XXI- Biancaneve

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Il weekend è passato piuttosto in fretta e miei pensieri sul ragazzo che venerdì ha premuto le mie labbra sulle sue si è fatto sempre più forte. Non possiede alcun account social, non ho il suo numero e non ho idea di dove viva. Insomma, non ho alcun modo di rintracciarlo. Devo ammettere di aver sentito la sua mancanza in questi due giorni, ma finalmente oggi, che è lunedì, lo rivedrò. Mi è mancata quella voglia di svegliarsi presto al mattino con il pensiero "Oggi potrò vederlo" decisamente più potente del "Oh, fanculo la scuola!". Nulla da dire: la mia cotta per Kermes mi fa tornare adolescente.
Tiro verso il basso la maglia beige che indosso, raccogliendo i capelli in una scompigliata ciambella che non riesce a tenere all'interno due piccoli ciuffi che delicati mi cadono sul volto. Soffio su di essi per togliermeli dagli occhi e decido di non metterci più mano; questa disordinata acconciatura non durerà neanche qualche ora, inutile impegnarsi.
Afferro lo zaino ed infilo il cellulare nella tasca posteriore dei miei jeans, mentre scendo al piano di sotto. La mia auto questa mattina è nelle mani di Aurel, quindi per il tragitto casa - scuola - casa sarò accompagnata da Megan e la sua piccola vettura a due posti, che dovranno essere qui tra non molto. Spero non faccia ritardo, almeno questa volta.
Un clacson familiare mi rimbomba nelle orecchie ed io mi volto divertita, vedendola arrivare. L'auto è priva di tettuccio ed i suoi mossi capelli aranciati risplendono al sole. Dei grandi occhiali da sole le coprono a metà il volto totalmente struccato e mi fanno sorridere. È sempre così semplice e così bella.
Accosta dinnanzi a me e grida un «Buongiorno Biancaneve! Salta su!»
Cavolo, è di una strana allegria che mi contagia. So per certo che c'è di mezzo Daniel.
Apro la portiera e mi siedo accanto a lei. «Biancaneve?» Domando ridendo. Non mi ha mai chiamata così prima d'ora, ma non mi infastidisce affatto. Anzi, tutto il contrario.
Da gas e non sposta nemmeno per un attimo lo sguardo dalla strada. «Beh, si! "Ha d'ebano i capelli e come neve è bianca!"» Ride ripetendo la citazione del cartone. Squoto la testa divertita.
«Effettivamente, sarei perfetta per interpretarla!» Ammetto pensandoci su.
«Già, ti mancano soltanto i capelli corti.»
«Mi manca il principe azzurro!» Preciso.
Ricevo da lei uno sguardo infastidito. «Kermes potrebbe non pensarla nel tuo stesso modo!» Mi riprende, lasciandosi scappare un sorriso.
«Tra me e lui non so cosa ci sia. Ammetto di provare dell'interesse nei suoi confronti, ma nulla di serio.»
«Non pensi che possa essere lui l'altra parte del tuo amatissimo filo rosso? Insomma, è un vampiro come te ed anche lui non ha una fidanzata! Non è strano?»
Mi scappa un leggero sorriso alle sue parole. Devo ammettere che per qualche istante l'ho pensato anche io.
«Non è strano, Meg. Nemmeno Aurel ha una compagna stabile.»
«Stabile?» Ripete lei con fare confuso, guardandomi per la prima volta, solo per qualche secondo.
«Ha una relazione di sesso con un collega dell'azienda da si e no tre anni. Lei è innamorata persa ma lui non vuole nulla di serio.» Dichiaro.
Non so quanto io abbia fatto la giusta scelta raccontando questo a Megan, data la sua serissima cotta per mio fratello che va avanti da oramai quasi cinque anni, ma credo che in questo momento sia molto più presa da Daniel per dispiacersi di una cosa del genere.
Guarda la strada e non risponde, cambiando discorso fino all'arrivo a scuola. Zaino in spalla e scendiamo dall'auto, dirigendoci verso l'entrata.
