Fuori rotta

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E il diavolo sorrise come se non
fosse mai precipiatato dal cielo

Il nostro istituto non era poi cosi lontano da dove vivevemao adesso.
Margareth si era proposta di portarci a casa, mio padre faceva l'avvocato e di consequenza non aveva avuto il tempo per accompagnarci.

Margareth invece doveva andare a trovare lavoro in una biblioteca, così si era offerta di accompargnarci ma solo oggi.

-Emozionati per il primissimo giorno di scuola-
Disse fermandosi davanti ad un edificio gremito di ragazzi della nostra età.
La guardai, sedevo davanti accanto a lei e non mi ero mai chiesta che cosa significasse cambiare scuola, ma ora l'idea mi faceva paura.

Annui lievanete e lui mi sorrise.
-Ho già chiamato la segretaeria- Disse -Hanno detto che potete iniziare già da subito a frequentare corsi, so che forse è un pò affrettato ma spero vada bene lo stesso-

Brian sbuffò buttando la schiena all'indietro e si appoggio allo schienale guardando fuori dalla scuola.
-Vi è anche stato detto che potete richiedere di essere inseriti nella stessa classe se lo vorrete-

Incontrai la sua espressione fiduciosa e mi sforzai di nascondere il disagio.
-Oh. Sì… grazie- Ma percepii uno sguardo addosso.
Spostai gli occhi e trovai Brian intento a osservarmi: le iridi spiccavano profonde e affusolate da sotto le sopracciglia arcuate.

Distolsi lo sguardo come se mi fossi appena scottata.
-Allora ci vediamo dopo scuola-
Abbozzò un sorriso incerto e la salutai con la mano.
-Si si certo-
Minimizzò Brian uscendo dalla macchina rpima di me.
Mi aggrappai allo zaino e lo guardai sparire tra la folla di studenti davarnti alla scuola.

Seguii con gli occhi la sua figura slanciata, il movimento sciolto e sicuro delle spalle ampie. C’era sempre una naturalezza ipnotica nel modo che aveva di muoversi e camminare, con falcate precise, come se il suolo gli si modellasse sotto le scarpe.

Varcai l'entrata dopo di lui ma inavvertita mente andai a sbattere conntro qualcuno che stava uscendo proprio in quel momento.
-E che cazzo- sentii quando mi voltai.
Un ragazzo scostò il braccio, scocciato, un paio di libri stretti in mano. -Scusami-, sussurrai in un filo di voce, e l’amico alle sue spalle gli diede un colpetto.

Mi portai i capelli dietro le orecchie, ma quando lui incrociò il mio sguardo sembrò rivalutarmi. Il fastidio svanì dal suo volto e rimase immobile, come folgorato dai miei occhi.
Lasciò cadere i suoi libri a terra, li guardai accasciati in terra tutti disordinati e quando si abbasso per raccoglierli scesi anch'io.

Glieli allungai sentendomi in colpa per essergli andata a sbattere addosso e sorrisi timidamente.
-Grazie- Disse lui osservandomi meglio e io arrossì.
-Sei nuova?-
Annui lievemnete, aveva i capelli scuri e neri la pelle chiara.
Mi alzai e così fece anche lui senza mai distogliere i suoi occhi dai miei.

Sorrise e mi porse una mano.
-Io sono Jack-
Gliela presi intrecciando le mie dita con le sue.
-Elizabeth-
-Andiamo Jack- Disse il suo amico -Siamo fottutamente in ritardo-

Ma lui non sembrò volersene andare, e io sentii qualcosa pizzicarmi la nuca: una sensazione pungente, come un ago che trapassava l’aria alle mie spalle.
-Io...devo andare- Dissi salutamdogli per poi raggiungere la segreteria poco avanti. Notai che la porta era aperta e così non mi servii bussare, entrai e basta stringento a me i miei fascicoli e la bretella dello zaino.

La sua presenza mi schiacciò come una formica.
Brian era seduto su una delle sedie per l'attesa e stava contemplando il soffitto.
Aveva una gamba sopra l'altra e il piede si muoveva a ritmo di musica, solo in quel momento notai che aveva le cuffie.

Lonely HeartsWhere stories live. Discover now