XIII- Sangue fresco

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Sana e salva, senza che Aurel abbia il sospetto di nulla, arrivo a scuola. La partita si terrà nel campo apposito proprio all'interno dell'istututo. La nostra scuola possiede, oltre che al campo di Lacrosse, anche un campo da Football ed un piccolo spazio per il Tennis. È uno dei più grandi ed attrezzati istituti d'istruzione della regione.
«È davvero buio, qui.» Commenta Meg scendendo dall'auto, mentre osserva per la prima volta al buio il solito parcheggio di tutti i giorni. Devo ammettere che, di notte e senza alcuna illuminazione, può fare davvero paura.
«Già, potrebbero metterlo un lampione! Non gli costerebbe molto!» Scherzo seguendola, mentre insieme corriamo verso il cancello sul retro, dove spero vivamente ci sia Daniel ad aspettarci.
Arriviamo dopo uno o due minuti e finalmente si riesce a vedere qualcosa grazie alle luci del campo, ma di Dan, nessuna traccia. Impreco, mentre Megan accanto a me è pronta a comporre il suo numero.
«Dove cazzo si è cacciato?» Quasi grida, notando alcuni ragazzi passare per l'entrata principale.
Sento dei rumori dietro di noi, rumori che lei non può sentire.
La zittisco posandole una mano sulla bocca mentre sobbalza spaventata. Riesco a sentire la voce di Daniel avvicinarsi a noi. «Sta arrivando.» Le comunico, annuendo.
«Ragazze, eccoci!» Ci corre incontro in compagna di Christopher che tiene le chiavi tra le mani facendole oscillare su un dito.
«In perfetto orario!» Commento ironica, mentre quest'ultimo apre il cancello.
«Come sempre, madame.»
Sorrido divertita mentre tutti camminiamo verso quelli che dovrebbero somigliare a degli spalti. Le condizioni non sono ottime, anzi, la maggior parte delle postazioni sono rotte o scolorite, ma per fortuna non è quello l'importante.
«Daniel!» Lo chiamo sottovoce.
Mi si avvicina piano e annuisce.
«Ti prego, dai un'occhiata a Peter durante la partita.»
«Stai tranquilla, ci penso io. So come cavarmela con i vampiri!» Sorride, mentre si allontana diretto agli spogliatoi.
Mi siedo, finalmente, mentre Megan continua a parlare con Christopher mettendosi d'accordo su cosa dire ai loro genitori. E bene si, sono cugini! O meglio, Megan è figlia della cugina carnale di Chris. Non so bene quale grado di parentela abbiano, se siano cugini o se siano zio e nipote, ma sinceramente non è scritto nella lista delle cose essenziali da sapere.
«Ady!» Mi chiama quest'ultima, quasi sottovoce.
Annuisco chiedendole di parlare, mentre lei mi fa segno di voltarmi.
Cosi faccio e con mia grande sorpresa, vedo Peter. È in piedi davanti all'entrata del campo con il cellulare tra le mani. Ammetto che una parte di me avrebbe voluto vedere Kermes. Mi rimbocco le maniche -solo per modo di dire- e vado verso di lui. Spero che se Kerm arrivi non lo faccia proprio in questo momento.
«Ehi Peter!» Lo saluto, cercando di essere il più cordiale possibile.
«Ciao dolce psico. Credevo non ti piacesse il Lacrosse.» Dice freddo, non staccando gli occhi sal suo telefono.
«È così, ma volevo vederti. Quindi eccomi qui. Ti dispiace per caso?»
«A me non cambia. Non devi farmi un favore.»
Dio, nemmeno il più bravo psicologo riuscirebbe a dare una spiegazione alla sua lunaticità.
«Non sono qui per farti un favore. Volevo solo vederti, il favore l'ho fatto a me.» Continuo.
Finalmente mi guarda.
«Interessante. Anzi, ridicolo dato il fatto che mi hai ignorato per tutta la giornata.» Uno stupido sorriso ironico gli si stampa in volto. «Ciao, Ada.» Conclude serio, indossando il casco ed entrando in campo. Cazzo.
