XXVIII- Casa dolce casa

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La destinazione è finalmente sotto i nostri piedi, o meglio, sotto le ruote della mia auto. Riesco già dall'affollato parcheggio a vedere i volantini rosa appesi per tutto l'istituto come ogni anno, per annunciare il ballo; si terrà venerdì nella grande palestra e nel cortile principale. Masse di alunni in preda all'entusiasmo attaccate ai quei biglietti color fenicottero che pensano già da settimane al vestito da indossare o al modo in cui sistemare i capelli. Che grande cazzata!
Io ovviamente non ci andrò. Non voglio e non posso, sarebbe fuori dalle righe per una come me. Cibo, bevande, umani ubriachi e soprattutto pochissima distanza l'uno con l'altro. Non ho intenzione di ripetere quel che è successo venerdì.
«C'è il tuo ragazzo.» Mi avverte mio fratello col il solito tono infastidito, mentre voltandomi vedo Kermes venire verso di noi. Scendo dall'auto e mi avvicino a lui, che non smette di camminare. Ormai Aurel ha capito bene cosa c'è tra di noi.
Mi afferra per la vita e, senza pensare alla presenza di mio fratello, mi bacia.
Ovviamente ricambio, prendendogli il viso con una mano.
Si stacca delicatamente da me e mi accarezza il viso. «Buongiorno piccola.» Mi saluta dolcemente.
Sul mio volto si dipinge un sorriso. «Buongiorno!» Dico a mia volta, sentendo dietro di me lo sportello dell'auto chiudersi.
Mio fratello ci raggiunge e i suoi occhi sono stranamente del colore che dovrebbero essere. Non c'è filo di irritazione o rabbia nella sua espressione; sembra solo un po' infastidito, come lo sarebbe un normale fratello geloso della propria sorella.
«Ciao Kermes.» Lo saluta stupendomi, anche se con tono scortese.
«Ciao, Aurel.» Ricambia lui.
Attimi di silenzio volano dell'aria ed il famoso detto "la tensione si taglia col coltello" sembra materializzarsi.
«Noi andiamo.» Riesco a dire. «Grazie per avermi accompagnata.»
Mi guarda con sguardo beffardo. «Non ti ho accompagnata, mi serve la macchina.»
Alzo gli occhi al cielo mentre vedo sul volto di Kermes formarsi un sorriso che tenta di nascondere.
«A dopo!» Continua mio fratello accarezzandomi la testa e lanciando uno sguardo a Kerm che non riesco a decifrare, mentre sale sulla mia auto e mette in moto.
«Emozionata per l'incontro di wrestling?» Scherza, nonostante io non ci trovi nulla di divertente. Abbozzo una risata sarcastica facendolo sorridere, mentre ci avviamo verso l'entrata. Riesco a vedere gli aranciati capelli di Megan anche a metri di distanza, ormai per me sono inconfondibili. È in compagnia di Daniel, ovviamente.
«Ciao ragazzi!» Li salutiamo all'unisono avvicinandoci. Loro ci rivolgono un caldo sorriso, ricambiando il saluto.
Gli occhi di Megan mi sembrano persi in quelli del ragazzo dinnanzi a lei, esattamente come i miei sono persi in quelli di Kermes. Due migliori amiche innamorate di due migliori amici; sembra quasi un film.
Quando la campanella di inizio lezioni ci rimbomba nelle orecchie capiamo che è finalmente arrivato il momento di entrare. Quel rumore stridolo che normalmente non mi da alcun effetto collaterale, quest'oggi, mi crea un magone nello stomaco.
Mentre le nostre gambe camminano verso l'aula, afferro la mano di Kerm e la stringo forte, come se tenerlo stretto a me potesse in qualche modo proteggerlo. Lui mi rivolge uno sguardo dolce capendo il mio intento e la stringe altrettanto forte. Vorrei che il tempo si fermasse, vorrei tenerlo con me per il resto della vita, indipendentemente dal fatto che sia o non sia la mia fiamma gemella.
Alzo lo sguardo verso il corridoio e rabbrividisco. Il sangue ormai assente nel mio corpo si sarebbe congelato a questa visione: Peter avanza spedito nella nostra direzione, guardandoci. Io mi blocco, facendo fermare gli altri accanto a me, che mi rivolgono uno sguardo confuso.
«Che succede?» Domanda il mio ragazzo posandomi piano una mano sul viso.
Non rispondo, non sono in grado di muovermi.
Kermes si volta verso Peter ed incrocia il suo sguardo; quest'ultimo ride beffardo e cammina avanti, superandolo.
«Smettila di essere così spaventata da questa situazione.» Mi sgrida. «Sei più preoccupata di me, piccola. Non mi accadrà niente, te lo prometto.»
È così: Sono più preoccupata di lui. L'idea di perderlo mi farebbe morire, sento come se fosse con me da tutta la vita, come se potessi perdere una vera e propria parte di me.
Annuisco alle sue parole. «D'accordo.» Riesco a dire solamente, mentre lui mi avvolge tra le braccia. L'aroma che rilasciano i suoi abiti è sempre lo stesso ed è sempre un piacere per le mie narici, è un odore che mi fa sentire a casa. Forse lui sta davvero diventando la mia casa ed ora non mi resta che aspettare il momento per proteggere la mia abitazione da chiunque voglia demolirla.
Arriviamo in aula pronti per iniziare la lezione di scienze ed anatomia, due delle mie materie preferite. Quando la professoressa entra in aula, quel forte e comune rumore causato dalle grida e dai vari saluti degli alunni si tramuta improvvisamente in un tagliente silenzio.
Tutti si siedono ai propri posti, pronti per l'inizio di una nuova giornata di studio, ma l'insegnante decide di usare tre quarti della sua scadente ora per ribadire le regole da seguire se si desidera participare al ballo di fine anno. È la rappresentazione fisica di come sprecare una lezione -a mio parere interessante- per motivi inutili. Aimè, posso dire che avrò il resto dell'esistenza per recuperare.
Gli occhi di Megan brillano di una luce speciale al discorso che ancora continua ad andare avanti; non vedeva l'ora che arrivasse il momento del ballo, sono anni che lo aspetta. Come già detto, Meg vive nel mondo delle favole ed un ballo è la giusta materializzazione della sua fiaba perfetta, che per fortuna, avrà anche la presenza del principe azzurro.

Flame And Secrets [Vampiri]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora