Capitolo 48

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Alaska.

«Stavo aspettando fuori dal bagno degli uomini, quando Embry spalanca la porta e per poco non mi travolge. Ha provato a superarmi, scansandomi con una spallata. Ma quando ci siamo sfiorati, sono stato attraversato da una scossa. L'ho guardato negli occhi e ho visto solo rabbia. No, più che rabbia, una furia cieca. Ha cominciato ad inveire contro di me, dicendo che era stufo di avermi sempre tra i piedi, di trovarmi ovunque andasse. Io, sulle prime, non sapevo proprio cosa rispondere. Non riuscivo a non fissarlo. La camicia nera lo fasciava alla perfezione. I pettorali definiti facevano sì che i bottoni tenessero in tensione gli occhielli. Temevo che potessero saltare da un momento all'altro. I miei occhi non potevano fare a meno di scorrere su tutta la sua figura. Pensa, mi sono persino vergognato del mio aspetto. Lo vedevo talmente bello, da mettermi in soggezione. Il mio sguardo doveva bruciargli la pelle, perché lo stavo letteralmente mangiando. In quel momento, deve aver captato i miei pensieri nei suoi confronti. Ed è esploso.»

Osservo Josh che mi racconta ciò che è successo ieri sera, seduto su una panchina con le ginocchia raccolte al petto. Mi fa molta tenerezza. Sono dispiaciuta per lui, non si meritava di essere respinto da Embry con così poco tatto. Non ha fatto niente per meritarsi tanto odio. Lo vedo fare una pausa, forse affaticato dalle emozioni che il racconto fa riaffiorare. Io mi avvicino a lui e lo stringo in una morsa tra le mie braccia. Lo sento sospirare e appoggiare la fronte sulla mia spalla. Un singhiozzo sfugge al suo controllo, ed io rafforzo la mia stretta. Deve sentirmi vicina a lui. Josh, io ci sono per te.

«"Non ci provare neanche, io non sono come te. Mi sei sempre tra i piedi, ovunque io vada. Lasciami in pace."» Le sue parole escono in un sussurro spezzato dalla bocca del mio amico, che sospira di nuovo affranto. «Il suo tono era così lapidario che mi ha tramortito. Dopo qualche minuto che mi è sembrato infinito, ho trovato la forza di guardarlo negli occhi. Sono rimasto folgorato da una rivelazione. Non so bene cosa significasse, se fosse affetto o qualcos'altro, ma non ero invisibile agli occhi di Embry. Così, mi sono avvicinato a lui e lui ha emesso un ringhio soffocato di avvertimento, quasi fosse un animale. Ma io non mi sono lasciato intimidire. 

"Se fai tanto caso a dove sono nella stanza, forse, qualcosa dentro di te ti spinge a cercarmi." Queste parole per lui sono state come un drappo rosso di fronte ai tori della corrida. Quella semplice frase l'ha aizzato contro di me, tanto che temevo volesse mettermi le mani addosso. Ancora adesso non capisco cosa possa aver detto di male. La frase era provocatoria, voleva esserlo, ma la sua reazione è stata a dir poco spropositata! Insomma, a che diamine ha pensato?!»

Ha pensato all'imprinting, al legame che spinge un lupo a trovare la propria compagna. Anche solo sospettare che quel legame per lui non sia possibile, lo avrà fatto sentire di andare contro natura. La conservazione della specie è un concetto profondamente radicato nel branco e nella tribù. Povero Embry, deve essersi sentito tremendamente sbagliato.

«Se n'è andato. È fuggito, ci crederesti?! Il grande Embry che fugge davanti a me. In un'altra occasione avrei lasciato correre, l'avrei lasciato stare. Ormai, però, era la resa dei conti ed io volevo chiuderla questa storia. Dafne, mi conosci. Non sono una persona molto paziente. Così l'ho seguito. Ci siamo trovati in mezzo a sacchetti puzzolenti e bidoni ammaccati e arrugginiti. Il puzzo di piscio era insopportabile. A confronto, una latrina poteva essere venduta come profumatore di ambienti. Embry ha cominciato a prendere a pedate qualsiasi cosa fosse a portata di tiro. Quando ha preso un bidone e l'ha lanciato a metri di distanza io ho sussultato, rivelando la mia presenza. Non credevo fosse così forte. Dafne, ti giuro che i bidoni pieni per lui erano lattine di birra vuote.»

Tengo premute le labbra tra di loro, preoccupata. Embry ha sfogato la rabbia repressa e Josh l'ha visto. Questo potrebbe essere un problema. Tuttavia, non me ne preoccupo troppo, Jake troverà il modo di gestire la cosa. 

«Gli ho detto che poteva essere in grado di lanciare anche una macchina, ma se non fosse stato in grado di affrontare la realtà, ai miei occhi sarebbe risultato sempre un debole.

"E quale sarebbe la realtà?" Il sarcasmo intriso nella voce si poteva avvertire anche dalla parte opposta del mondo. Io non sapevo bene come comportarmi, ma alla fine mi sono lanciato.

"Quella che vedi davanti ai tuoi occhi. Puoi scegliere di volgere lo sguardo altrove. Arriverà un momento, però, in cui dovrai farci i conti." 

Ed è a quel punto che mi ha preso e mi ha sbattuto al muro. Mi ha fissato negli occhi, il suo sguardo profondo e terribilmente serio mi metteva in imbarazzo. Non riuscivo a reggere il suo sguardo. 

"Io non fuggo davanti a niente." E mi ha baciato. Dio, Dafne, quel bacio è stato qualcosa di assurdo. I nervi del mio intero corpo si sono risvegliati. Il mio fiato era corto e in affanno, quasi come se mi mancasse aria. Ho provato ad attirarlo ancora un po' verso di me e quando i nostri corpi si sono scontrati - »

«Ti prego Josh, saltiamo questa parte.» Lo interrompo imbarazzata. Non voglio sapere cosa hanno combinato in quel vicolo prima del nostro arrivo.

«Non abbiamo fatto niente. Niente di più del bacio. Quando voi ci avete interrotto, ci siamo subito allontanati. Embry non mi ha più rivolto lo sguardo. Anche in auto, non sono riuscito ad intercettarlo neanche una volta.» 

Vedere Josh così affranto mi fa piangere il cuore. Si vede che soffre moltissimo per il comportamento di Embry.

«Josh, Embry è stato troppo brusco e sicuramente avrebbe dovuto gestire la cosa diversamente. Devi però considerare che tu sai di essere gay da tutta la vita, o quasi. Io credo che Embry si sia reso conto della sua omosessualità solo ora. Devi dargli il tempo di accettarsi. Sono sicura che le cose andranno meglio.»

«Io non credo.»

Josh fruga nelle tasche della sua giacca per tirare fuori il suo telefono. Lo fissa con lo sguardo spento e le lacrime agli occhi. Se li strofina con il dorso della mano per poi mostrarmi lo schermo.

Mi ha fatto schifo. Mi fai schifo, io non sono come te.

Volgo di nuovo lo sguardo verso Josh che singhiozza di fianco a me.

«Le cose andranno meglio.» Gli prometto. Ed è una promessa che voglio mantenere. Josh mi ha aiutata ad ambientarmi nel mio nuovo mondo. Mi è stato accanto insegnandomi tante cose. Ora è venuto il mio turno di prendermi cura di lui. Mi riprometto di fargli tornare il suo bellissimo sorriso prima possibile. 

E non mi interessa niente di Embry. Sarà anche un fratello di Seth, ma per quanto mi riguarda, non si merita una persona splendida come Josh.

---fine---

Commento dell'autrice:

Ehy G&Gs 🌹!!

Josh ci racconta la sua versione della storia e Dafne lo consola da buona amica. 

Nel prossimo capitolo torna Seth con Jacob e Embry, scopriremo cosa pensa il nostro lupo confuso della situazione. 

Aggiornerò presto, voi lasciate una stellina e dei commenti se vi va!

Grazie a tutt*

Parolealvento26

Sunrise: l'alba di un nuovo inizio.Where stories live. Discover now