𝟏𝟎. 𝐍𝐨𝐭𝐭𝐞 𝐢𝐧 𝐠𝐢𝐚𝐫𝐝𝐢𝐧𝐨

38 17 34
                                    

Andriy e Snezhana dopo essere usciti quel giorno da quel bellissimo negozio non pensarono più alla questione dell'aver rubato l'abito arancione che ormai la giovane era solita indossare, cosa che incuriosiva abbastanza la nipote della locandiera, Raphaëlle, che nel vederla ormai ogni giorno con quel vestito iniziò a guardarla in modo un po' disgustato e a chiederle in un tono francese, che sembrava essere abbastanza schizzinono《Tu non hai autres vestiti?》domanda che faceva innervosire e soprattutto metteva molto a disagio Snezhana; che d'altronde se fosse stata meno abituata a mantenere l'educazione avrebbe avuto molto da discutere sulla ragazza francese, pensiero che non ebbe modo di esprimere a parole, ma che la fece sorridere.
Effettivamente però, Snezhana avrebbe potuto definire quella settimana ora che giungeva al termine abbastanza movimentata, se non addirittura avventurosa. Aveva fatto conoscenza delle abitudini degli abitanti di quel luogo e aveva anche avuto modo di conoscere meglio le persone.
Solo al termine di quella giornata si rese conto però che da quando aveva "comprato" quel vestito negli ultimi tre giorni a seguire non ebbe modo di trovarsi a parlare con Andriy, le sembrava che si stessero man mano allontanando, forse era perché entrambi stavano scegliendo di coltivare lavori ed interessi differenti, dunque frequentavano parti e persone differenti del paese.

D'altronde Snezhana e Andriy non furono gli unici a dimenticarsi della questione in sospeso con il vestito. Anche lo stesso anziano commesso del negozio diede una minima importanza a quello che poteva esser considerato un "furto" da parte dei due giovani. Così, come al solito, in un'altra giornata tornò a sedersi sulla poltrona che giaceva dietro al bancone e riprese a leggere il giornale.
Quando ecco che sentì il rumore del campanellino che penzolava sulla porta. Qualcuno era entrato.《Salve! - disse senza distogliere lo sguardo da sopra al giornale, come suo solito - Come posso esserle utile?》domandò dopo senza guardare chi fosse entrato.

Ecco che qualcuno sbatté con forza la mano sul bancone in vetro, facendo vibrare su di esso alcune perline che giacevano insieme a vari bottoncini in una specie di posacenere e sussultare il vecchio, che improvvisamente chiuse il giornale che stava leggendo. Assunse un'espressione decisamente differente dalla solita che aveva stampata sul volto, il suo solito e rassicurante sorriso ora era stato sostituito da un'espressione che lasciava trasparire un misto tra l'incredulità e la paura.
《C-che cosa desidera, Sig-signor C-chevalier?》disse con voce tremante l'anziano mentre scrutò la figura dell'uomo più giovane e dalla costituzione decisamente più massiccia《Sono pienamente consapevole di essere possente, ma non tremare dalla paura, Lefebvre!》disse in un tono di importanza tenendo all'insù il viso e chiamando l'anziano per cognome, quest'ultimo gli porse il suo aiuto nel trovare vestiti, ma l'altro uomo rifiutò, desiderava qualcosa di preciso《Non devo comperare nulla!》disse in un tono imponente ma un po' più pacato, poi come se fossero grandi amici d'un tempo l'uomo dai capelli ancora neri e laccati abbracciò il più vecchio e dopo gli disse, stavolta chiamandolo per nome《Anthime, vecchio mio! So che mi aiuterai sicuramente. Chi di buon cuore come te? - poi gli porse la domanda - Ho visto qualche giorno fa che hai venduto un meraviglioso abito ad una fanciulla, la conosci? Sai dov'è andata? Non è che me la presenteresti?》era decisamente intensionato allo scambio di affari con la ragazza, se così si poteva dire, molto probabilmente in realtà era intenzionato a commerciare la fanciulla come schiava o a costringerla ad accettare un falso matrimonio in cambio di sporche soddisfazioni che lei col suo corpo avrebbe dovuto donare a lui e a suo figlio.
《Mi dispiace, Chevalier. Non so dove si è recata dopo quella commissione.》disse l'anziano con tono quasi di sfida e deciso a non pronunciare altra parola, non lo avrebbe nemmeno chiamato per nome, erano tutto tranne che amici.
E anche se Rogatien Chevalier fosse stato l'ultimo a poterlo aiutare avrebbe preferito patire qualsiasi cosa pur di unirsi a qualcuno che non faceva altro che commerciare umani e togliere loro la libertà.
In più lui, Anthime Lefebvre sapeva ben poco di quella ragazza, effettivamente non sapeva nemmeno il suo nome. Se doveva dare un giudizio affrettato su di lei avrebbe potuto tranquillamente dire che era una ladra, eppure non lo fece; non gli piaceva giudicare in fretta le persone; al contrario desiderava conoscere Snezhana, anche Andriy, e le sfaccettature delle loro personalità.

