XXX- Attimi

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Venerdì: Il giorno del ballo.
Sono passati solamente tre giorni dalla morte di Peter e da quel giorno ho smesso di sorridere. Tutto quello che è successo ha lasciato un segno dentro di me, un peso che ho provato soltanto dopo la morte di mia madre, anni ed anni fa. Non che mi dispiaccia il fatto che lui non ci sia più; Kermes è al sicuro, mio fratello è più tranquillo e la scuola crede che sia nuovamente partito per Los Angeles. Tutto è perfetto, ma vedere con i miei occhi il corpo senza vita del ragazzo che fino a due giorni prima era nelle prime chat del mio cellulare, un po' mi sconvolge. Ho guardato a lungo quella chat, sperando di ricevere un messaggio di risposta, anche orribile e pieno di imprecazioni. Non avrei mai pensato di rimanere scossa dalla morte di qualcuno, avendo visto la mia intera famiglia morirmi sotto gli occhi, ma questa volta è diverso, non si tratta di dispiacere, solo di un forte senso di colpa. «Ti stava per uccidere.» Mi ripetono da giorni i miei amici ed il mio ragazzo, ma io non riesco ad immaginarlo, nonostante siano stati gli attimi più brutti della mia intera esistenza.
«Allora? Come sto?» Mi domanda la mia migliore amica uscendo dal bagno, sfoggiandomi il vestito scelto per il ballo che inizierà solo tra qualche ora. È di color rosa confetto, semplice ma elegante e le sta davvero bene. Sulla testa poggia delicata una corona di fiori bianchi. Sembra una vera e propria principessa.
Abbozzo un finto sorriso. «Ti sta da Dio.»
Mi sorride dolcemente ringraziandomi, chinandosi dinnanzi a me. «Ada, tesoro... Capisco quanto sia difficile per te, nemmeno per me è stato facile vederlo lì, nonostante lo odiassi con tutta me stessa. Ma c'era una scelta da fare: o lui o te. Capisci che Aurel non ha potuto fare altrimenti.»
Annuisco cercando di sembrare convincente, mentre lei si alza nuovamente in piedi e si avvicina allo specchio.
«Lisci o naturali?» Mi domanda cercando di togliere la serietà che da qualche giorno a questa parte prende ogni nostra conversazione.
«Naturali.» Le rispondo.
«Si, forse è meglio.»
Qualcuno bussa alla porta e lei concede al mio posto il permesso per entrare. È Aurel, ovviamente, che si poggia allo stipite della porta, osservandola. Lei lo nota dallo specchio ed arrossisce in un attimo. Il loro rapporto è migliorato da quell'abbraccio, hanno iniziato a comportarsi come già da tempo avrebbero dovuto fare, senza fingere indifferenza.
«Sei davvero bella, Meg.» Commenta, strappando a lei un sorrido.
Inizio quasi a pensare che mio fratello provi qualcosa per lei. Il modo in cui la guarda mi ricorda quello in cui Kermes guarda me. Sembra ammaliato da quella ragazza con il viso da bambina ed i cappelli color ruggine.
«A che ora inizia, il ballo?» Domanda, sedendosi sul letto accanto a me.
«Alle nove.»
«E non ci andrai?»
Scuoto la testa.
«Hai chiesto a Kermes se è d'accordo?»
Ripeto il gesto.
Sospira e mi guarda serio.
«Draculina, penso che tu debba andare.»
«Non ci andrò.» Sputo irritata.
I due si scambiano uno sguardo preoccupato, mentre Megan afferra dall'armadio la seconda scelta del suo vestito. È di un rosso simile al bordeaux, forse anche più scuro, lungo fino ai piedi e con un grande spacco di lato. La schiena, totalmente scoperta e tenuta ferma solo da due finissimi fili dello stesso colore del vestito che si incrociano dietro, creando un effetto stupendo.
«Provalo.» Mi propone, porgendomelo. «Provarlo e basta.» Precisa.
Nonostante io non abbia la minima voglia di farlo, annuisco ed accetto, chiedendo ad Aurel di uscire alla stanza.
Mi tolgo i vestiti e delicatamente infilo un piede all'interno, poi l'altro ed infine lo tiro su, infilando le braccia nelle finissima bretelle. Mi avvicino allo specchio e mi guardo. Devo ammettere che mi sta davvero bene, sembra fatto apposta per me e mette in risalto il seno e la mia vita stretta.
«Cavolo, sei bellissima.» Commenta.
Le sorrido dolcemente mentre continuo a guardarmi e nel riflesso dello specchio vedo qualcuno che probabilmente non doveva essere in vita, ma morto al posto di qualcun altro. Non riesco a vedere il mio volto senza sentirmi una totale schifezza. I miei occhi iniziano a bruciare bagnandosi di lacrime e guardo in alto cercando di trattenerle.
«Non fare così, sei stupenda.» Continua Meg, avvolgendomi un braccio attorno al collo.
Annuisco e mi sposto i capelli dal viso fermandoli dietro le orecchie, notando soltanto dal tatto lo stato di disordine in cui si trovano.
«Grazie.» Riesco a dire, facendole spuntare un sorriso.
Il rumore dei leggeri pugni contro la porta si fa nuovamente sentire. «Posso?» Domanda dall'altra parte di essa mio fratello.
«Entra.» Gli do il permesso.
La porta si apre, lasciando entrare un Aurel che non avevo mai visto prima. Indossa una camicia bianca ed una cravatta, un pantalone elegante di colore blu scuro e scarpe dello stesso colore. Capelli tirati indietro e fermati dalla gelatina che lo fanno sembrare in un film del mille novecento.