Ok. Missione fallita, Aurel. Accontentati di quel poco che so. Adesso mi prenderò del tempo per me, godendomi la partita.
Faccio per tornare alla mia postazione ma mi blocco qualche secondo prima. Il mio posto accanto a Megan è occupato... occupato da Kermes. Merda.
Mi avvicino piano a loro. Devo cercare di essere il più fredda possibile.
«Spostati, Voicu.» Dico schietta posizionandomi davanti a lui.
«Io non mi muovo. C'è un posto libero qui.» Risponde indicando il posto vuoto accanto a lui.
«Te lo riepeto, Kermes. Spostati.»
«Posso rovinarti la serata, piccola succhiasangue.» Il suo tono è pieno di sfida, di provocazione.
«Wow, ho davvero paura.»
«Lo sai che mi basta toccarti per farti cadere a terra.» Sorride con un'aria di maliziosità, mentre alza un dito al cielo.
«Toccami, allora.» Continuo.
«Se ti toccassi ora o se tu toccassi me, finiresti tramortita. I miei poteri sono incentrati su di te, ora. Lo vuoi davvero?»
Mi avvicino di più. «Fallo, Kermes. Toccami.»
Deglutisce guardandomi da capo a piedi ed io di scatto faccio per afferrargli la mano, ma lui la sposta velocemente prima che io possa sfiorargliela. La sua espressione è quasi impaurita. Non se lo aspettava affatto.
«Dio, Ada. Sei matta? Avrei potuto ucciderti.»
Sorrido divertita. «Non lo avresti fatto. Ora spostati.»
Non risponde e fa come gli dico. Adesso si ragiona. Mi siedo al mio posto, mentre Meg mi lancia un sorriso divertito.
Al fischio del coach l'assordante rumore causato dalle voci degli spettatori cessa improvvisamente, lasciando spazio solo agli applausi. La partita sta per iniziare.
Christopher entra in campo per primo, come sempre, seguito da Daniel, Peter ed il resto della squadra. Poco dopo, gli avversari, che risplendono nel buio per il colore giallo che indossano. Non ho mai ben capito le regole dell Lacrosse, ma credo sia davvero uno sport pazzesco. E poi, anche se non capissi, devo solo seguire la massa e tifare per i viola!
«Sei qui per Peter?» Domanda Kermes accanto a me quasi urlando per farsi sentire, dato il frastuono attorno a noi.
«Non sono interessata a parlarti. Grazie mille.»
Sospira e alza gli occhi al cielo.
«Non puoi semplicemente rispondermi?»
«E tu non puoi semplicemente stare zitto?»
Si porta una mano alla bocca trattenendo un mezzo sorriso e riprende a seguire la partita.
«Sei insopportabile, lo sai? Stai facendo la bambina.» Continua poco dopo, guardando il campo.
«Mai quanto te.» Concludo, voltandomi verso Megan, concentrata a guardare i giocatori, o meglio, il giocatore. Sembra che abbia occhi solo per Daniel.
«Ti piace Daniel, vero?» Domando ridendo mentre lei prende il colore dei suoi capelli anche in volto.
«Dio, no! Pfh, figurati!» Si, certo. La conosco talmente bene da sapere che sta mentendo.
Posiziono i miei occhi si Daniel per qualche secondo ed un forte mal di testa prende possesso di me. Stringo forte gli occhi e vedo l'immagine offuscata di quest'ultimo a terra con un braccio insanguinato. Subito dopo, Aurel. Afferro con forza il braccio che Kermes che si gira a guardarmi, o almeno credo. La visione svanisce ed io mi volto verso di lui. «Che succede?» Mi chiede.
Quasi non riesco a parlare. «Dobbiamo andare via.» Comunico, guardandolo fisso.
«Perché? Cos'hai visto?» Domanda ancora.