Lord Anthime Lefebvre era solito quasi ogni sera recarsi su un'elegante panchina che giaceva poco distante da un salice piangente di una villa pubblica, cui fuori giaceva un ornato cartello che recava "Le jardin Avenue d'Albigny - Annecy".
Il luogo era dall'aspetto elegante e ben curato, si affacciava sul lago. Era uno di quei luoghi che ai nostri giorni possiamo definire rari. Evidentemente l'anziano commesso amava sedere su quella panchina, osservare l'erba verde e quei meravigliosi fiori variopinti che si bagnavano sotto l'acqua del salice, effettivamente doveva essere molto poetico e rilassante passare le serate prima di recarsi a dormire lì, sotto un cielo blu scuro e puntinato dalle stelle che erano anche ben visibili, a Snezhana sembravano anche più del solito e la luna le pareva più luminosa, o forse era semplicemente più visibile di quando era solita guardarla dai balconi della sua città.
Per qualcuno come lei, quello era un dipinto, un meraviglioso dipinto donato dalla natura.
La giovane non biasimava il fatto che l'anziano molto probabilmente amava quel luogo, così dopo averlo osservato per un po' da lontano, come per assicurarsi che fosse proprio lui, gli si avvicinò.
Era decisamente lui ed era decisamente immerso nei suoi pensieri, ad occhi chiusi; quasi Snezhana avrebbe potuto dire che quell'uomo avesse un legame affettivo con quel posto.

Ed infatti così era.

Anthime Lefebvre's Pov
Sospirai e il volto della mia bellissima moglie mi balenò nella mente.

Oh, Amélie. Vorrei tu fossi ancora qui!

Aprii gli occhi. Il mio sguardo andò alla deriva sulla strada.
Io e la mia amata passeggiavamo sempre insieme nel parco, rimanevamo per ore seduti a mangiare su una panchina vicino al salice.

Effettivamente dal punto in cui giaceva l'anziano c'era anche una vista migliore. Pensò Snezhana.
I lunghi steli del grande salice si piegavano nella fresca brezza della notte. I cigni galleggiavano lungo la superficie vitrea del lago. Il chiacchiericcio dei bambini che finivano di giocare per recarsi a casa fluttuava nell'aria e coppie innamorate si abbracciavano distese sull'erba.
Snezhana cullava un mazzo di gigli che teneva tra le braccia, trovando conforto nel loro dolce profumo.
Notò Anthime seduto da solo sulla panchina, sembrava così triste, così affranto e qualcosa la spinse ad andargli vicino.
《Mi scusi.》gli disse, lui voltò lo sguardo, sbattendo le palpebre con sorpresa mentre la guardava. Poi le accennò un flebile sorriso e le fece cenno con la mano di sedere accanto a lui.
《Posso aiutarti, cara?》le chiese nel solito tono di domanda che rivolgeva quando qualcuno entrava nel suo negozio《Volevo solo sapere se sta bene. Sembra un po' giù.》disse lei in risposta, così lui fece nuovamente un lieve sorriso e si spostò un po' dal suo posto e con l'indice indicò una targa dorata sulla panchina《Sto solo ricordando una persona molto importante per me.》disse con voce profonda.

Snezhana lesse l'incisione.

Per Amélie. Amata ed affettuosa moglie.
16/10/1780 - 04/04/1848

Così la giovane, inarcando le labbra in un dolce sorriso gli porse il suo piccolo bouquet di gigli freschi.
Per Amélie!》ofrrì lei, mentre l'anziano uomo le ricambiò il sorriso e le disse《Grazie!》, si allungò in avanti per prendere il bouquet, le sue mani tremavano, poi le chiese in tono gentile《Posso sapere il suo nome?》
《Snezhana Kuznetsova.》rispose la ragazza, dopo si ricordò di qualcosa che quella stessa mattina aveva commesso di erroneo con lo stesso anziano nel suo negozio《Oh. Mi spiace per quel che io ed il mio amico, Andriy, abbiamo fatto oggi. Domattina le ridarò i vestiti!》disse palesente pentita e rammaricata dalle sue azioni, l'uomo al contrario le sorrise《No, no. Tienili pure! Ti serviranno!》le disse tranquillo e poi aggiunse《Piacere, Anthime Lefebvre!》ora era decisamente più contento rispetto a prima, dopo guardò il suo antico orologio da polso e disse《Snezhana! Sì è fatto tardi, non torni a casa?》quasi preoccupandosi per la giovane, quest'ultima scrutò anche lei l'orologio del vecchio, lo salutò e poi si incamminò verso l'uscita.
Nel mentre l'anziano la osservava camminare, non sapeva cosa ma in quella ragazza c'era qualcosa che gli riportava alla mente sua moglie, inoltre era capace di trasmettergli un senso di pace che scacciava via la preoccupazione dal suo cuore.
Anthime accarezzò la targa sulla panchina, sorridendo verso il cielo.

Poi pensò:
Grazie, amore mio. Mi hai mostrato la risposta.

𝐋𝐚𝐝𝐫𝐨 𝐝𝐢 𝐑𝐨𝐬𝐞Where stories live. Discover now