3.3 • SE TI AVVICINI TROPPO FAI MALE AL NASO

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«Iulian!» lo chiamò Yumi, infatti. «Vieni, ti presento Nozomi».

Devon, Iulian e Nate, che erano soldati, avevano il permesso di togliersi l'uniforme militare solo per indossare quella scolastica e per giocare ad harpastum o fare il bagno alle terme. Negli ultimi due casi, il tatuaggio che avevano sul petto li rendeva comunque immediatamente riconoscibili. Per uscite informali come quella, invece, erano sollevati dall'obbligo di portare il mantello, ma erano comunque tenuti a indossare la tunica corta rosso scuro chiusa in vita da un cinturone di pelle, sopra un brutto paio di pantaloni marroni di stoffa e di stivaloni di cuoio.

Iulian avanzò verso di loro, allungò la mano in direzione di Nozomi e la strinse con la sua solita, rassicurante gentilezza.

«Piacere di conoscerti, Nozomi» le disse, mentre lei si limitava a sorridere, intimidita.

«Eri mai stata in Piazza d'Oro?» le domandò Nate, chinandosi appena su di lei che subito si ritrasse.

«È la prima volta che viene a Villa Adriana» gli rispose Yumi.

«Ti piacerà un sacco, qui» continuò lui, sfoderando un sorriso seducente.

«Nate ci sta già provando» mi sussurrò Devon, mentre Nate scostava la sedia dal tavolo, per consentire a Nozomi di sedersi.

«Ci credo» risposi. «È così carina».

«Non me ne sono accorto» sorrise Devon, prendendo posto accanto a me.

Invece se ne era accorto eccome. Mai e poi mai avrei potuto dubitare dell'amore di Devon per Dafni. Mai e poi mai avrei pensato di vedere Devon mettersi a fare il piacione con un'altra.

E invece.

«Ehi, Roze» sussurrai, avvicinando la mia sedia alla sua. «Come fanno i Venatores a riconoscere i geni dagli Umani?»

Roze, con indosso una tunica avorio che le stava benissimo, mi osservò accigliata.

«Dall'odore» rispose, guardandomi di sottecchi, come se stesse valutando le parole giuste da usare per non offendermi.

«E com'è questo odore?»

«Pungente. Se ti avvicini troppo o inspiri troppo profondamente fa male al naso, tipo l'ammoniaca».

Annuii, nonostante non avessi idea di cosa stesse parlando poiché, tra i miei passatempi discutibili, non figurava ancora l'inalazione dell'ammoniaca, il cui odore mi risultava quindi, fortunatamente, completamente sconosciuto.

«E come fate a capire a che famiglia appartiene il singolo genio? Per esempio, cosa vedi in un Vendicatore di diverso da un Perturbatore di Anime?» insistetti.

«No, non vedo niente di diverso, non si tratta di una percezione visiva» rispose, torturandosi la catenina col ciondolo a forma di R che aveva al collo. «Piuttosto riesco ad avvertirne il numen».

«Io, invece, accanto a te non percepisco nulla» dissi.

«Sì, lo so. I Venatores non sono Umani, per questo non riesci a leggerli né a controllarli».

«Roze» la chiamò Yumi. «Stavo raccontando a Nozomi di quando Taide ha attaccato Rami durante un allenamento di harpastum. Ti ricordi?»

«Sì, certo» annuì Roze che, in confronto a Nozomi, sembrava una spigliata donna di mondo.

«Speriamo che Ionascu decida di riassortire le squadre, quest'anno» disse Yumi, «potrebbe esserci un posto per Nozomi. E uno per Devon».

Potresti cedergli il tuo, pensai, visto che stai occupando il posto di un sine imperio quando, chiaramente, dovresti essere schierata tra le file dei Magi.

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