Verità

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- Non cominciare - disse Annabeth guardando male il ragazzo - È innocuo e vuole sapere che succede tanto quanto noi -

Percy si strinse nelle spalle, indifferente.

Dopo aver dormito tutta la notte sembrava essersi calmato e non lanciava più occhiate omicide verso la gente e sia Malfoy che Anubi tirarono un sospiro di sollievo.
Forse si riusciva a parlare e discutere senza rischiare che il figlio di Poseidone se la prendesse con qualcuno.

- Sicura? - chiese Carter avvicinandosi ad Annabeth e Draco - Non proverai ad attaccare vero? -

Il mago alzò le mani in aria, guardando negli occhi il Faraone.

- Non ho la bacchetta con me, uno - rispose - Due, ho come la sensazione che se ci provassi non ne uscirei tutto intero -

Annabeth e Sadie avevano deciso di non legare Draco per questa volta. Non poteva fare loro del male, questo era ormai appurato.
E poi, non era realmente loro nemico, era una vittima di tutto quel casino, di uno scontro tra dei.

- Se provi a fare una mossa ti metto al tappeto - lo minacciò Carter.

Era meno ostile di Percy e anche nettamente meno pericoloso ma la Brooklyn House era il suo territorio e quelle persone là dentro erano la sua famiglia e doveva proteggerli prima di tutto.

La porta si aprì e Talia e Walt rientrarono.
Erano usciti quando Sadie aveva detto loro che Iside le era apparsa in sogno per andare a chiamare i maghi.
Dietro di loro, infatti, entrarono alcuni dei maghi: Harry, Hermione, Ginny, Ron, Luna e Neville.

- Siamo disarmati- disse Harry guardando Percy che aveva già cambiato atteggiamento mettendosi in allarme.

- Come l'ultima volta? -

- Siamo stati perquisiti - disse Ginny indicando Talia.

- Sarà - rispose lui sedendosi sul divano e facendo un cenno alla fidanzata.

Annabeth sbuffò spazientita e dopo aver fatto sedere Malfoy sul divano in mezzo a  Nico ed Anubi, lo raggiunse. Lui la prese per i passanti dei pantaloni e la fece sedere sulle sue gambe, circondandole i fianchi.

Will si schiarì la gola e poi scosse il capo.

Carter sospirò mentre Sadie e Ziah lo affiancavano.
Il maggiore guardò sua sorella, aspettando che iniziasse a spiegare.

- Iside mi è apparsa in sogno e ho capito perché la dea della Magia greca se l'è presa con noi e perché vuole Malfoy- iniziò per poi guardare il ragazzo. Lui era quello che meritava di sapere più di tutti perché era in quella situazione - A quanto pare i tuoi genitori non erano in grado di avere figli e chiesero aiuto alla dea della Magia, protettrice dei maghi d'Inghilterra, la pregarono e dissero che se fossero riusciti ad avere un erede l'avrebbero donato alla dea che gli aveva dato la vita...purtroppo sembra che la dea che rispose alla chiamata dei tuoi genitori non fu Ecate ma Iside, era pur sempre una dea della Magia e la situazione si confuse -

Draco sgranò gli occhi, senza sapere che cosa dire, mentre i maghi si lanciavano occhiate preoccupate e perplesse.

Annabeth si morse il labbro giocando con i ciuffi disordinati di Percy.

- Ed ecco perché Ecate ha fatto in modo che i maghi credessero che era stato Carter ha rapire Draco - disse la figlia di Atena.

- Quello che ha detto la dea...voleva ristabilire l'equilibrio- fece Hermione - Farci scatenare una guerra contro gli Egizi per un errore fatto dai genitori di Draco? -

- Ok...ma il Ministero cosa c'entra? - chiese Ron - Inoltre, i Malfoy sono nemici del Ministero proprio per via dei Mangiamorte! -

- Non ho intenzione di chiedere nemmeno cosa sono... - borbottò Percy.

- Quindi...la dea greca della Magia non può farci nulla, se decidiamo di tenere con noi il ragazzo...come funziona? - chiese Ziah.

La maggior parte delle teste si voltarono verso Anubi.

- Che c'è? - chiese lo sciacallo.

- Sei l'unico dio qua in mezzo - disse Nico - Cosa sai dirci al riguardo? -

Anubi si strinse nelle spalle...

- Bè, non ne so granché al riguardo, non era mai successo che dei mortali donassero i propri figli agli dei senza intenzioni di sacrifici di sangue, però...io sono stato donato e affidato ad Osiride, e sono un dio, lavoro per lui e lui mi tiene al sicuro, per così dire, è dalla mia parte e qualche volta ha dovuto vedersela con gli altri dei per qualche mio sgarro...penso funzioni allo stesso modo ma dipende sempre da che patto è stato fatto con Iside - spiegò lui - È indubbio però che se appartiene alla dea egizia della Magia, quella greca non può rivendicarlo, in fin dei conti è così essere donato, significa appartenere a qualcuno -

- A meno che non si voglia far scoppiare una guerra... - disse Talia pensierosa - Non penso Ecate sia così pazza né che gli dei l'asseconderanno in caso...significherebbe battaglia aperta e il campo dello scontro sarà di nuovo New York -

- E non saranno di certo i nostri dei a combattere - disse Percy.

Carter sussultò e guardò l'amico che si era fatto scuro in volto. Aveva capito che cosa intendeva, glielo avevano anche raccontato...gli dei greci difficilmente scendevano a combattere le loro guerre...i semidei, esistevano per quello.
Se i greci avessero deciso che valeva la pena affrontare gli Egizi per un torto fatto ad Ecate...a loro sarebbe toccato affrontare quelli che in quel momento erano lì, quelli che erano dalla loro parte e che fino a quel momento li avevano aiutati in qualcosa di assurdo.

Avrebbe dovuto affrontare Percy Jackson e sapeva che a quel punto la Brooklyn House sarebbe caduta e con lei tutta la Casa della Vita.

- Percy...tu... - iniziò il Faraone ma l'amico scosse il capo.

- Non combatterò contro i miei compagni- disse facendo sussultare gli Egizi - Ma nemmeno contro i miei amici. Se gli dei vogliono la guerra che se la facciano da soli! Questa volta non scenderò in campo per i loro capricci. Nico? -

Il figlio di Ade sorrise e sollevò il braccio.

- Mi sono accidentalmente legato al dio egizio dei funerali...vorrà pur dire qualcosa no? - fece - Non credo che le Parche ci vogliono nemici, no? Evitiamo di fare cavolate per una buona volta -




Exousía TheïkósWhere stories live. Discover now