23. AGŌ – (aka sumerico) agire
Harry«Cos'è quello?» nonostante gli strepiti di quel pazzo sul palcoscenico, che non faceva esibire in pace neppure la band pagata per farlo, continuassero a martoriare le orecchie e la concentrazione, la sua attenzione fu catapultata altrove.
«La nostra prossima meta» la serenità con cui gli rispose gli fece gelare il sangue.
«Starai scherzando» protestò, improvvisamente rigido.
«Perché dovrei?»
«Perché è da folli» rimase a bocca aperta, con il fiato a mezz'aria insieme alla mano libera con cui cercava di indicare l'oggetto in questione, prima di dirigere lo sguardo verso di lei.
Il suo sorriso diabolico gli tolse l'ossigeno.
«Benvenuto a Sandália, newyorkese.»
«Non...» tentò, ma lei aveva già fatto appiglio a tutte le sue forze per trascinarlo quasi di peso verso il botteghino.
Deserto.
Certo, chi poteva essere tanto folle da lanciarsi in quella trappola mortale se non i pazzi che l'avevano ideata? E poi...che diavolo era?
Non erano sufficienti le attrazioni tipiche come centrare le lattine oppure prendere a martellate la talpa.
"La giostra medievale" citava il nome sul cartellone, con tanto di disegni a corredo. Nel Medioevo però, quel tipo di giochi venivano fatti in sella al cavallo e con tanto di lance appuntite, invece in quel caso, l'estro di qualche hippie di zona, fatto di erba fino al midollo, doveva aver partorito la geniale idea di sostituire i cavalli con delle scale.
Si, le scale in acciaio che servivano per eventuali lavori di routine.
Solo che queste erano state modificate per l'occorrenza con quattro ruote e slittavano in corridoi ricavati in mezzo ad una distesa di tappeti da palestra.
La loro funzione fu chiara non appena vide uno volare giù dalla scala per atterrarci sopra, mentre lui osservava con occhi sgranati.
«Stai tranquillo» la sua voce era sempre troppo squillante per incutere un minimo conforto «Anche questo vanta di un'antica tradizione dispersa nei tempi dei tempi. Si tratta di un vero e proprio torneo e noi siamo gli sfidanti dei vincitori di questa manche» gli sventolò davanti al naso i biglietti per il prossimo turno, tanto per essere come al solito sufficientemente incisiva «Inoltre, tutto il ricavato va in beneficienza per conservare, studiare e proteggere le antiche rovine dei dintorni, abbandonate in balia dei fenomeni atmosferici e di cui nessuno sembra mai ricordarsi.»
«Dovrai liberarmi per salire lì sopra» non prestò molta attenzione al suo discorso, troppo concentrato a tenere gli occhi puntati verso lo scontro tra scale.
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𝐑𝐔𝐈𝐍𝐒 | HS |
FanfictionIl passato custodisce dolore, ma la memoria è gioia. Lui aveva perso pezzi del suo passato, oscuro quanto l'incertezza del futuro che aveva davanti. Lei era delusa dalla vita, si era rifugiata in quelle terre dimenticate per ritrovare la pace e la...