Capitolo 35

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Alaska.

<<Jake, Il serbatoio dell'olio continua a perdere.>>

Sono almeno venti minuti che Jacob sta cercando di risolvere la situazione su questo gioiellino: una Datsun 240z. Vedo i suoi piedi spuntare da sotto il cofano della macchina, i suoi scarponi da lavoro sono sempre gli stessi. Hanno solo collezionato qualche macchia in più.

Ogni volta che possiamo io e Jake ci rifugiamo nel garage dei Cullen per sistemare quella che un tempo era un'icona automobilistica. Al momento non è che uno spettro del passato, ma la riporteremo agli antichi splendori.

Passare il tempo così con Jake mi fa pensare alla mia adolescenza. Quanto tempo ho passato con lui a sistemare motori, ricordo che lo veneravo per il suo talento come meccanico. Mi sembra di essere di nuovo alla riserva, io e lui sotto i cofani avvolti dal grasso che cerchiamo di far partire una dannata auto. La soddisfazione che ti prende quando finalmente senti il rombo del motore non si può descrivere.

<<Merda.>> Lo sento borbottare, poi si sente un tonfo. Jake deve aver picchiato la testa.

Penso che anche per oggi, la speranza di sistemare la Datsun sarà vana. In questi giorni, qualche volta Rosalie si è affacciata alla porta del garage incuriosita dal lavoro, so che è un ottimo meccanico. Purtroppo, Jake ha sostenuto che "la bionda" non poteva assolutamente toccare il rottame, quindi si è eclissata tutta offesa. Io non ero d'accordo, Rosalie mi piace e avrebbe potuto aiutarci.

Il suono della limpida risata di Rea mi penetra dentro riportandomi al presente. È seduta sopra il cofano dell'auto e si diverte riordinare i bulloni in ordine di diametro.

Ci siamo accordati, a lavoro finito sarà pagata in caramelle alla fragola.

Continua a ridacchiare sentendo Jacob imprecare là sotto e mi guarda con occhi sereni.

<<Jacob ti occorre aiuto?>> Domando mentre faccio facce buffe a Rea che ride di me.

<<No Seth, continua pure a prendermi in giro con Rea.>> Dice offeso, io e lei ridiamo più forte.

Jake, essendo stanco di stare sdraiato sotto l'auto, si tira su per fare una pausa. Una goccia di sudore scorre sulla sua tempia, la asciuga con la mano distrattamente e si sporca completamente di grasso. Rea scoppia a ridere indicandolo con la sua manina e agita le sue gambine picchiando sul paraurti della macchina. Jacob si gira e le fa una linguaccia che la fa ridere ancora più forte.

<<Come va con Dafne?>> Mi chiede Jake sorseggiando la sua birra. Io stappo la mia e lo guardo male, non voglio parlarne davanti a Rea.

<<Bene.>> Mi volto verso Rea che continua a giocare con i bulloni, si è sdraiata sulla pancia ed ha incrociato le caviglie in aria. Sembra che non presti attenzione alla nostra conversazione, ma sono sicuro che se avvertisse nervosismo da parte mia drizzerebbe subito le antenne. E io, quando si parla dei miei sentimenti nascosti per Dafne, mi innervosisco sempre per la frustrazione.

<<Le cose procedono?>>

<<Credo. Non lo so, Jake.>> Confesso sospirando.

<<Posso chiederti perché non ti butti? È palese che lei vuole le stesse cose che vuoi tu, solo tu non te ne sei reso conto.>>

<<Volere qualcosa ed esserne pronti sono due cose molto diverse.>> Affermo con amarezza.

Lo vedo che negli occhi di Dafne qualcosa sta cambiando, ma lei ora è troppo attaccata a questo spiraglio di libertà che si è creata per potersi legare ad un'altra persona.

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