L'inferno.

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Deglutii notando il suo sguardo. Era alquanto spaventoso, anche quello che aveva fatto successivamente. Tate si girò lentamente e appena vide Justin e la ragazza giocare nell'acqua, mise la bocca a forma di 'o' e risucchiò l'aria. Inarcai le sopracciglia fissandolo e notai che Justin si girò verso di noi uscendo lentamente dall'acqua seguito dalla ragazza. Si avvicinò a noi e vidi che non aveva la maglia, i suoi muscoli scolpiti e bagnati splendevano al sole, i suoi pugni erano serrati come la sua mascella, i suoi occhi divennero di un nero intenso che lentamente prendeva luogo in tutta la palpebra fino a coprire l'ultimo angolino bianco che restava, il petto faceva su e giù mentre quasi faceva uscire il fumo dal naso come un toro. Indietreggiai lentamente quando vidi i suoi occhi trasformarsi.

-Satana..- sussurrai mentre spalancavo gli occhi, i due si girarono verso di me e Justin ringhiò contro di me. -Che cazzo pensavi di fare, Justin?! Volevi ucciderla?!- urlò Tate dandogli un pugno che lo fece cadere in terra. Justin scosse la testa e i suoi occhi tornarono al dolce color caramello che aveva prima. -Perché non le dici chi sei? Eh? Hai paura?- ribatté Justin mentre si copriva il viso dal sole con un braccio. Non capivo cosa volesse dire, era Justin quello diverso o no? Tate voltò il viso verso di me mentre respirava affannosamente e lesse nei miei occhi che stavo per domandargli di cosa stesse parlando Bieber. Lui abbassò lo sguardo, poi si girò verso Justin e gli diede un calcio nei genitali, facendolo piegare in due dal dolore. Lui se la rideva mentre Justin soffriva -Sei uno stronzo- disse Tate. La ragazza dai lunghi capelli neri si chinò davanti a Justin.

-Oh no! E' ancora funzionante?- ruotai gli occhi ma risi allo stesso momento per la domanda ridicola che gli aveva appena posto. Era seria? Certo che quelle così se le andava cercando. -Si, piccola- le rispose Justin sorridendole maliziosamente. Quanto mi infuriai in quel momento ! Ci stava provando con lei anche di fronte a me, voglio dire.. di fronte a me! Mi aveva baciata, pensavo che per lui significasse qualcosa e invece non significava nulla, mi stava solo prendendo per il culo e io come una stupida ci ero anche cascata. Non volevo finire nella sua lista, nemmeno innamorarmi di uno così. Era un puttaniere, un fottuto puttaniere. Justin si alzò e dopo aver guardato la ragazza spostò lo sguardo su di me e io subito guardai altrove. Si avvicinò a me e mi sfiorò il braccio, il quale ritirai. Lo fulminai con lo sguardo -Se ti piace tanto l'inferno e il lato oscuro, attento a casa tua- gli sussurrai e poi mi avvicinai al suo collo, più in alto non arrivavo poiché ero bassa rispetto a lui, poggiai una mano sul suo petto e continuai -potresti morire tra le fiamme- gli bruciai il petto e lo sentii gemere, poi lo spinsi via e andai da Tate. Onestamente non sapevo neanch'io come avessi fatto a fare tutto quello, ma la magia ha libero arbitrio se gestita dalle emozioni. -Vieni, andiamo a casa, non abbiamo niente a che fare con certa gente- dissi prendendogli la mano e dopo aver guardato di nuovo Justin che mi fissava in cagnesco, me ne andai a casa con Tate.

Era sera ed io e Tate eravamo nel mio salotto a mangiare popcorn e a vedere un film horror. Lui era seduto con un braccio intorno al mio collo ed io ero stesa con la testa sulla sua spalla. Tate era l'unico, senza contare le ragazze, a farmi sentire protetta. Era molto gentile con me e mi difendeva sempre. La mia madre adottiva sarebbe molto felice di conoscerlo. -Amo i film horror, è come se fosse un film basato sulla mia vita- non capii l'ultima frase. Alzai la testa guardandolo confusa -la tua vita?- lui annuì e girò la testa verso di me. -Vedi.. il mondo fa schifo, è un horror! E horror significa orrore, spavento, raccapriccio.. il mondo è un orrore, cammini per la strada spaventato e le persone sono raccapriccianti. E' così che vedo la mia vita- lo disse con una certa serenità che mi tenne calma e sorridente. Lui sorrideva ad ogni parola che diceva e gesticolava, mi piaceva il modo in cui si esprimeva, non aveva paura di dire la sua. Sembrava che la televisione avesse il volume basso perché sentivo soltanto la voce di Tate. -Ma c'è un qualcosa di bello in quest'horror- continuò. Inchinai la testa a sinistra -Cosa?- lui mi sorrise fissandomi -L'amore, che sei tu- arrossii a quelle parole e sorrisi debolmente. Mi piaceva Tate, ma pensavo anche a Justin e a quel bacio e.. Oh, ma andiamo! E' uno stronzo di prima categoria, meglio che lo lasci perdere, Ariana!

-Ti è piaciuto?- disse all'improvviso, alzai un sopracciglio fissandolo. -Cosa?- non poteva di certo parlare del film visto che eravamo solo a metà! -Quel bacio- mi leccai le labbra e abbassai lo sguardo. Si, mi era piaciuto e forse fin troppo.. Scossi la testa -No, non mi è piaciuto.- dissi freddamente per sembrare sincera. -Ariana, tu mi piaci- sentii dire, non aveva parlato, ma l'aveva pensato. Spalancai gli occhi appena sentii quella frase e alzai lo sguardo guardandolo. Riuscivo a sentire i pensieri! -Mi piaci anche tu- risposi senza muovere le labbra, ma telepaticamente. Lui sorrise di primo impatto ma poi quel sorriso svanì e inarcò le sopracciglia.

-Puoi sentirmi?- chiese incredulo. Deglutii grattandomi la nuca -N-no io..- mi prese il viso e mi avvicinò al suo guardandomi negli occhi, mi accarezzò la guancia sinistra con il pollice fino ad arrivare alle labbra, strinse con due dita sotto al collo fino a farmele aprire dal dolore e poi risucchiò la mia aria. -Magia..- sussurrò sulle mie labbra, le richiusi subito e mi allontanai. -Ecco perché non ci avevi messo molto con l'idrocinesi oggi..- continuò. Ansimai sentendo la presenza di qualcuno di sinistro nella stanza e iniziai a tremare, Tate mi prese il polso -Ariana, cos'hai?- mi chiese. Scossi la testa singhiozzando -No, no, no, no..- iniziai a dire velocemente. -Ariana, rispondimi!- continuò Tate. -C'è qualcuno qui!- neanche il tempo di finire la frase, che sentii qualcuno afferrarmi per la caviglia destra, urlai il nome di Tate ma non riuscì a prendermi la mano poiché venni trascinata velocemente giù per le scale e le grida di Tate svanivano di più ogni volta che scendevo giù. Era vuoto, buio e freddo, niente di bello in quella stanza, sempre se fosse una stanza. Sentivo delle risate echeggiare nella stanza e grida sofferenti, frasi dette in una lingua a me sconosciuta. Portai le ginocchia al petto abbracciandole mentre piangevo e urlavo per non sentire le voci. Questo era l'inferno.

Canadian Devil • JBWhere stories live. Discover now