tempesta.

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25 maggio 2015

Sono passate ormai settimane da quando riuscii ad aprire di nuovo gli occhi. Sinceramente.. non sapevo se stessi solamente vivendo un incubo oscuro in cui mi perdevo in un mondo parallelo, dove persone ricoperte di nero e rosso scuro mi torturavano in modi paranormali, o ero solo partita per un po'. Affianco a me trovai Emma, la rossa che conobbi la prima volta che tornai in vita, sorrise appena vide che mi svegliai -Hei! Ti sei svegliata, finalmente!- sbirciai con gli occhi fuori la finestra, pioveva a dirotto come l'ultima volta. Sentivo la pioggia che toccava il vetro delle finestre, poi girai lo sguardo verso di lei annuendo.

-Dove sono le altre?- chiesi sedendomi meglio, lei si mise affianco a me -Nel laboratorio- disse sospirando. -E.. Justin?- chiesi quasi imbarazzata, non so per quale motivo, ma lo ero. Lei scosse la testa -Lascia perdere, ti porto da mangiare- disse coprendomi il corpo con una coperta. Inarcai le sopracciglia, togliendomi la coperta di dosso -No.. perché dovrei? Cosa gli è successo?- lei mi fissò, incerta se parlare o meno. Chiusi gli occhi respirando profondamente, riuscivo a sentire il suo corpo, era ancora vivo. Allora perchè non voleva parlare? Li riaprii fissandola -È vivo. Dov'è?- lei sospirò e iniziò a parlare.

-Ascolta, Ariana.. so che Justin ti piace, ma lui non sa che sei stata tu a fargli tornare l'anima. In questi due mesi in cui non ti sei fatta vedere e l'hai bandito da casa tua, lui..- si bloccò. -Lui?- insistetti nel farla parlare. -Ha conosciuto un'altra- disse velocemente. Era impossibile ma riuscii a sentire il mio cuore frantumarsi in mille pezzi, ero scossa, nello stesso tempo delusa. Come avevo potuto lasciarlo andare via cosi? Avrei dovuto credergli quando mi parlò della sua anima e Satana e.. tutto. -È convinto che sia stata lei a riuscire a fargli tornare l'anima- sussurrò. Scoppiai in un pianto isterico, non volevo piangere ero solo nervosa, ma sono una persona abbastanza sensibile per questo sono spesso una fontana vivente. La rossa appoggiò le mani sulle mie spalle e mi tirò a se stringendomi forte, accarezzandomi i capelli e continuando a dirmi che sarebbe andato tutto bene, che le cose si sarebbero aggiustate o che eventualmente lo avrei dimenticato. Ma non era così, no, non era affatto cosi.

Niente stava andando per il verso giusto da quando avevo messo piede in quella casa. Justin che entrava all'improvviso, Tate, l'omicidio di Luke, le streghe, il morso, Satana, demoni... insomma, stavo letteralmente impazzendo. Volevo tornare indietro alla mia vecchia vita ma sapevo che non si poteva, ero una strega ormai, viva fuori ma morta dentro, senza un'anima. E la mia anima dov'era finita? Dove dormiva la notte? Dove vagava il giorno? E Justin? Aveva ancora quei superpoteri? Uccideva ancora? La mia mente era piena di domande a cui non potevo dare una risposta e probabilmente non ne avrei mai trovata una.

Mi misi seduta, asciugandomi le lacrime che mi avevano bagnato il viso e poi mi alzai avanzando lentamente verso la porta. -Ariana.. c'è il temporale fuori, non dovresti uscire ora- mi consigliò Emma, ma ignorai del tutto la sua intromissione e abbassai la maniglia. La porta si aprì di scatto per via del vento e stringendomi da sola per riscaldarmi, camminai verso casa di Justin. La nebbia, il vento che mi scompigliava i capelli e la pioggia rendeva quasi impossibile la vista ed io che ero ancora senza forze, oscillavo da destra a sinistra. Riuscii ad arrivare fuori casa di Justin, volevo bussare alla porta, ma dalla finestra bagnata intravidi lui steso sul divano con una bionda stesa su di lui mentre si baciavano e sorridevano. Quel divano nero in cui mi ripresi due mesi fa, quel divano da cui scappai via.

Abbassai lo sguardo, non era giusto. Ero stata io a riportarlo in vita, non lei. E lei lo sapeva che lui aveva un patto col diavolo? Che non era un mortale? Che apparteneva ad un'altra dimensione come i suoi amici? Neanche a queste domande potevo darmi una risposta. Alzai gli occhi alla finestra tornando a fissarlo, lui era davvero felice o almeno cosi sembrava. Probabilmente non eravamo destinati ad un futuro insieme ed era lei il suo futuro. Ricordo che quando ero piccola e andavo a scuola, mi piaceva un mio amico. Ogni volta che lo fissavo pensavo "Se ti piaccio girati e guardami", ma a volte questo 'comando' non funzionava. Essendoci abituata pensai di nuovo a questa cosa, ma pensai diversamente: "Se mi senti, guardami" pensai. E per ironia della sorte, Justin si staccò lentamente dalle labbra della bionda e si girò verso la finestra vedendomi.

Istintivamente mi girai e corsi via, ma qualcuno si precipitò su di me facendomi cadere sull'asfalto bagnato e quando mi girai capii che quello non era una persona qualunque, era Justin. -Dove sei stata?- disse mentre riprendeva fiato. La pioggia lo bagnava ma lui era sempre bellissimo, a differenza mia che di sicuro sembravo un cane bastonato con quei capelli e i vestiti inzuppati.. -Via- dissi guardando altrove. Non potevo di certo dire "Ah no, sai! Ho incontrato Satana e gli ho dato la mia anima e sono svenuta, ma non preoccuparti perché ti ho ridato la tua e ora vivi felicemente con una Barbie e di me puoi anche fregartene." Sentivo i suoi occhi su di me e la cosa mi dava fastidio, mi sentivo osservata 24 h su 24 in casa, poteva anche evitare o parlare. -Sei diversa- disse all'improvviso mentre mi prese il viso e continuava ad analizzare ogni punto. Deglutii fissandolo -E non lo dico perché sei bagnata o hai gli occhi gonfi- aggiunse. -Sembra che sei qui, ma in un certo senso non sei presente. Sembri..- -Morta?- lo interruppi finendo la frase. Lui mi fissò confuso mentre stringeva le labbra. Si, era quella la parola che mi descriveva in quel momento.

Canadian Devil • JBUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum