Più dell'oro.

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Università di Harvard. Mattina. 

Trixie era esasperata, certa ormai che sua madre Chloe, la tenente Chloe seppur lei fosse ormai una quasi ventenne, non la prendesse molto seriamente. Disse nuovamente, capendo che la madre era in qualche luogo affollato, trattenendosi dal gettare lontano il cellulare 
"Mamma ti ripeto. Sono due anni che studio quel foglio pieno di codici trovato nell'armadietto del falso tenente Piers. Quella che dovrebbe portare al suo magazzino segreto"
La voce della madre gli ripetete, dopo aver chiesto del prosciutto affettato a qualcun altro, comprendendo Trixie che era al supermercato 
"Trixie neanche gli esperti di tuo zio Di… Amenadiel ci sono riusciti. Ti prego non pensarci, può anche darsi che Piers avesse scritto il falso. Trixie non pensarci, pensa piuttosto allo studio"
Una piccola voce in sottofondo tolse la voglia a Trixie di ribattere. La voce chiedeva alla tenente Chloe
"Mamma voglio parlare con la sorellona. Mamma!"
Dovendo Chloe dirle
"Trixie ti passo Rory. Altrimenti nel supermercato dove siamo non mi fa finire di fare la spesa"
Riempiendo il cuore di Trixie di affetto sentendo la voce della sorella dirle
"Trixie ieri zia Maze mi ha fatto vedere come usare una spada. Era una spada di legno ma ha detto che sono brava…"
Trixie come avrebbe desiderato vedere di persona sua sorella Rory tutta orgogliosa per quel risultato
"...avevi ragione poi su papà. Le favole di Esopo le legge meglio lui che la mamma, perché fa tutte le voci così divertenti…"
Trixie per quella sorella felice aveva fatto l'impensabile, andando all'inferno da Lucifer per spiegargli che la Rory del futuro aveva modificato tutto comunque del futuro, non servendo il suo sacrificio di farsi odiare, facendo tornare assieme la sua famiglia speciale
"...il dentista ha detto che non devo portare l'apparecchio, così posso mangiare altra cioccolata. Tu quando torni?"
Trixie si svegliò dai suoi pensieri, rispondendogli
"Scimmietta, torno tra venti giorni. Mi manchi tantissimo ma sai perché sono qui"
Trixie capì che la sorella era commossa, rispondendogli con la voce rotta
"Lo so. Devi andare nello spazio. Così ci andiamo insieme quando mi crescono quelle cose…"
Il cuore di Trixie si strinse sentendo sua sorella riferirsi alle ali che l'anno prima erano spuntate al cugino Charlie
"...me l'ha spiegato anche zio Dan e zia Charlotte…"
Speso l'angelo Dan e l'angelo Charlotte facevano visita nell'attico, un qualcosa che permise a Trixie di superare quasi del tutto la sua morte
"...Ti voglio bene sorellona"
Trixie si asciugò una lacrima dall'occhio destro, sussurrando al cellulare
"Scimmietta non esiste parola per definire quanto ti voglio bene"
Sentire ridacchiare la sorella la rincuorò, sentendole dire
"Mamma non mi fare il solletico"
Riprendendo la comunicazione sua madre Chloe
"Ora andiamo, altrimenti qui nel supermercato si metteranno a piangere tutti"
Trixie sì ricordò il perché della telefonata 
"Mamma dobbiamo parlare di quell'argomento"
Era certa sua madre avesse alzato gli occhi al cielo
"Va bene Trixie. Ne riparliamo"
Trixie odiava non essere creduta ma era felice di aver sentito sua sorella Rory. 

Il giorno dopo. Pomeriggio, cucina dell'attico. 

