Capitolo 52

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Alaska.

Osservo Zeeva senza proferire parola. Il mio sguardo scorre lungo la sua inquietante figura, nella speranza di catturare un dettaglio che mi aiuti a riconoscerla. Una donna così a suo agio nella cerchia dei Volturi, deve aver frequentato Volterra per molto tempo. Eppure, non ho ricordi dell'oracolo.

Quasi come se cogliesse i miei pensieri, la bionda nordica saetta il suo sguardo su di me, mentre le sue labbra si piegano in un sorriso maligno.

«Le mie visioni non vi hanno mai reso giustizia, bambine mie. Siete meravigliose.» La sua voce suona profonda e baritonale, come se facesse eco tra le vette delle montagne.

Bambine mie?! Perché ci ha chiamate bambine mie?! La sua sicurezza e la sua immediata confidenza nei nostri confronti mi mettono a disagio. Si rivolge a noi come se ci conoscesse da una vita, come se fosse una vecchia amica. Ma allora perché non ho memoria di questa donna?

Mia cugina riflette i miei pensieri e gli dà voce.

«Zeeva, ti ringrazio molto. Perdonami se non posso ricambiare la tua cortesia. Purtroppo, non ho memoria di averti conosciuta prima di oggi.» La diplomazia di Didi mi disarma ogni volta, ed è una strategia che non ha rivali.

«Posso chiederti come sei venuta a conoscenza della nostra esistenza?» Questa volta, però, il timbro della voce di Didi esce profondo e subito comprendo il suo tentativo di compulsione.

Prego invano che il suo tentativo abbia successo, ma la risata della donna arcigna abbatte ogni mia speranza.

«Cara Didyme, mi perdonerai se non rispondo con OBBEDIENZA alla tua richiesta.» Subito comprendo che Zeeva è a conoscenza del potere di Didi, ma allora perché i Volturi  non ne hanno mai saputo nulla? Perché questa donna non ha condiviso con Volterra tutte le sue conoscenze?

Aro si avvicina alla bionda osservando la figlia con fare soddisfatto.

«La nostra cara amica è al servizio della nostra Casata. Forse, se fossi rimasta al tuo posto, avresti potuto avere risposte alle tante domande stipate nella tua piccola mente, figlia mia.»

Poggia una mano sulla spalla di Zeeva, mentre vedo, anche se solo per un istante, le sue parole spezzare la fierezza di mia cugina. La poca considerazione di Aro verso di lei è sempre stato il suo più grande dolore. Se solo sapesse cosa è in grado di fare, e cosa ha fatto anche lui, probabilmente la guarderebbe con maggior stima.

«Io sono al servizio del futuro.» 

La sentenza arriva chiara e ferma alle orecchie di tutti, tanto che Aro toglie la mano dalla spalla dell'oracolo, quasi scottato dalle sue parole.

«Un futuro che vede te e me come alleati. Non è vero, mia cara Zeeva?» Chiede mio padre, avvicinandosi con fare minaccioso.

Se sperava di incutere timore in lei, il suo tentativo è miseramente fallito. Il suo sguardo alto e deciso non vacilla neanche per un istante.

«Il nostro incontro era scritto nel destino. Era necessario affinché, oggi, fossi qua, in questa radura. Leggo nei vostri sguardi uno smarrimento irritante, a dir poco. Lasciate che vi racconti la mia storia. La vostra storia.»

Nella radura cala una quiete innaturale, tutto ciò che ci circonda si chiude in un religioso silenzio. Nessuno emette verbo, attendiamo solo il racconto della strana donna.

«Sono stata allevata dagli antichi druidi celtici, in quella che un tempo era chiamata la Britannia.»

«La Britannia di Giulio Cesare?!» Nessie si lascia sfuggire poche parole, ma dal suo sguardo mi rendo conto che era solo un'elaborazione del pensiero a voce alta.

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⏰ Last updated: May 01, 2023 ⏰

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