12. Kadoš-Šēne - Madre Santa

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"Era un soffio, un ansito misterioso che pareva uscire dalla terra stessa"

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"Era un soffio, un ansito misterioso che pareva uscire dalla terra stessa".

Alluene

Rientrava avvilita, e sudata da far schifo, da una giornata di lavori manuali che erano stati un completo disastro. Tom l'aveva persino bandita, insinuando non solo che non era stata d'aiuto, anzi li aveva addirittura rallentati costringendoli a sistemare i suoi pasticci.

Il vento le martellava la schiena con la forza tipica che bersagliava solo Tibula, mentre il sole pian piano spariva dietro la linea del mare.

Ma il culmine della giornata era arrivato solo dopo. Ossia quando era dovuta correre, direttamente dal Mirage, con la giacca a vento a coprire le deplorevoli condizioni dei jeans strappati, e non per bellezza, proprio sotto la natica destra, con la maglietta gialla diventata marrone di terra e polvere, all'assemblea cittadina che ogni mese radunava gli abitanti per discutere di organizzazioni, feste e iniziative. Solo che quella volta nel dibattito era emerso anche il suo piccolo problema di gestione del newyorkese. Se ripensava alle provocazioni di Tyler davanti a tutti, le veniva ancora voglia di strozzarlo con il suo stesso cardigan come una salsiccia in un budello. Infatti lei aveva finito per abbandonare l'assemblea a metà, sbraitando contro tutti che avrebbe portato in giro per l'isola l'orco - cinghiale a costo di chiuderlo nel portabagagli dell'auto.

- Fiorellino! – percorreva il viale di casa al solito passo di carica quando il suono di quel nomignolo arrestò di colpo la sua marcia.

- Nenette ciao – sorrise all'anziana donna che sbucava appena da oltre la siepe. Il solito golfino marrone con piccole roselline rosse ricamate sopra, che tanto le piaceva, le faceva da sciarpa, deposto tra collo e schiena. Non era sorpresa che si trattasse di lei, solo le tre comari la chiamavano in quel modo, ormai.

- È uscito di corsa sbattendo la porta – spiegò la donna agitando un braccio mentre lei la guardava perplessa. Il vento le spostava con forza le ciocche corte, riccioline e grigie dei capelli.

- Chi? –

- Ha persino spaventato Patrick che ora si è rintanato in casa – sistemò una manica del golfino che le era scivolata giù dalla spalla. Alluene cercò d'istinto la capretta nel giardino della vicina, cercando di spremersi le meningi per dedurre alla svelta di chi stesse parlando.

- Ma...Oh – improvvisamente una lampadina si accese nel cervello. Oh no. Per un attimo le parve più allettante tornare in albergo a farsi massacrare da Tom e i suoi lavori forzati piuttosto che affrontare Harry Staiden. Rettificava tutto ciò che aveva pensato prima, la parte più difficile della giornata doveva ancora arrivare.

- Si, il neiorkese – confermò la donna, la dentiera traballò nella pronuncia sgangherata e Alluene rischiò di scoppiarle a ridere in faccia in maniera poco carina – Ero alla finestra, l'ho visto uscire diverse ore fa, sembrava davvero arrabbiato – che novità, pensò lei rassegnata.

𝐑𝐔𝐈𝐍𝐒 | HS |Where stories live. Discover now