1. Argyròphleps nesos - l'isola dalle vene d'argento

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"Siamo proprio come le canne al vento

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"Siamo proprio come le canne al vento.
Siamo canne, e la sorte è il vento."


Alluene



Ce la posso fare. Ce la posso fare.

Non ce la poteva fare.

-       La vuoi finire? – fu l'ennesimo inutile richiamo del suo amico mentre lei continuava a camminare avanti e indietro per quegli spazi semi abbandonati che un tempo avevano ospitato la hall del piccolo hotel fronte mare.

Era un edificio su due livelli dall'impronta semplice, fatta di grandi arcate all'ingresso e poche camere per dare all'ambiente un'aria esclusiva e familiare. Il Mirage era stato l'albergo più affascinante di tutta Tibula, una fonte di ottimi guadagni e il luogo perfetto per il soggiorno di una clientela ricercata. Fino alla banca rotta e i dieci lunghi anni di decadimento che l'avevano visto trasformarsi in un rudere a cielo aperto, prima che venisse venduto all'asta.

La sua posizione conquistava un piccolo spazio pianeggiante alle spalle della spiaggia del paese, dove gli oleandri in fiore si abbracciavano, unendo le loro fitte fronde come le dita intrecciate di due amanti, per proteggere un breve sentiero scosceso che offriva un accesso privilegiato a quella piscina naturale dalla bellezza incantatrice - Mi stai facendo venire mal di mare – la protesta dell'amico giunse al suo orecchio come un vago e scherzoso appunto.

Odin riusciva a far sembrare divertente persino un insulto. Era la sua dote, era il ragazzo dal sorriso perpetuo. Ma quell'incrollabile ottimismo non riuscì a bloccare all'echeggiare sinistro dei suoi passi inquieti. Odin, in risposta ai suoi isterismi, quella mattina, eccitato per l'onore di accogliere l'ospite numero zero, aveva cominciato a lucidare il vecchio bancone in legno di mogano intarsiato della reception, salvato in extremis dal rogo in cui aveva minacciato di gettare tutto il resto del mobilio anni '60 ereditato dalla vecchia proprietà.

Da qualche mese infatti, il suo migliore amico aveva deciso di abbandonare la promettente carriera giuridica presso lo studio di famiglia, per dedicarsi al settore turistico con l'acquisto del Mirage – Quanti caffè hai bevuto? – Alluene storse il naso mentre osservava la cima del casco di riccioli corvini ondeggiare oltre l'angolo del bancone con lui che, accucciato per terra, ultimava le meticolose pulizie.

-       Sai che non bevo caffè, mi innervosisce – come se non fosse già irrimediabilmente nervosa. Risistemò i capelli legandoli in una coda alta, quella sera si erano gonfiati talmente tanto da sembrare il gigantesco nido di un qualche uccello esotico. Solitamente non le davano grandi problemi, erano una folta massa fatta di onde, densa come il miele appena fatto, ma l'aria di mare li faceva ruotare in ampi boccoli.

-       Beh, peggio di così – brontolò l'amico rivolgendole un'occhiata scettica. Era sempre stata molto trasparente per lui e di recente il loro rapporto si era trasformato in un legame di profondo affetto. Odin era il compagno d'infanzia con cui giocava sulla riva della spiaggia quando ancora i suoi genitori erano soliti trascorrere le vacanze estive sull'isola.

𝐑𝐔𝐈𝐍𝐒 | HS |Where stories live. Discover now