24. Olvidàdu - dimenticato

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24. Olvidàdu - dimenticato

 Olvidàdu - dimenticato

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Alluene


«Puoi portarlo tu a casa?» Daisy cercava di tenere in piedi un traballante Odin, tentando di livellare i suoi sbilanciamenti continui e scoordinati.

«C-certo» il cuore era come centrifugato da una montagna russa, tanto che farfugliò incerta la sua risposta prima di allontanarsi dal newyorkese con una spinta decisa che strappò quella cappa di sottile pace «Andiamo.»

Le guance erano infuocate, tutto il corpo le formicolava, come si fosse addormentata davanti ad un fuoco acceso.

Forse era stato proprio così.
Un sogno.

Scosse la testa come per destarsi da un torpore pericoloso.
Che diavolo stava per fare? Era impazzita?

«Non pensi che dovresti...» la sua voce abissale la scosse.

«Cosa?» lui tirò le loro mani unite «Ah, si» appena liberò i loro polsi il ragazzo le diede le spalle e si allontanò con tanta velocità che sembrava stesse correndo «Ehi, aspetta!» lo richiamò in fretta «Potresti anche aiutarmi!»

Ma lui si allontanò senza nemmeno voltarsi, il che apparve come una scena già vista che la fece sbuffare disperata mentre teneva ancora fermo per un braccio l'amico che cercava di scappare strattonandola a destra e sinistra.

E ora?

«Forza Dodo, di qua!» Odin non si ubriacava mai. Se non in occasioni eccezionali o eventi speciali, come quelli.

Non era mai molesto, anzi, possibilmente il suo amico era ancora più divertente e fantasioso, il problema del suo esagerare nelle quantità alcoliche era che superata una certa soglia di sopportazione, lui in primis perdeva completamente il contatto con la realtà.

Tirarlo lungo tutto la strada di casa a peso morto era faticoso, soprattutto da sola. E specialmente quando lui le sfuggiva ogni minuto iniziando a correre qua e là per la strada come un indiavolato mentre lei lo inseguiva disperata, sfinita «Andiamo Dodo, ti prego!» come faceva a correre così da ubriaco!

Lei invece era distrutta, l'intero corpo stremato dalle prove, dai giochi, da... oh per tutti i cavolfiori, lo stava perdendo di vista! «Dodo!»

Improvvisamente l'amico bloccò il suo avanzare.

«Per di qua» l'orco - cinghiale lo agguantò con prontezza, tirandolo per un braccio.

«Tu» Alluene lo indicò basita con gli occhi sgranati come se si fosse trattato di un miraggio «Tu, cosa...»

«Sembrate due pazzi, voglio porre fine a questa tortura. Andiamo» provò a trascinare l'amico, ma quello rimase in piedi, bloccato come se fosse stato vittima di un incantesimo di pietrificazione.

𝐑𝐔𝐈𝐍𝐒 | HS |Where stories live. Discover now