La mia mente è confusa; non so se correre a cercare Kermes o se andare alla ricerca di Peter per cercare di risolvere qualcosa tra di noi. Non che mi interessi la sua opinione su di me, ma è un vero idiota e potrebbe diffondere per la scuola false voci sul mio conto; e questo si che mi interessa. Sono sempre stata la ragazza solitaria, quella che non hai bisogno di girarti a guardare quando cammina nei corridoi. Non do nell'occhio, sono semplice e conosciuta da pochi ed è proprio così che deve rimanere. Questo sarà il mio ultimo anno di studi, per ora, e nessuno dovrà rovinarmelo. Sopratutto un vampiro novello come Peter.
Il bivio di idee scompare totalmente quando la risposta mi si palesa a pochi metri. C'è Pet che come ogni giorno è poggiato al muro con il suo solito fare affascinante e lo zaino ai suoi piedi, impegnato in una conversazione con Christopher. Faccio un cenno a Megan che si siede sul muretto di sempre e vado verso di loro.
«Peter, possiamo parlare?» Domando ignorando il mio amico dinnanzi a lui, che fa due passi indietro.
«Dimmi.» Risponde solamente, afferrando dalla tasca un pacchetto di sigarette. Il fumo, per i vampiri, può essere definito solo un passatempo: non fa male ai nostri organi essendo ormai non più in grado di funzionare. Solo, il sapore del tabacco è mille volte più marcato, non mi spiego come faccia a non infastidirlo.
Afferra una sigaretta con le labbra e ripone il pacchetto in tasca scambiandolo con un accendino dal colore grigiastro, che porta all'inizio della sigaretta, accendendola. Inspira ed espira lasciando che il fumo mi arrivi sul volto. La cosa mi infastidisce, ma cerco di non farlo notare.
«Vorrei spiegarti come stanno le cose, se me lo permetti.»
Scuote la testa facendo uscire il fumo dalle narici.
«Non mi servono spiegazioni, torna dal tuo tossico ragazzo.»
So bene che a Kerm non appartiene un colorito olivastro e che il suo sguardo sia quasi sempre cupo, ma credo che definirlo "il mio tossico ragazzo" sia un tantino esagerato.
«Io e Kermes non stiamo insieme. Solo che-» Mi blocca appena tento di parlare e da un lato lo ringrazio; non avevo alcuna idea sul cosa dirgli.
«Ada, non devi darmi alcuna spiegazione. Sono quel tipo di persona il cui letto conosce un tipo diverso di culo ogni giorno e che parla con una dozzina di ragazze al minuto. Non ho bisogno delle tue attenzioni per stare bene, ho bisogno di fumo e di sesso. Come il tuo Kermes, che vuole farti credere di essere innamorato di te. Non farti prendere in giro, dolce psico. Fatti furba.»
Le sue parole non mi toccano affatto. Forse.
Credo che la prima parte di discorso mi abbia ferita più di quanto dovrebbe essere. Peter non mi piace, non sono attratta da lui, né nulla di simile. Solo, credevo fosse diverso dal comune stereotipo di ragazzo di oggi giorno. D'altra parte, le parole su Kermes non mi toccano. So che quello che ha detto non è vero e non sarà uno stupido discorso a farmi cambiare idea su di lui.
Annuisco e incupisco lo sguardo. «Ok. Buona vita, Peter.» Concludo, tornando verso Megan, seduta e intenta a leggere un libro, come sempre.
«Com'è andata?» Domanda non staccando gli occhi da esso.
«Abbiamo chiuso. Forse è meglio così.»
«Come se si fosse mai aperto qualcosa!»
Non rispondo, non ha tutti i torti.
Mi guarda insospettita. «Vero?» Mi interroga, quasi spaventata dalla risposta che potrei darle.
«Dio, Meg! Ma come ti vengono? Sai bene che mi piace Kermes.»
Ghigna felice, trattenendo una risata e guardando poco dietro di me. «O mio Dio. Ce l'ho dietro, vero?»
«No, hai me dietro!» Precisa la voce di Daniel, salutandomi con un delicato e debole abbraccio. «Ma tranquilla, non sento nulla di nuovo!» Continua, posizionandosi in piedi accanto a Meg. Se fossi ancora in grado di arrossire prederei le sembianze di un peperone.
Lo saluto imbarazzata mentre lui ride ricambiando. Non ha lo zaino con se, né la giacca; credo sia già entrato a posare le sue cose e uscito poi per cercarci, proponendoci per appunto di entrare in aula. Accettiamo, ovviamente, e ci avviamo alla lezione che non ricordavo affatto avessimo in comune.

Flame And Secrets [Vampiri]Where stories live. Discover now