Dietro di lui, in lontananza, all'esterno del campo, c'è Aurel. Merda. Mi guarda fisso, preoccupato. Non ho idea di come abbia saputo che fossi qui, ma ne sono davvero felice.
«Ada!» Grida Kermes, poco prima di un grande rumore proveniente dal campo.
Guardo immediatamente Daniel. Come previsto, è a terra.
«Cristo!» Urla ancora Kerm, andando verso di lui. Devo fermarlo.
«No, fermo!» Grido a mia volta, seguendolo. Megan fa lo stesso. In poco tempo la maggior parte degli spettatori è concentrata al centro del campo.
Riesco ad afferrare Kermes, per fortuna. «Fermati, sta sanguinando!» Pronuncio le ultime parole con tono più basso, al contrario della prima, detta quasi urlando.
Guardo Daniel, solo a pochi metri da noi e riesco a sentire l'odore del suo sangue. Il suo braccio sinistro è completamente rosso. Guardo Peter. È in piedi accanto a Daniel, che lo fissa. Merda. La mia testa inizia a girare.
«Kerm...» Lo chiamo, tenendomi a lui.
«Che c'è?» Domanda preoccupato. Sembra non far caso a Daniel.
Il mio respiro, nonostante sia normalmente poco percettibile, inizia a farsi pesante e sento i miei canini in procinto di uscire.
«Oh merda. Megan!» Grida chiamandola.
Non riesco più a vedere nulla, i miei occhi sono fissi su Daniel. Voglio il suo sangue nella la mia bocca. Ne ho bisogno.
«Ada, cazzo. Corri.»
Mi afferra per il braccio e mi trascina con forza fuori dal campo. Ho sete, tanta, ma so che non posso.
Arriviamo accanto agli spogliatoi e sento il mio corpo andare a mille. Non mi trattengo. Mi fa sedere a terra e si posiziona dinnanzi a me. «Guardami Ada, ti prego.» Ripete la prima parola per tre o quattro volte ed io faccio come dice. Guardandolo, la mia agitazione cessa ma non del tutto.
«Toccami.» Pronuncio veloce ed agitata.
Lui sembra sussultare.
«Che cosa?» Balbetta.
«Con i poteri, idiota!» Quasi grido.
«Cosa? No!»
«Kermes, cazzo. Fallo.»
Senza nemmeno pensarci mi afferra la spalla ed io sento un lancinante dolore a tutto il corpo. Stringo i denti finché non sento i miei canini svanire e lui stacca la presa prendendomi il viso tra le mani.
«Stai bene?» Mi domanda preoccupato.
Annuisco, sorridendo. Non sono affatto abituata a questo tipo di dolore, ma il mio essere immortale mi permette di far svanire immediatamente ogni sorta di fastidio.
Sospira portandosi una mano al viso e mi abbraccia, facendo posare la mia testa sul suo collo.
«Kermes, sto bene.» Ridacchio.
«Stai zitta, mi hai fatto spaventare.»
Rido ancora. «Ma come? Non ero una bambina insopportabile?»
Alza gli occhi al cielo. «Piccolo consiglio. Non dare mai retta a ciò che dico!»
«Oh, beh!» Sorrido quando vedo lui fare lo stesso.
«Te la senti di tornare di là? Stanno per rientrare i ragazzi.»
«Si, ce la faccio!»
Si alza e mi porge la mano, io gliel'afferro e mi tiro su a peso morto. Forse Dan aveva ragione, non è così male come ha fatto credere.
«M'lady! Delicata come sempre!» Scherza ridendo. Gli sorrido divertita e lui fa lo stesso mentre insieme usciamo dagli spogliatoi. Il caos del campo è diminuito e cerco tra i pochi rimasti di individuare Peter.
«Vedi Peter?»
«No, non mi sembra.»
«Cazzo.»
«Ada!» Corre verso di me Megan. Dietro di lei, Aurel.
Gli vado incontro seguita da Kerm che sembra essere confuso sulla presenza del ragazzo dietro la mia migliore amica.