«O mio dio!» Esclamo, facendomi scappare una risata, questa volta veritiera.
Si morde il labbro imbarazzato, mentre Megan lo guarda incantata.
«Sei bellissimo, Aur.» Commento, abbracciandolo.
«Anche tu, piccolina. Davvero. Sei stupenda, sembra fatto apposta per te.» Dice, ripetendo il mio pensiero.
Guardo verso il basso trattenendo un sorriso alla visione bizzarra a cui i miei occhi stanno assistendo.
«L'accompagnerai al ballo, vero?» Domando felice. Sembra che dopo quel traumatico giorno la mia vita abbia preso una svolta.
Megan annuisce ridendo.
«Si, beh. Non esattamente, in realtà» La riprende lui.
La mia espressione si fa confusa. Non capisco.
«È permesso?» Domanda qualcuno dall'altra parte della porta semichiusa. Il timbro di voce di Kermes lo riconoscerei fra mille.
La porta si spalanca e ciò che vedo mi lascia senza parole. Anche lui, come gli altri presenti nella stanza, sembra essere uscito da un film di nobili.
Camicia nera e papillon, pantaloni dello stesso colore e scarpe identiche. I suoi capelli sono più ordinati del solito e sul suo volto compare un sorriso puro nel vedermi. Tiene una rosa rossa tra le mani.
«Cazzo!» Commenta passandosi una mano tra i capelli, rimanendo a guardarmi. «Sei bellissima.»
Mi mordo delicatamente il labbro e ricambio lo sguardo. Anche lui lo è.
«Anche tu. Sei stupendo.»
Mi si avvicina piano e mi porge la rosa, aspettando che io l'afferri per cingermi la vita e baciarmi.
Mi stacco da lui ed osservo il fiore stupendo che ho tra le mani. Tutto sembra perfetto. Io, loro, i nostri vestiti, il rapporto familiare che sembra essere nato tutto d'un tratto...
«Ora ditemi: che cosa significa questo? Sapete che è pericoloso per me andare al ballo, non so controllarmi.»
Kerm sorride. «Si, lo sappiamo bene. Per questo abbiamo optato ad un qualcosa di leggermente diverso.» Mi spiega.
«Ci permetti di mostrartelo?» Domanda Aurel, porgendomi la mano.
Rido imbarazzata ed incantata dalla situazione, poi annuisco senza pensarci due volte.
Megan mi porge un paio di scarpe nere con un tacco alto abbastanza per essere notato ma non troppo da farmi cadere. Sono stupende, proprio come le sue.
«I miei capelli...» Le faccio notare.
Senza farmi aspettare un secondo afferra dalla scrivania una spazzola dello stesso colore del suo vestito e me la porge sorridendo.
Scuoto la testa divertita e l'afferro, iniziando a spazzolare le miei onde more. Afferro i tacchi con due dita e li indosso alla svelta. I brutti pensieri sembrano essere svaniti.
Afferro il braccio del mio fidanzato e mi tengo a lui, aiutandomi a camminare per le scale fino al piano di sotto.
Quando Aurel dinnanzi a me apre la porta principale rimango ammaliata da ciò che vedo: una limousine bianca è parcheggiata davanti al nostro cancello ed un ragazzo moretto è in piedi accanto allo sportello aperto.
Guardo mio fratello e non resisto dall'abbracciarlo. Lui, per la prima volta dopo molto tempo, ricambia il mio gesto.
«Ragazze...» Ci chiama gentile il ragazzo, chiedendoci di entrare nel veicolo. Afferro la mano della mia migliore amica e supero i ragazzi, trascinandola all'interno. Non ero mai stata in una limousine ed è tutto così stupendo.
L'interno della vettura è di un particolare grigio topo ed un vetro scuro separa i sedili anteriori dall'abitacolo dei passeggeri. Mi sento la perfetta protagonista di un film perfetto, mentre la musica inizia a fuoriuscire dalle casse collocate ai lati degli sportelli.
È tutto così magico che non mi sembra vero; ho un ragazzo stupendo che mi ama e mi dimostra affetto in molteplici modi, un fratello che pian piano sta diventando sempre più comprensivo mettendo da parte il suo lato senza cuore, riuscendo a sembrare un po' più umano ogni giorno che passa ed una migliore amica che... beh, Megan è sempre stata perfetta. Comprensiva, dolce, espansiva, semplice e simpatica. È tutto quello che ho sempre desiderato in un'amicizia, una di quelle che spero durerà fino alla fine.
Guardo gli occhi del mio ragazzo, scuri come sempre, e gli afferro il viso, perdendomi in un bacio.
Attimi. Solo attimi che spero di ricordare fino alla fine dei miei giorni.
In fondo, pensandoci, tutti abbiamo un inizio ed una fine, ogni situazione ed ogni persona. Che sia bella o brutta, la fine, sarà solo un attimo nel mondo, un attimo insignificante che non segna realmente il termine, ma solo l'inizio di un nuovo ricordo nella mente di qualcuno; qualcuno che ti ricorderà per il tuo essere speciale a prescindere dalla tua importanza nel mondo, perché, per quel qualcuno, tu sei stato e sarai per sempre il suo unico mondo.
E poi chissà, magari, prima del mio attimo, riuscirò finalmente a dire al ragazzo dei miei sogni le uniche due parole che forse non ho avuto il coraggio di pronunciare ad alta voce, ma che più di una volta hanno preso spazio nella mia testa. "Ti amo, Kermes."

Flame And Secrets [Vampiri]Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang