XXVII- Fuoco e... fiamma

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L'immagine che passa ai miei occhi vorrei rimanesse tale almeno per metà della mia lunga esistenza; Sono sdraiata sul mio morbido letto tra le braccia di Kermes, entrambi coperti solo dalle lenzuola. Con le dita disegno piccoli cerchi sul suo braccio che passa attorno al mio collo, provocandogli i brividi quando sfioro i punti più sensibili della sua pelle. Il senso di leggerezza che ha preso parte di me è così forte da farmi dimenticare ogni cosa. Mi sento una bambina con il suo nuovo giocattolo preferito, un giocattolo che con cura devo tenermi accanto.
«Non lo avrei mai creduto.» Dichiara il ragazzo nel mio letto, tenendo lo sguardo fisso verso il soffitto.
«Di essere nudo in un letto?» Scherzo ridendo. Lui abbozza un sorrisetto divertito.
«No, scema. Di essere qui con te.»
Lo guardo dolcemente, dando il piacere ai miei occhi ocra di osservare nuovamente la sua naturale bellezza, mentre continua a parlare.
«Il fatto è che, fino ad una settimana fa, ero solo uno stupido ragazzo innamorato della più bella ragazza vampiro che avesse mai visto in tutta la sua vita. Quello che cerca di far combaciare gli orari scolastici solo per guardare quant'è meravigliosa, sperando che un giorno lei lo noti.»
«Ed io ti ho notato!»
«Solamente perché ho avuto il coraggio di parlarti alla lezione della Wilson.»
«In realtà, dal giorno prima!» Confesso sorridendo delicatamente. «Ti ho visto nel corridoio, mentre parlavo con Peter.» Spiego, facendo comparire anche sul suo volto un accenno di sorriso.
«Oh, giusto!» Commenta. «Diavolo, che paura ho avuto quel giorno.»
Inarco le ciglia, confusa.
«Paura?»
«Beh, eri così presa dal nuovo arrivato che pensavo di aver totalmente esaurito ogni chance di averti.»
Mi mordo delicatamente il labbro inferiore e stampo un delicato bacio sulle sue. «Ora mi hai.» Ammetto, ammirando i suoi grandi occhi scuri guardarmi con aria innamorata.
«E non ti lascerò più andare.»
Torna quel piacere nello stomaco che da qualche giorno a questa parte prende possesso di me. La sua voce ed il suo perfetto modo di parlare riescono a rendere ogni discorso più serio ed attraente.
«Posso farti una domanda?» Chiede.
Annuisco e mugugno.
«Credi che io e te potremmo essere l'uno la fiamma mancante dell'altro
Rimango in silenzio. Non ho mai riflettuto bene su questo argomento; Di certo non è tutta una casualità quella dell'essere ancora entrambi senza metà della nostra anima -essendo vampiri già da molto tempo-, ma non so se Kermes sia la parte mancante di me. La cosa certa, però, è che vorrei lo fosse.
«Non lo so, ma mi piacerebbe.» Confesso.
«Quello che provo per te è più forte di quanto tu creda e non mi è mai capitato in duecento anni di vita. Per me non è tutta una stupida casualità.» Dice, proprio come se mi avesse letto nella mente.
«Forse sarò prematuro, forse sarò un idiota vero e proprio, e forse ti farò allontanare da me... ma devo dirtelo: credo di amarti. È da quando ti ho vista per la prima volta, con i capelli che volavano al vento; sorridevi guardando un bambino giocare in compagnia di Megan, seduta su un muretto, ed io ti guardavo. Ero totalmente innamorato della ragazza dai capelli neri.» Sorride guardando un punto fisso, come se stesse ricordato l'immagine che racconta. Io resto immobile a guardarlo, con le parole che mi si mozzano in gola e non si decidono ad uscire.
«Non dovevo dirlo, vero?»
No, affatto. Non importa se sia un sentimento prematuro, amo ciò che ha detto.
Gli afferro il viso e lo bacio con passione. Le sue mani scivolano sui miei fianchi e mi spingono contro di lui, ancora nudo.
«Non me la sento di dirti che provo lo stesso.» Ammetto, staccando le labbra dalle sue. «Non voglio mentirti, tu mi piaci in un modo che non riesco a spiegare e voglio averti con me per sempre. Avrò tempo per dirti che ti amo.»
Sorride dolcemente e mi accarezza il viso. «Ehi, devo essere io il poetico della coppia!» Scherza in modo delicato. «Me lo dirai quando te la sentirai. Io aspetterò il tempo necessario, non preoccuparti, non voglio metterti fretta.» La sua maturità nel capire che per me è ancora troppo presto per dire di amarlo mi sorprende. Queste sue particolarità si addicono perfettamente a tutti i suoi duecento anni.
«Ma dove sei stato per questi due secoli di vita?» Domando ridendo, portandomi una mano al viso.
Incontrarlo qualche anno fa mi avrebbe sicuramente risparmiato molte idiozie.
«Beh, qui. E ad Alba Iulia, anche.» Ridacchia.
«Incredibile. Ho vissuto novant'anni a Bran, senza sapere che a soli cento chilometri da me c'era un ragazzo fantastico che mi avrebbe migliorata.»
«Il fato è stronzo, ma sempre obbiettivo. Con questo voglio dire che il nostro momento è ora, non lo era prima e non lo sarebbe stato in futuro.»
Annuisco, dandogli completamente ragione. Se il nostro momento è ora, voglio godermelo a pieno. Non ho mai avuto paura di concludere un rapporto, ma questa volta le cose sono diverse. Sento di dovermi godere ogni attimo in sua compagnia, così che se un giorno dovesse finire tutto, rimarrei con dei ricordi infinitamente gioiosi di lui e di quello che è stato. Se Kermes non è la mia fiamma, il nostro rapporto cesserà senza nessuno sforzo, esattamente come tutti gli altri.
L'unico pensiero che infastidisce e scurisce i miei attimi di gioia è uno soltanto: nemmeno Peter ha ancora trovato la sua fiamma.

Martedì. Il giorno che più odio della settimana e che ogni volta ha sempre una novità per far sì che il mio sentimento nero verso di esso non finisca. La giornata con Kermes è andata magnificamente, tra chiacchiere, risate, baci e passione. Oggi, sarà il giorno del suo incontro con Peter e la mia agitazione rende il tutto ancor più terribile. Ho paura per la sua incolumità ed ho paura di perderlo. Se dovesse accadergli qualcosa non riuscirei a perdonarmelo; sarebbe tutta colpa mia.
Mi guardo allo specchio un'ultima volta cercando di capire se il trucco è riuscito a coprire le mie evidenti occhiaie violacee.
«È narcisismo o insicurezza?» Domanda divertito mio fratello passando dietro di me, diretto verso la sua camera. Alzo gli occhi al cielo. «Entrambi.» Ridacchio scendendo al piano di sotto e aspettando quest'ultimo che oggi mi accompagnerà fino all'entrata della scuola. Oggi sembra stranamente non essere in ritardo o impegnato come ogni giorno a riempire di gel le sue onde more. Si materializza accanto a me ed è più bello del solito. Non avevo fatto caso ai suoi vestiti: Indossa un'aderente camicia nera ed un paio di jeans dello stesso colore. Le scarpe sono le solite, semplici e sportive.
«Cavolo, vuoi fare colpo su Peter?» Domando divertita, ricevendo da lui uno sguardo infastidito.
«Molto divertente. Ho un'importante riunione di lavoro tra mezz'ora, farò giusto in tempo ad accompagnarti. Dovrò scappare.» Mi spiega, aprendo la porta e uscendo prima di me. Io lo seguo, mentre lui chiude il cancello alle mie spalle la cui chiave raramente incontra la serratura.
«Sali su.» Quasi mi ordina, sedendosi al lato del guidatore. Così faccio, entrando dalla parte opposta. Da gas e finalmente parte; non vedo l'ora di arrivare a scuola e stare con Kerm. Vorrei parlare con Peter, chiedendo di ripensare alla sua scelta, ma ho paura di vederlo ora che sono a conoscenza del suo sapere la mia vera identità.
Ho passato l'intera notte sui social, cercando caratteristiche particolari riguardo la fiamma gemella, così da farmi capire quant'è la probabilità di essere la sua.
Le risposte sono identiche in ogni sito:
• Senso di familiarità.
• Condivisione di interessi.
• Connessione spirituale.
• Connessione intuitiva rispetto a quello che l'altro sente o vuole fare.
Tutte risposte che combaciano perfettamente con noi due.
Inizio a credere che davvero non sia tutto solo un caso.
«Quand'è previsto lo scontro?» Domani mio fratello accanto a me, distogliendomi dai pensieri.
«Pochi minuti dopo la fine delle lezioni.» Gli comunico. «Grazie per aver accettato di esserci.» Continuo, ringraziandolo.
«Lo faccio solo per te.» Ripete.
Distolgo lo sguardo da lui e guardo fuori dal mio finestrino; metà della strada è già stata percorsa ed io non me ne sono minimamente accorta.
«Aurel.» Lo chiamo.
Si volta verso di me per qualche secondo. «Dimmi.»
«Pensi sia un problema il non aver ancora trovato la nostra fiamma gemella?»
Deglutisce guardando fisso la strada.
«Sai che l'ho già trovata.» Ringhia.
Si, Benedict. Una ragazza fantastica che è stata la sua compagna per oltre venticinque anni -una delle più lunghe relazioni di Aurel- ma che purtroppo, circa vent'anni fa, si è spenta in un grave incidente. Era umana: aveva delicati boccoli dorati e due grandi occhi verdi. Era bella e sempre giovane nonostante gli anni scorressero. Quando conobbe mio fratello aveva appena sedici anni; si spense a quaranta, ancora in sua compagnia.
Aurel, in un certo senso, deve ancora superare il dolore.
Manca anche a me, a volte. Era diventata una seconda madre; colmava il vuoto lasciato dalla prima.

Flame And Secrets [Vampiri]Where stories live. Discover now