ᴘʀᴏʟᴏɢᴏ

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Era mattina.

Una mattina, un’altra semplice e monotona giornata aveva inizio.

Snezhana si svegliò nel letto, che pensava essere il suo, aveva già prima di alzarsi e aprire totalmente gli occhi il pensiero che fosse lunedì.
“Un altro lunedì!” Pensò un po’ stanca, ma poi ripensò alla bellezza di cui avrebbe potuto godere in seguito a quelle giornate.

Quello per Snezhana era l’ultimo anno di liceo. Sarebbe stata  finalmente libera e senza pensieri, almeno per un po’. Pensò che forse avrebbe davvero trovato il modo di godersi di più quei pochi amici di cui disponeva e di vivere le sue esperienze, quelle vere.

Per fortuna era già aprile, pochi mesi e tutto sarebbe finito.

Il profumo dei rosacei fiori primaverili si sarebbe confuso con l’odore della brezza marina, che anche a metri e metri di distanza dal mare sarebbe stato un po’ trasportato dalla gente che tornava da lì. Quel profumo che in fondo tutti un po’ ammiriamo. Finalmente con quei “pochi ma buoni” amici più stretti sarebbe potuta tornare anche lei a guardare le onde del mare che si muovevano tranquille e ritornare a porsi domande su come il colore blu del cielo si possa riflettere in modo diverso in un immenso d’acqua salata, pensiero che ha il suo fascino.

Però avrebbe dovuto anche sopportare i figli di sconosciuti le avrebbero gettato la sabbia sui libri che più amava leggere, o ancora peggio sui suoi capelli corvini. Le persone con le infradito che trascinavano la sabbia fino a oltre cinque metri dalla spiaggia e i soliti malavvezzi che parlano urlandosi a vicenda senza uno scopo preciso, a cui alle loro grida si sarebbe aggiunta anche la musica dei loro sterei alzata al massimo.
Per carità, Snezhana non aveva nessun problema contro la musica al mare, però, avrebbe decisamente preferito una musica hawaiana di sottofondo che ti rende ancora più piacevole il relax tra le onde del mare, oppure leggere al sole con l’odore del sale che le sarebbe entrato nelle narici. E invece no. Doveva limitarsi a tollerare quei ragazzacci; che purtroppo ovunque se ne trovano; con la musica trap e rap a palla che le sarebbe entrata in quelle orecchie che avrebbe con tutto il cuore desiderato tappare.

Forse la migliore strada sarebbe stata quella di asfissiare ed essere trascinata in fondo da quella grande massa d’acqua dalle tante sfumature del blu. Pensò la sua mente.
Annegare, però sotto un aspetto psicologico, quando hai letteralmente presente quell’incoscienza di vivere nel mondo assieme a qualcun altro, stai in un posto bello e basta. Per esempio solo tu e il mare.

Era incredibile come lei, ancora nel suo letto potesse aver elaborato nella sua mente tutto quello in soli dieci minuti.

La mente è un posto fantastico, misterioso e impossibile da scoprire.

Pensò all’improvviso, mentre un lieve sorriso che le incurvò le labbra.
Poi finalmente decise di alzarsi, altrimenti avrebbe realmente potuto fare tardi.

Così fece. Si alzò e andò vicino allo specchio, ma notò qualcosa: quella stanza non era la sua. Era tutta imbiancata e perfettamente ordinata, notò che il letto in cui giaceva prima addormentata era un letto matrimoniale, le coperte erano bianche, come le lenzuola che aveva stropicciato. Notò un balconcino dal lato opposto della stanza, ci uscì per osservare. Tutto ciò non le sembrava familiare, infatti non lo era. Voltandosi a destra mentre giaceva fuori al balcone riuscì a scorgere la punta della Tour Eiffel. Si trovava a Parigi!
Tutto era strano e caotico ai suoi occhi, non ci era mai stata in una città così grande e per giunta non italiana. Soprattutto non ci era mai stata senza la sua famiglia. Così, rientrando da quel balconcino notò un grande armadio munito di specchio. Si voltò per guardare il suo riflesso.
Ma anche stavolta notò qualcosa di inusuale.

Cosa può aggravare una situazione già di suo non normale?
Cosa può fare sentire una ragazza più spaesata e inquieta di non risvegliarsi nello stesso posto in cui era andata a dormire?

L’angoscia di non riuscire a discernere il proprio riflesso!

𝐋𝐚𝐝𝐫𝐨 𝐝𝐢 𝐑𝐨𝐬𝐞जहाँ कहानियाँ रहती हैं। अभी खोजें