Lucifer era vicino al lavandino, intento nel tagliare delle carote a piccoli pezzi per inserirle nel brodo vegetale che bolliva sul fuoco. Sentì il ding dell'ascensore e una piccola voce femminile gridare
"Papà! Dove sei?"
Era Rory, sua figlia di sei anni di ritorno dalla scuola. Un anno prima sarebbe tornata insieme alla sorella Trixie che frequentava il liceo vicino la sua scuola. Lucifer ricordò con una punta di tristezza che Trixie era all'università di Harvard, per realizzare il sogno di diventare un giorno astronauta. Tornava all'attico ogni venti giorni ma ugualmente a Lucifer mancava quella figlia del cuore che gli aveva detto il giorno del matrimonio con Chloe, incinta di sei mesi di Rory
"Lucifer io ti considero non come un patrigno ma un secondo padre. Lo dissi anche a mio padre Dan che concordò. Lui sperava che un giorno trovasse una donna che io potessi voler bene considerando una seconda madre. Oggi voglio dimostrarti quanto ti voglio bene dandoti questo mio regalo. Da oggi se tu vuoi, vorrei chiamarti papà Lucifer"
Lucifer capì in quel momento, più di altri momenti quanto la sua eternità fosse diventata da solitaria e triste a familiare e felice. Il vigoroso abbraccio alla sua gamba destra di una piccoletta bruna lo tolse dai suoi ricordi. Con calma Lucifer inserì le carote tagliate nella pentola, abbassò il fuoco, coprì con il coperchio la pentola, finendo col pulire le mani con un tovagliolo di carta. Guardò in basso riconoscendo quanto sua figlia era uguale alla sorella Trixie con abbracci degni di una piovra. Riconosceva anche che la figlia era arrabbiata per qualcosa. Lucifer disse con calma
"Rory dimmi cosa ti succede"
La bambina disse con tono piagnucolare
"La mamma e cattiva"
Chloe entrò nella cucina con un mezzo sorriso sedendosi a uno sgabello dall'altra parte del bancone della cucina. La tenente disse mentre Lucifer si sedeva dall'altra parte, mettendo la figlia su uno sgabello alla sua destra 
"Come sua sorella Trixie, anche la nostra Rory riesce nell'avvicinare qualunque animale che diventa docile…"
Rory sbuffò 
"....nel giardino della scuola si era nascosto un cucciolo di scimmia. Ieri lo stavano trasportando con la madre in un aeroporto per liberarlo in natura. Dei delinquenti avevano tentato di sequestrare. Avevano fallito ma il piccolo era scappato. Rory l'ha trovato stamattina nel giardino della scuola. Voleva portarlo qui, nascondendolo nello zaino…"
Rory alzò il mento arrabbiata, incrociando le braccia 
"...pensa la mia sorpresa vedendo il suo zaino muoversi. Per fortuna il piccolo aveva un chip di riconoscimento. L'hanno riportato alla madre che mi dicevano era triste per la sua mancanza"
Rory toccò la mano destra del padre, piagnucolando
"Lui mi voleva già tanto bene. Papà aveva una coda lunga. Un musetto così carino"
Lucifer tentò di nascondere alla figlia Rory che era sollevato che la scimmia non fosse giunto con loro due. Ugualmente però sapeva quel terapeuta delle anime infernali che doveva dire qualcosa alla figlia. Decise di essere più che poteva equilibrato, dicendo alla figlia
"Rory, certamente sono certo che la scimmietta sarebbe stato felice con te…"
Lucifer già percepiva lo sguardo di fuoco della moglie Chloe, quel fuoco che l'aveva fatto innamorare 
"...Però devi pensare che sarebbe stato infelice lontano dalla sua mamma…"
Rory annuì rendendosi consapevole che il padre non aveva torto
"...soprattutto perché doveva essere libero nel suo ambiente naturale. Tu vorresti mai stare lontana dalla mamma o dall'attico?"
La figlia di Lucifer scese dallo sgabello, correndo dalla madre Chloe, gridando 
"Mammina! Scusa! Ti voglio bene"
Venendo accolta dall'abbraccio della madre che guardò soddisfatta il suo terapeuta infernale, felice di aver riappacificato le sue donne. 

Trixie e il re dell'inferno. On viuen les histories. Descobreix ara