X- Castelli di sabbia

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Entro in casa e vado dritta da mio fratello che sono certa si trovi nella sua stanza, allenandosi come ha sempre fatto in quest'intera settimana di ferie.
«Ehi, sono tornata.» Lo avverto, cercando di nascondere la mia preoccupazione.
«Ciao Draculina. Com'è andata? Novità?»
Con mia sorpresa noto che, invece dei soliti stupidi e inutili allenamenti, sta riordinando la sua scrivania. I fogli e i contratti di solito sparsi su di essa sono l'uno sopra l'altro, ben divisi ed in ordine. Mio fratello gestisce una delle più importanti agenzie di viaggi di Fargo, a dir sua la più bella e moderna di quella città. Qualche anno fa, per via del lavoro, rimaneva spesso un'intera giornata in agenzia, chiedendo a me di riordinare ogni singolo contratto. Inutile dire che combinavo sempre qualche guaio. Non ho mai capito il suo lavoro e mai lo capirò, ma vedere che finalmente sta regalando un po' di pace al suo studio mi meraviglia.
«Cavolo, chi sei e dove hai messo mio fratello?» Esclamo stupita.
Gli scappa una piccola risata. «È così strano che io faccia un po' di ordine in questa casa?»
«Si, direi di sì! Sono settimane che non muovi un dito. Prima con la scusa del troppo lavoro in agenzia, ora con quella degli allenamenti. E alla fine tocca sempre a me riordinare!»
«Beh! Prenderei volentieri una domestica, ma credo si faccia qualche domanda nel vedere il frigo pieno di sole fialette di sangue e i letti inutilizzati.»
«E non potremmo assumere una domestica vampiro?»
«Tesoro, con le milioni di capacità che abbiamo noi vampiri, la vedo davvero difficile trovare qualcuno così tanto stupido da guadagnarsi da vivere sistemando case altrui, non trovi?» Sorride ironico.
Fanculo a lui e al suo avere sempre la risposta pronta.
«Ok, hai vinto! Vado in camera mia, ci sentiamo dopo.»
«No aspetta. Novità con Martinez?»
Dio, giusto. Con Martinez...
«È tutto ok con Peter. Sto riuscendo a farlo fidare di me. Probabilmente la mia frase non è grammaticalmente corretta ma hai capito il significato.»
Mi guarda confuso ed annuisce come per ringraziarmi, dandomi il permesso per uscire. Io gli sorrido leggermente e lui fa lo stesso, prima di dirmi di chiudere la porta della sua stanza. Corro nella mia, iniziando a cercare un modo per far passare il tempo e per non pensare a Kermes. Da quando ho visto per la prima volta quel ragazzo, non me lo tolgo più dalla testa.
«Ok Ada. Mettiti a studiare, fai qualche stupido gioco tecnologico o quel che vuoi, ma non pensare a lui.» Mi ripeto, probabilmente ad alta voce. Un pensiero inutile, dal momento che mi getto sul letto fissando un punto vuoto, pensando a dove possa essere. Non ho nemmeno il suo numero per poterlo contattare e chiedergli come sta, cos'è successo e perché mi ha chiesto di allontanarmi senza voltarmi. Noi vampiri non corriamo alcun pericolo, le uniche cosa che possono farci del male sono un altro della nostra specie, oppure, in casi estremi, un lucantropo. Questi, così tanto conosciuti dagli umani come "personaggi della mitologia" possono farlo con estrema facilità. Seguendo i miei pensieri e riflettendoci su per qualche minuto, arrivo alla conclusione che potrebbe essersi messo davvero nei guai. Se è davvero così, lo aiuterò, come lui ha fatto con me. Il mio potere è un grande vantaggio quando si tratta di liti o battaglie, posso prevedere non solo delle precise situazioni, ma anche i singoli movimenti pochi attimi prima che accadano. Domani sarà venerdì, ovvero l'ultimo giorno prima del fine settimana a casa di Megan. I suoi genitori passeranno un paio di giorni nella villa sul mare, lasciando a Meg tutta la casa a sua disposizione. Sinceramente, non vedo l'ora di passare un po' di tempo da sola con lei.

Parcheggio l'auto al solito posto e prendo lo zaino poggiato nel sedile accanto a me, scendendo dalla macchina per dirigermi all'entrata dell'istituto, come ogni giorno. Per fortuna oggi sarà l'ultimo di questa assurda settimana, devo ammettere che è stata una delle più movimentate dell'ultimo anno.
