3.20 • BAMBOLE DI GHIACCIO

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Lo scoppiettante crepitio delle fiamme nel camino si rifletteva nei suoi occhi azzurri in un'ipnotica danza senza sosta.

«Sai dirmi cos'è un mezzo genio?» gli domandai.

«Un cosa?» chiese, poi si rispose da solo. «Ah, un mezzo genio. Certo. È il prodotto di un genio con un Umano».

«È falso» risposi. «Pensaci bene. Io stessa sono il prodotto di un genio con un Umano. E, come me, ce ne sono moltissimi altri. Di mezzi geni, invece, esistono solo i Vanhanen».

«È vero» convenne, dopo un po'. «È vero, non ne conosco altri».

«Non ne conosci altri perché non ne esistono. Perché non esistono mezzi geni. Però nessuno ci fa mai caso, hai notato?»

«Hai ragione» disse, scrutandomi molto attentamente.

«Loro non sono mezzi geni. Non sono né geni né Umani» sussurrai, rendendomi conto di quanto i miei pensieri, pronunciati a voce alta, sembrassero assolutamente irragionevoli.

Per fortuna, Kirk non mostrò alcuno scetticismo o insofferenza. Anzi, rimase a guardarmi attentissimo, così continuai.

«Ascoltami bene. Ionascu mi ha confermato che Rami, il terzo gemello, è arrivato solo quest'anno. È stato Gilbert a maledire tutti coloro che avessero anche solo incontrato gli altri due per fare in modo che si ricordassero di conoscere da sempre anche Rami».

«Ne sei sicura?»

«Sì» risposi. «Ionascu e Gilbert erano amici e Gilbert lo ha messo al corrente di alcune cose che Ionascu non avrebbe mai potuto scoprire altrimenti. Ma quando lui... quando Gilbert è...»

«Ania...» mi chiamò Kirk, mentre io tentavo malamente di ricacciare indietro le lacrime. «Non hai bisogno di soffocare il dolore. Puoi piangere quanto vuoi. Tornerai ad essere efficiente domani, o dopodomani, o quando te la sentirai».

«No, aspetta, ce la faccio» riuscii a dire, deglutendo a fatica e sciogliendo così il nodo che mi si era stretto intorno alla gola. «Quando Gilbert è morto, tutti voi vi siete scordati dell'esistenza di tutti e tre i gemelli, non solo di Rami. E sai perché? Perché anche gli altri due, tempo addietro, erano spuntati fuori all'improvviso, proprio come Rami. Anche gli altri due sono frutto di una maledizione di Gilbert».

«Voglio crederti» disse Kirk, sottovoce. «Ma perché mai Gilbert avrebbe dovuto fare una cosa del genere?»

«Kirk...» farfugliai, perché non riuscivo più a raccapezzarmi nell'intricato groviglio di pensieri che avevo in testa. «Kirk, una maledizione del genere, estesa a così tante persone, geni e Umani... Gilbert era... lui era fortissimo ma... dove avrebbe mai potuto prendere un potere così sconfinato se non...»

«... se non dall'enormità della menzogna di una falsa morte. La falsa morte di Enea» concluse, con un filo di voce.

«Sì. Sì, è così» borbottai. «Quella notte, nella Grotta di Nettuno... Enea non è morto perché aveva addosso la parte di Lapis Niger di cui era riuscito a impadronirsi. E lui si è... fuori dalla grotta c'erano due sculture di ghiaccio che...»

«No, no, aspetta» mi interruppe. «Stai dicendo che Enea, dopo la morte fisica del suo corpo, si è incarnato nelle due state di ghiaccio? Stai dicendo che Maia ed Heikki Vanhanen sono... loro due sono Enea?»

«No» lo contraddissi. «Non solo loro due. Anche Rami. Perché loro due, forse schiacciati dal troppo potere, durante l'estate dello scorso anno devono avere avuto un crollo».

«Il blackout» disse Kirk.

«Il blackout» confermai. «Che, evidentemente, ha reso necessaria la creazione di Rami, in modo da ripartire il potere in tre, anziché in due. Anche se c'è qualcosa di strano. Rami è fisicamente molto più debole dei fratelli ma, a differenza loro, ha le zanne. O forse le cose sono collegate. Magari ha le zanne proprio perché non è abbastanza forte da reprimerle».

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