la morte del cigno

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Le cose che meno ci aspettiamo
A volte si trovano fin troppo vicine a noi
Che diventano fin troppo ovvie da non accorgesse

Quella notte non feci incubi
Niente ricordi
Niente macchina
Niente lago
Niente di niente

Per tutto il tempo ebbi la sensazione di avere uno sguardo addosso
Solo quando gli incubi passarono tra i miei pensieri mi sembro di percepire un mugolio sfuggirmi dalla bocca qualcosa mi avvolse mandandoli via

Dischiusi le ciglia leggermente frastornata
Non sapevo che ore fossero. Fuori dalla finestra il cielo era ancora scuoro ma tenue, quel colore quasi bianco che indica l'alba
Piano piano misi a fuoco anche il resto

La testa mi faceva male e sembrava tutto così pesante
Mi girai dall'altra parte del letto e lo trovai disfatto
Diverso dalle altre mattine
Come se qualcuno avesse dormito insieme a me

E poi mi ricordai dell'altra sera
Il ricordo si riaccese nella mia testa come una lampadina
Sorrisi diventando stranamente calda

Uscii poco dopo dalla mia camera dando il buongiorno a Margareth trovandola in cucina che sorseggiava il suo caffè
-Ah Buongiorno Elizabeth potresti andare a vedere la cassetta della posta?-
Annui uscendo di casa
Non faceva ne freddo e ne caldo e la cosa non mi dispiaceva

Quando arrivai alla cassetta delle lettere ne tirai fuori cinque e nessuna era da parte di Jack
Anche se tra le cinque lettere c'è ne era ua indirizzata a me
Non c'era scritto il nome dell'mittente solo "x Elizabeth"

Chi l'aveva mandata aveva una calligrafia molto precisa
L'aprii mentre percorrevo il vialetto

All'interno c'era un forglietto strappato e scritto di fretta
Palestra della scuola 12:30
Aggrottai la fronte leggendolo più e più volte
Era da giorni che mi chiedevo chi fosse questo mittente che mi aveva lasciato il bigliettino smettila di scavare
E ora questo

Mi sentii come frullare dentro, l'istinto mi diceva che sicuramente non sarei dovuta andare ma la curiosita mi uccideva
Ma dopo tutto non avevo niente da mettere

Estrassi il cellulare dalla tasca e digitai il numero della mia amica
Dopo qualche istante rispose
-Pronto?-
Aveva la voce assonntata forse si era appena svegliata
-Oh Selene mi dispiace se ti ho svegliato ma mi serve il tuo aiuto-

La camera di Selene non era semplice come la mia
Aveva i poster delle band musicali attaccate alle pareti insieme ad una scorta di vinili
Il compriletto era bianco e nero macchiato come se fosse una mucca
La moquet invece era begie e pulita
Sulla scrivania c'era un libro sul corpo umano e per una volta mi chiesi come un tipa come Selene che era tutt'altro che seria volesse fare il chirurgo

-Okey ora possiamo iniziare-
Disse euforica
-Innanzitutto dimmi una cosa si tratta di un ragazzo?-
Strinsi le labbra
-Uhm si?-
Non le avrei di certo detto la verità
Lei mi guardo come se le avessi detto chissà cosa
-Allora abbiamo tanto da lavorare-
Disse guardandomi dall'altro verso il basso
Sbattei le palpebre
-perché che ha il mio aspetto?-
Chiesi quasi atterrita
-Sembri una morta di fame scappata da un istituto psichiatrico-
-Ma...-
-Shhh ti aiuterò a risplendere come un piccolo girasole-

Rimasi in silenzio mentre lei apriva uno smalto rosa chiaro
Will sarebbe arrivato a momenti con il resto che ci mancava
-Dammi la mano-
Risuonò quasi come un ordine
Gliela porsi e lei inizio a mettere quel liquido freddo sulle unghie

-Selene...ma tu non hai nessun accompagnatore per il ballo-
Beh ora che ci pensavo nemmeno io
Mi osservo un istante interdetta
-No- rispose semplice riprendendo a spalmare quel colorito chiaro
-perché me lo chiedi?-
-Ti vedo così eccitata per stasera che avevo pensato che ti avesse invitato qualcuno-

Lonely HeartsWhere stories live. Discover now