«Ada!» Chiama una voce maschile conosciuta dietro di me. Mi volto, ritrovandomi a pochi metri un gruppo di ragazzi, ad occhio direi sei o sette. Il primo, è Christopher, il ragazzo che ieri conversava con Peter all'entrata. Dietro di lui, quello che dovrebbe essere il migliore amico di Kermes. Daniel se non erro.
«Ehi Chris! Dimmi.»
Mi sorride dolcemente. «Tu stai con il ragazzo nuovo, giusto?»
Sul volto di Daniel si forma un sorriso divertito.
Lo ignoro. «Peter? Beh no, non direi.»
«Beh, ma vi frequentate?»
«Io, emh..» Sospiro, interrompendomi. Non so cosa dire. «Si, forse.»
«Ok, sembri molto confusa! Volevamo invitare Peter ad una partita di Lacrosse questa sera, sappiamo che giocava nella sua vecchia scuola e a noi manca un componente. Lo abbiamo cercato ma non riusciamo a trovarlo, quindi abbiamo pensato che potevi riferirglielo.»
Annuisco. «Si, va bene. Oggi abbiamo qualche lezione insieme, glielo riferirò.»
«Grazie mille, hai un biglietto per la partita offerto da me, se vuoi venire.»
Sorrido felice. Non ho mai visto una partita di Lacrosse dal vivo, ma ho sempre voluto farlo. Chissà se Kerm parteciperà... «Beh, grazie! Sicuramente ci sarò!»
Mi rivolge un sorriso e fa cenno ai suoi amici di tornare indietro.
«Aspetta.» Li fermo, sperando che anche Daniel si volti. Fortunatamente lo fa. Tutto l'intero gruppo si volta ed io mi sento terribilmente osservata.
Guardo quest'ultimo. «Ci sarà anche Kermes?»
Trattiene una risata ed alza gli occhi al cielo.
«Gliel'ho proposto, ma no. Non ne vuole sentir parlare. Magari puoi provare convincerlo, anzi, sono più che certo che riuscirai a farlo. Devi solo lasciare che gli passi la rabbia.»
Annuisco. Dal suo modo di parlare capisco che, probabilmente, Kerm gli ha parlato di me. Non ne ho la conferma, ma voglio sperare che sia così.
«Va bene. Ci proverò.»
Mi lancia un sorriso con contorno di occhiolino, mentre con gli altri torna verso l'entrata. Io chiudo l'auto ancora aperta e li seguo, in fin dei conti è lì che devo andare.
La mia testa è un continuo ripetersi di "Magari puoi provare convincerlo, anzi, sono più che certo che riuscirai a farlo." Cosa voleva dire? Davvero a Kermes piaccio cosi tanto da averne parlato con il suo migliore amico? Insomma, io non ho mai parlato a Megan di un ragazzo, perché nessuno dei ragazzi che mi sono interessati lo hanno fatto cosi tanto da doverglielo raccontare. Di certo non ragiono come un maschio, non potrò mai farlo, ma almeno il minimo indispensabile credo di saperlo e se c'è una cosa certa è che i ragazzi non parlano mai con i propri amici delle ragazze che gli piacciono. Se lo fanno, c'è qualcosa in più.
«Oppure, magari ha solo un buon rapporto con il suo migliore amico!» Mi fa notare Megan, una volta averle raccontato quel che è successo.
«Cavolo, Meg! Non distruggermi i castelli. Sei la prima a dire che gli piaccio.»
«E ne sono più che convinta, amica mia. Ma non trovo surreale il fatto che abbia parlato di te a Daniel!»
«Ok, hai ragione, magari i tempi sono cambiati e gli uomini non sono più riservati come una volta. Ma ciò non toglie il fatto che ne abbia parlato, quindi, rimarrò felice lo stesso.»
Gli sfugge una risata che cercava in modo evidente di trattenere già da un po'.
«Che ti prende ora?» Domando mentre mi contagia.
«Ti piace Kerm, è evidente.»
Se avessi del calore in corpo le mie guance in questo momento sarebbero un perfetto barbecue. «No, ma che dici? Solo ho apprezzato il fatto che mi abbia aiutata. Lo trovo simpatico, tutto qui.»
«Ada, chi si sta simpatico non si bacia.»
«Non ci siamo baciati, Meg!»
«No infatti, ma c'eravate quasi!»
Alzo gli occhi al cielo. Per quanto io possa negarlo, l'attrazione c'è da entrambe le parti.
«Ok, cavolate a parte, l'hai visto stamattina? Devo parlargli.»
Ci pensa su qualche secondo.
«Si, credo di averlo visto nel cortile sul retro, era con un ragazzo, stavano parlando.»
«Bene, perfetto. Vado lì!» Comunico girandomi verso il cortile.
«Ma, Ada! Ferma. È inutile, se ne saranno già andati.»
«Tentar non nuoce.» Grido, non smettendo di camminare.
Ammetto che non è affatto da me cercare qualcuno addirittura dall'altra parte della scuola solo per potergli parlare, ma sono davvero preoccupata per ieri. Voglio sapere cos'è successo, merito di saperlo. Kermes non è il tipico ragazzo che solitamente attira la mia attenzione, forse è per questo che in cinque anni di liceo non mi sono mai accorta della sua presenza, ma il fatto che sia come me lo rende particolarmente più importante ai miei occhi. È l'unico che non mi fa sentire diversa, ogni discorso o ambiente con lui diventa casa, anche il più breve e stupido. Vedere qualcuno come me è una delle cose rassicuranti che mi potesse capitare, riesce a non farmi sentire sola. A non farmi sentire strana.
Ringhio a tono basso insulti indecifrabili, quando, già in lontananza, riesco a vedere il retro completamente deserto.
Sbruffo incrociando le braccia al petto, poco prima di afferrare il cellulare che vibra. È un messaggio di Peter che mi domanda dove mi trovo. Non visualizzo e lo ripongo in tasca, non è di certo il momento.
«Mi cercavi?» La voce di Kermes è inconfondibile. È dietro di me.
Mi volto di scatto e lo guardo, rimanendo impassibile per qualche secondo. È accanto al muro, anche lui a braccia conserte che mi guarda. I capelli sono come sempre in ordine e si morde delicatamente il labbro superiore.
«Si, ti cercavo. Possiamo parlare o anche questa volta deciderai di evitarmi? È da ieri che lo fai, non mi stuperei.»
Guarda altrove continuando lo gesto di poco prima, questa volta in segno di nervosismo.
«Si, possiamo parlare.» Risponde, avvicinandosi a me. Io rimango ferma con le braccia dietro il corpo, aspettando che arrivi lui. Quando è a pochi centimetri da me si ferma e annuisce, come per chiedermi di iniziare a parlare.
«Voglio sapere perché mi eviti, Kerm. E anche cos'è successo ieri.»
Sospira e mi guarda fisso negli occhi. I suoi sono cosi tanto belli da sembrare veri. «Non ti sto evitando. Ho avuto una giornata piena, tutto qui.»
«Ti prego, non dire stronzate. Andava tutto bene, fino al bacio con Peter. Ammetti che ti ha dato fastidio e finiamola qua.»
Si blocca qualche secondo, poi scoppia a ridere.
Sono confusa e sento di aver appena fatto una grande figuraccia. Forse, come dice Megan, mi creo castelli che non esistono. Mi sono lasciata influenzare dalle parole di quest'ultima.
«Dio, Ada. Credi che solo perché mi siano usciti i canini io provi qualcosa per te? O almeno, che lo provi così tanto da essermi infastidito? Puoi baciarti tutti i ragazzi che vuoi, piccola succhiasangue. Non pensare di essere importante per me, perché non è così. Abbiamo solo molte cose in comune, solo per questo ti degno della mia compagnia.»
Una parte all'interno di me si sente pugnalata.
Rimango immobile a guardare quel ragazzo che credevo fosse diverso. Non mi aspettavo che ammettesse di provare qualcosa, ma nemmeno una risposta del genere, così di poco buon gusto. Avrei voluto saperlo in altro modo, magari un modo più carino ed educato.
«Vaffanculo Kermes.» È tutto ciò che riesce ad uscirmi dalle labbra.
Lo supero sbattendogli contro e torno all'ingresso principale dove spero si trovi ancora Megan. Non sono triste, né amareggiata. Provo solo disgusto nei suoi confronti.

Flame And Secrets [Vampiri]Where stories live. Discover now