3.40 • IL SOGNO PIÙ BELLO CHE ABBIA MAI FATTO

En başından başla
                                    

«Non lo so, io... mi sento così triste» singhiozzai. «Avremmo dovuto sposarci subito».

«Ci sposeremo presto» mi rassicurò, e io poggiai la guancia sul suo petto e mi lasciai cullare dalle sue parole e dal battito del suo cuore.

II pensiero mi colse come una boccata d'aria violenta dopo l'apnea e mi strappò via da quel mare di confuso smarrimento.

«Dobbiamo andare da Daniel» dissi, ricordandomene all'improvviso. «Al Tempio di Vesta».

«Certo» rispose Rei, baciandomi ancora una volta. «Andiamo».

Anche il piazzale con i templi era strano

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Anche il piazzale con i templi era strano. Tuttavia, non feci in tempo a prestargli la giusta attenzione che degli schiamazzi mi costrinsero a voltarmi in direzione dei passi appena percorsi, finché, dalla foresta, non lo vidi emergere tra i fusti e le tenebre. Rei mi tirò dietro il suo mantello nero e restammo immobili.

Non ci aveva visto. Kirk, insieme ai gemelli Vanhanen, feriti e ammanettati, si stava dirigendo a passo svelto verso il tempio. Anche lui era ferito. E stanco. Aveva indosso i pantaloni e la lorica nera della Setta con niente sotto. Le sue braccia nude ondeggiavano ad ogni suo passo, contratte in una postura tesa.

Erano braccia possenti, braccia che mi avevano salvata più di una volta. Braccia di cui avevo esplorato ogni centimetro, indugiando su ogni minimo avvallamento, ogni muscolo, ogni vena. Riuscivo ancora a sentirle serrarsi intorno al mio copro bollente.

«A cosa stai pensando?» mi domandò Rei, quando si furono allontanati abbastanza.

«A Kirk» gli risposi. «Temo che voglia scambiare i gemelli con mio fratello».

Aveva senso. Cioè no, non lo aveva. Consegnando i gemelli, Kirk avrebbe, di fatto, consegnato Enea. Daniel era adorabile, tutti gli volevano bene ed ero assolutamente certa che anche Kirk tenesse molto a lui. Ma dubitavo che fosse affezionato abbastanza per arrivare anche solo a pensare di condannare a morte certa l'uomo che per lui era stato come un padre per riaverlo indietro.

Evidentemente Kirk non voleva Daniel. Evidentemente, Kirk voleva qualcosa che Daniel aveva indosso.

«Andiamo» dissi a Rei. «Presto».

Li vidi comparire uno a uno. Devon, Yumi, mio padre, Immanuel, Iulian e Nate, altri Equites e soldati, quelli che erano riusciti a sopravvivere. Una cinquantina di persone in tutto, immobili, attoniti, addossati contro il muro esterno del tempio della Sibilla.

Lo vidi per ultimo, perché il tempio circolare di Vesta lo aveva celato alla mia vista. Insieme al Pontifex, Daniel era praticamente pietrificato davanti a tutti loro. Il Pontifex aveva le sue lunghe dita ossute premute sulle spalle di mio fratello, in un gesto che avrebbe potuto sembrare confidenziale e addirittura affettuoso, ma che, in realtà, lo immobilizzava in una morsa ferrea. Daniel non stava bene. Aveva le pupille dilatate, fissava il vuoto e sembrava completamente dissociato. Tutti e due erano al sicuro all'interno di uno scudo energetico bianco, qualcosa che, sicuramente, non era stato generato da Daniel e che costituiva l'unica fonte di illuminazione dell'intero piazzale.

SPQTHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin