Alla deriva

88 8 0
                                    

Mi hanno sempre detto "Abbi coraggio non avere paura"
Ma alla fine che cos'è il coraggio senza un minimo di paura?

Alcune persone pensano che la morte sia dolorosa
Un passaggio all'aldilà che preme conto il cuore

Un vuoto improvviso e violento..silenzioso come nulla sa essere

Non sanno quanto si sbagliano
La morte è la pace per eccellenza
La fine di ogni cosa
Dei ricordi, dei pensieri, delle preuccupazioni

Non mi ero mai posta la domanda cosa significasse cessare di esistere. Ma se c'era una cosa che avevo imparato era che la morte è meno dolorosa della vita

L'avevo già sfiorata, una volta, quella notte dell'incidente mi ero sentita ad un passo così da sfiorarle le dita e prendergli la mano per andare via con lei

Penso che non lo avesse fatto, che non mi si fosse neanche avvicinata
Ma questa volta...questa volta non mi avrebbe risparmiata

La sua presenza accanto a me era devastante, la vedevo guardarmi osservarmi e scrutarmi dall'alto, perché non aspettava nient'altro che prendermi per mano e portarmi via con lei

E allora mi chiesi che cosa si provasse veramente a cessare di esistere

Tornai impovvisamente a respirare come se fossi stata in apnea per tutto questo tempo
Incamerai aria nei miei polmoni e senti una fitta dolorosissima quando lo feci

Aprii gli occhi e la prima cosa che vidi fu il bianco, non era bianco panna ma quel bianco capace di farti bruciare gli occhi

L'unica cosa che percepivo era il dolore, sia alla testa che ai polmoni
Respiravo a fatica ma respiravo
Mano a mano iniziai a percepire i contorni del mio corpo
Ero sdraiata

Pian piano il dolore si protrasse per tutto il corpo come un liquido velenoso
Respiravo con la bocca aperta tenendo gli occhi sgranati
Provavo a muovere le mie iridi ma dove guardavo vedevo tutto sfocato, impreciso e incerto

Vedevo questa luce bianca che mi accecava gli occhi intorno a me percepivo solo altro bianco, bianco e ancora bianco

Abbassai lo sguardo e vidi la mia mano, avevo un aggeggio attaccato al dito, era come se non appartenesse al mio corpo, provai piano piano a muoverla ma riusci solo a compiere con piccolo gesto con la cartilagine

Ero viva ma era come se non lo fossi

Piano piano percepii qualcosa sul mio zigomo, era appiccicoso e copriva qualcosa che bruciava tremendemente
Il cuore inizio a battermi per la paura, dov'ero?

Poi impovvisamente le immagini diventarono piu chiare
Il bip della flebo mi entro nelle orecchie come un rumore assordante

Accanto al mio letto c'era un comodino con un bicchiere mezzo pieno
Attaccato al muro un orologio emetteva dei piccoli tic tac tic tac
Le mattonelle erano bianche e lucide e sentii un odore acudo di pulito
Accanto a me un pochino più distante del comodino c'era un altro letto, il rosso mi accecò quasi

Sentii la maniglia aprirsi e qualcuno entro dalla porta, era una donna
-Margareth...-
Riuscii a dire con un filo di voce
Era un sussurro quasi impercettibile me lei lo sentii

Si giro di scatto e dalla mano li cadde il caffè che aveva in mano
-Oh mio dio-
Disse sotto voce

-Infermiera- gridò -Chiami il dottore, si è svegliata è viva-
Dei passi affrettai risuonarono nell'aria

Nel giro di un istante la camera venne invasa dagli infermieri, ma prima di qualunque altra cosa una figura di donna spuntò dalla soglia: si aggrappò allo stipite e sbarrò le palpebre con tanta emozione che le lacrime le salirono di prepotenza agli occhi

Lonely HeartsDonde viven las historias. Descúbrelo ahora