«Stai bene?» Mi domanda lei, abbracciandomi.
«Togliti capelli rossi!» La scansa mio fratello, afferrandomi le spalle. «È tutto ok?»
«Si, è tutto ok.» Rispondo sorridendo.
«Sapevo che saresti venuta qui e tu sapevi che era pericoloso. Perché l'hai fatto?»
«Per Peter.» Si intromette Megan.
«Non sto parlando con te riccioli ramati.» Le risponde mantenendo il suo sguardo su di me.
«Per Peter.» Ripeto. «Mi hai detto tu di controllarlo.»
Sorride ironico e irritato. «Oh, beh certo. Causiamo una strage per controllare un novello del cazzo. Sai chi ci ha pensato a lui e ad evitare il casino? Sai chi, Ada? Io. Sono stato io a prenderlo e ad allontanarlo dal ragazzo a terra. Ho fatto in cinque minuti ciò che tu devi ancora terminare con due giornate, far sì che si fidi di te. Ma a quanto pare sei troppo impegnata a fare altro con la tua amica color carota. Non controllare le persone se non sai prima controllare te stessa.»
Forse ha ragione. Sono qui per evitare che Peter facesse una strage quando in realtà la stavo per creare io.
«Hai ragione. Scusami. Ma dovevo essere qui, Aurel. Dovevo risolvere delle cose.»
«Non ti metto in punizione solo perché hai cento vent'anni, tesoro. Ma sappi che la stavi per combinare grossa. Come hai fatto a trattenerti?»
Guardo Kermes pochi metri dietro di me.
«Mi ha aiutato lui. È il ragazzo di cui ti ho parlato.» Lo indico.
La sua espressione cambia totalmente, sembra essere affascinato.
Gli fa cenno di avvicinarsi e lui così fa, annuendo una volta dinnanzi a mio fratello.
«Sei... Kermes, giusto?»
«Si. Tu sei Aurel, giusto?»
Annuisce e rimane in silenzio.
La tensione si taglia col coltello.
«Quanti anni hai, Kermes?» Domanda poi.
«Ne farò duecentosei tra qualche mese.»
Di nuovo un cambio di espressione. Questa volta sembra meravigliato.
«Ora capisco perché sei in gamba.» Sorride quasi ironicamente. «Ti ringrazio per averla aiutata.»
Kerm ricambia il sorriso. «Oh, figurati. Non ho fatto niente. Non avrei potuto lasciarla da sola.» Pronuncia l'ultima frase guardandomi. Io, a mia volta, lo stavo già facendo.
«Si, ok. Basta romanticismo!» Scherza Meg.
Kerm ride imbarazzato ed io scuoto la testa. «Siamo amici!» Comunico.
«Si si, come no!» Risponde lei tra un finto tossito e l'altro.
Aurel alza gli occhi al cielo.
«Io vado a casa, draculina. A che ora torni?»
«Non torna!» Risponda nuovamente Meg al mio posto.
La guardo confusa, Aurel fa lo stesso.
«Verrà da me! Ho casa libera fino a domenica pomeriggio!»
«Non dovevamo andarci domani?»
«Anticipiamo!»
Sorrido portandomi una mano al viso e annuendo. «Bene, ti ha risposto lei!»
«Ok, ma state attente e se serve qualcosa chiamatemi. Ci vediamo domani.» Mi stampa un bacio sulla fronte e si volta verso l'uscita.
«A domani!»
«Farete baldoria questa sera?» Domanda Kerm.
«Feremo, mio caro! Ho già parlato con Daniel, sta bene, verrete a dormire da me. O meglio, io e lui dormiremo, tu ed Ada, beh, chi lo sa. Mando la via a Dan, vi aspettiamo lì alle dieci!» Comunica felice afferrandomi il braccio e trascinandomi via. Guardo di sfuggita Kerm trattenendo una risata e lui mi saluta con un cenno di mani prima che io volti l'angolo. Sarà una bella serata, me lo sento.

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