l'inizio della verità.

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Qualcuno mi stava osservando.

Il rumore dei passi che avanzavano verso di me danzavano per la stanza, iniziai a perdere il respiro. Sentii le mie labbra seccarsi, cambiarono colore dal rosa opaco al viola scuro. La mia pelle quasi non la sentivo più, bianca come il latte e fredda come la neve. Qualcuno mi toccò il mento, riuscendo ad alzarmi senza molte forze, probabilmente non avevo più peso. -Hai smesso di giocare?- sentii. Ero stanca, non avevo energie, gli occhi si stavano socchiudendo e li sentivo più pesanti che mai. -Sono ancora indeciso..- continuò. Non riuscii a capire chi era, era buio, sentivo solo sangue colare dal corpo dell'altro. -Se farti morire in questo momento.. mi piace vederti soffrire!- affermò eccitato. -..O semplicemente darti fuoco come a Salem- cercai di aprire gli occhi per capire chi fosse -C-chi sei?..- balbettai. L'uomo iniziò a ridere, ma poi la porta si aprì e la luce si accese. -Adesso basta!- sentii urlare, era Justin. Mi girai verso di lui ma caddi in terra svenendo senza riuscire a vedere chi fosse l'uomo.

Mi svegliai sul divano del soggiorno di Justin, appena riconobbi il posto cupo e lo vidi arrivare mi alzai indietreggiando. Avevo paura che mi avrebbe morsa di nuovo e stavolta sarei morta senza riuscire a tornare in vita. -No, no Ariana.. non ti faccio niente..- disse avvicinandosi a me ma mi coprii il viso. -Non devi starmi vicino- gli dissi tremando, lui mi tolse le mani dal viso. -Non ti farò del male- rispose fissandomi negli occhi, scossi la testa ridendo -Lo hai già fatto- dissi. Lui serrò i denti. -Tornatene dalla tua ragazza- lo spinsi per togliermelo davanti e avanzai verso la porta ma me lo ritrovai davanti. -Sei gelosa?- mi chiese con un sorrisetto da bastardo stampato sul viso. -Di una zoccola? Certamente no!- risposi ricambiando il sorriso. Ero una tipa abbastanza orgogliosa, non volevo che la gente mi vedesse triste o debole.

-Allora perché le hai dato fuoco?- mi chiese bloccandomi il passaggio per la porta. -Oh, pensavo che ti piacesse giocare con il fuoco!- risposi mentre ci scambiavamo continui sguardi provocatori ma allo stesso tempo flirtavamo senza neanche accorgercene. Justin con me non si comportava come con le altre ragazze, non aveva mai cercato di portarmi a letto, non mi toccava dove non doveva toccare, non faceva il pervertito con me, ma mi piaceva il suo essere orgoglioso, scontroso, superiore, certo non superiore a me.. chiariamoci. Riusciva a tenermi testa come io riuscivo a tenergli testa.

-Ho una voglia matta di baciarti- mi rispose e alzai gli occhi al cielo. -Vedi di toglierti- risposi fissandolo. -No, se non mi dai un bacio- continuò, alzai un sopracciglio. -Non farmi usare la magia- dissi fissandolo in cagnesco. -Perché con Tate non ti comporti cosi? Ti piace?- distolsi lo sguardo. -Non sono fatti che ti riguardano- dissi indifferente. Justin posò le sue mani sulle mie braccia e mi scosse, facendo in modo che voltassi il viso verso di lui. -Mi interessano, tu stai con lui solo perché hai paura di me- respirai profondamente fissandolo. -Io e lui non stiamo insieme, non ci siamo neanche baciati- -Se suo padre non ti avesse trasportata giù la cantina, voi vi..- spalancai gli occhi interrompendolo -Suo padre cosa?!- lui mi fissò per un attimo e poi tornò a parlare.

-È un cacciatore di streghe, poteva ucciderti- -anche tu mi stavi uccidendo- ribattei. Lui abbassò lo sguardo -Non mi stavo controllando- disse tristemente. -Ti prego, fidati di me, non mi sono mai sentito cosi vicino a qualcuno- disse prendendomi il viso tra le mani. -So che sono un mostro, nel vero senso della paura.. stavo lasciando che la mia popolarità prendesse il meglio su di me, uccidendo anche te. È solo che.. sei così bella e non posso immaginare il tuo viso freddo e la pelle bianca che lentamente scompare.- lo guardavo non capendo il suo discorso. Popolarità? Quale popolarità? -Non dovevo metterti tra la lista delle prossime persone che avrei ucciso, tu sei diversa da loro. Non mi ispiri rabbia, certo un po' si ma... È amore, quello che sento, quello che mi manca- disse prendendomi la mano posandomela sul suo petto. Me la ritirai

-Prossime persone che avresti ucciso? Di che stai parlando?- lui fece un respiro profondo. -Ho fatto un patto con Satana quando avevo almeno 13 anni. La mia anima appartiene a lei, non sono vivo, sono morto e sono tutto. Potresti pensare alle cose più stupide.. vampiri.. lupi mannari.. non sono nulla di tutto questo. Sono un misto. Il patto sarebbe finito quando avrei trovato l'amore, a quel punto mi avrebbe ridato l'anima indietro.. ma non vuole farlo. Devi aiutarmi- disse prendendomi le mani per chiedermi aiuto. Le tolsi subito deglutendo -N-No.. tu sei impossessato..- dissi indietreggiando, lui mi seguì scuotendo la testa. -Tu puoi aiutarmi, Ariana!- corsi verso la porta aprendola e scappai via. -Stammi lontano, Justin! Tu sei un mostro!- urlai piagnucolando. -Non andartene, ti prego..- disse mentre mi veniva incontro ma lo spinsi via con la forza del pensiero. Non doveva toccarmi, né vedermi più. Sono sicura che lui mentiva anche sul padre di Tate, Tate non potrebbe mai lasciare che suo padre mi uccidesse, o almeno così speravo.

Canadian Devil • JBWhere stories live. Discover now