Anche perché non c'è altro da fare.

Broken Hearts - Loging ForWhere stories live. Discover now