Una famiglia speciale per Trixie.

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Notte. Vicino al confine con il Canada. Ferrovia. 

Una piccola ombra saltò dentro il vagone merci di un treno diretto in Canada. L'ombra chiuse il portellone del vagone che era pieno di balle di fieno. Quello era il segnale tra quelli che saltavano nei vagoni che era già preso. La piccola figura si posizionò nel fondo del vagone, vicino una botola da cui poteva fuggire. Era stanchissima. Cercò di formare un giaciglio con della paglia, sperando di riposare. Lei era Trixie, la figlia di quasi undici anni di Chloe, una poliziotta di Los Angeles. In quel momento di calma il ricordo di come era arrivata in quel vagone merci gli provocò qualche lacrima. 

Lei ricordava fin troppo bene che dall'età di cinque anni la sua famiglia si era sfaldata. Era figlia di due poliziotti di Los Angeles, Chloe Decker e Daniel Espinoza. Suo padre aveva iniziato a essere corrotto come alcuni suoi colleghi della centrale di polizia mentre sua madre restava una poliziotta onesta. Soprattutto con dolore Trixie ricordava fin troppo bene quando sentiva suo padre dire a chiunque che era stanco di quella famiglia con una vita senza ricchezza. Fin troppe lamentele di un padre che Trixie non riconosceva più. Così tanto sconosciuto che la portò a essere felice quando i suoi genitori divorziarono, quasi tirando un sospiro di sollievo non pretendendo suo padre di vederla spesso. Alla fine quel padre scomparve del tutto.

In quel periodo post divorzio dei genitori, Trixie si avvicinò ancora di più a sua madre. Per la bambina che aveva quasi compiuto sette anni, lei doveva difendere la madre dai possibili nuovi amori, valutando il migliore. Però Trixie constatò che sua madre non desiderava un altro amore, così era rimasta scottata e delusa dall'ex marito Dan che intanto aveva lasciato la polizia per diventare il braccio destro di un criminale, trasferendosi in Texas.

In quella piccola quotidianità con sua madre, Trixie si sentiva sola oltre. Poteva contare sempre sulla nonna materna Penelope che era un vero conforto per lei. Una donna sempre sorridente, piena di vita nonostante portasse nel cuore la tragedia dell'assassinio del marito, un poliziotto quando la figlia Chloe era appena quindicenne. Una tragedia che Trixie sapeva aveva portato la madre Chloe a lasciare il lavoro d'attrice per entrare in polizia. Purtroppo per Trixie quella spumeggiante nonna era anche una famosa attrice di film sci-fi, quindi spesso in viaggio per fare film o partecipare a convention. Dall'altra Trixie non poteva contare minimamente sui nonni paterni. Nonni paterni verso cui la bambina nutriva non pochi rancori. Rancori perché i nonni paterni di Trixie parlavano sempre profondamente male di sua madre, troncando volontariamente ogni rapporto. Se non era già peggio per Trixie, nella scuola era afflitta dai bulli, perché sua madre poliziotta e suo padre di fatto un criminale. In tutto questo, una mattina a scuola per Trixie le sembravano le cose cambiare in qualcosa di meglio.

Quella mattina Trixie aveva picchiato una bulletta, sorprendendo tutti con la furia dei suoi sette anni. Era finita con la bulletta nel corridoio dell'ufficio del preside. La bambina non si poteva immaginare quella mattina di conoscere una persona molto particolare. Ebbe modo di parlare con Lucifer, il consulente civile di sua madre Chloe. Per Trixie era un tipo strano ma anche simpatico. Lo vide sorpreso che quando gli rivelò il suo nome
"Lucifer!"
Trixie non ebbe altra reazione che un attimo di sorpresa per poi parlare normalmente con lui. Una nuova conoscenza che a Trixie piacque ancora di più quando spaventò la bulletta con degli occhi rossi. Occhi rossi che per Trixie erano bellissimi. Un po' le dispiacque quel giorno dover andare via con la nonna materna Penelope, salutando calorosamente quel Lucifer nello stupore di sua madre.  

Quel Lucifer che affermava di essere il diavolo, con tutto il suo strano mondo sembrò a Trixie una salvezza alla solitudine che sentiva. Inoltre la bambina vide per la prima volta sua madre felice con quel Lucifer, certa che non fosse solo un amico. 

Dopo Lucifer, Trixie conoscete la barista del suo nightclub, la tosta Maze. Maze affermava di essere una demone, quanto Lucifer il diavolo. Per Trixie non importava mentre sua madre li definiva degli eccentrici. Fu soprattutto Maze che aiuto Trixie nell'essere molto più sicura. Quella determinata barista del Lux diventò una vera maestra nelle tecniche di autodifesa per Trixie. Lezioni che diedero modo a Trixie di dimostrare chi era veramente, oltre la figlia di una poliziotta e un criminale. Nel vagone merci Trixie ricordò con un sorriso commosso le varie volte che, grazie agli insegnamenti di Maze, aveva sconfitto bulli di ogni genere. 

Trixie e il re dell'inferno. Where stories live. Discover now